“COCCOLE” NUTRIZIONALI, COSI’ IL BIMBO NASCERA’ SANO

Quando un bambino è ancora solo un’ idea o una speranza, già occorre iniziare a pensare a proteggere la sua salute e ad “alimentarla” di coccole, anche nutrizionali, che gli consentano di svilupparsi sano nella pancia della mamma e di allontanare il rischio di complicanze che potrebbero insorgere da stili di vita scorretti. Tra i fattori di rischio più importanti ci sono, infatti, anche carenze dietetiche alimentari che invece con un’adeguata informazione possono essere modificate o supportate.

Ma quali sono e come evitarle?  Ne abbiamo parlato con la Professoressa Irene Cetin, direttore dell’U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano.

 

Perché la nutrizione durante l’attesa è così importante?

«Perché è il cordone ombelicale che unisce la salute della mamma a quella del bambino, una concezione che si tramanda nel tempo: già le nostre nonne sapevano che il cibo viene assorbito, metabolizzato dall’organismo, entra nel sangue, arriva alla circolazione uterina, passa la placenta e di conseguenza arriva al bambino. Una convinzione che è stata rafforzata da molti studi scientifici e che ha trovato conferma, in modo particolare nella “Barker’s hypothesis”. David Barker fu un grande epidemiologo che con i suoi primi studi, già alla fine degli anni ’80, dimostrò come le probabilità di avere intorno ai 50-60 un infarto o di sviluppare la sindrome metabolica (ovvero obesità, malattie cardiovascolari e diabete) fosse strettamente correlata con un basso peso alla nascita, inferiore a 2 chili e mezzo. Partendo da questa teoria, si sono sviluppate un’infinità di ricerche incentrate sulle “non communicable diseases”, ossia quelle malattie che non sono legate a infezioni di tipo cronico come il diabete, i tumori, o le patologie psichiatriche, ma la cui insorgenza è associata invece a particolari meccanismi molecolari che ne spiegano l’aumentato rischio in età adulta e il cui sviluppo può avere inizio dal periodo preconcezionale fino ai 2 anni di vita. Tra questi fattori scatenanti un ruolo fondamentale è rappresentato dal tipo di alimenti che ingeriamo o che non ingeriamo».

 

Quali sono i nutrienti che possono influire in modo significativo sull’insorgenza di malattie nel feto?

«Sono una costellazione di micronutrienti, ma quelli che sembrano oggi rivestire la maggiore importanza sono innanzitutto l’ acido folico, una vitamina indispensabile nella sintesi del DNA e nei processi di divisione cellulare. Svariati studi confermano la sua efficacia terapeutica nel ridurre significativamente nel feto i rischi di difetti del tubo neuronale, quando viene assunto nel periodo preconcezionale, quindi 2 mesi prima del concepimento e per tutto il primo trimestre di gravidanza. Eppure le più recenti statistiche attestano che oggi solo il 40% circa delle donne che progetta una maternità assume l’acido folico in via preventiva e preparatoria, mentre si affida soltanto alla dieta. Sono diversi gli alimenti in cui l’acido folico è naturalmente contenuto: fra questi in alcuni tipi di verdura come cavoli, lattuga, spinaci, asparagi e pomodori, nella frutta in particolare in arance e datteri, nel frumento integrale e nei derivati. Ma per quanto se ne possa mangiare, l’apporto non sarà mai sufficiente a coprire il fabbisogno di questa sostanza che è raddoppiato nel periodo delle gravidanza e che dovrà quindi essere arricchito con una supplementazione. Oltre all’acido folico, si stanno scoprendo anche altri micronutrienti, come vitamine e minerali, che hanno un ruolo importante in gravidanza. Ad esempio gli Omega 3 e il DHA, un acido grasso appartenente anch’esso alla famiglia degli Omega-3 e contenuto nel pesce. Bisogna però privilegiare principalmente il pesce azzurro di piccola taglia (alici, sgombri e sardine), che ne è ricco e contiene pochi inquinanti ambientali. Anche il DHA, che contribuisce allo sviluppo cerebrale e dell’apparato visivo nel feto e nel lattante, richiede in gravidanza un’assunzione giornaliera maggiorata di circa 200 mg alla dose consigliata di acidi grassi Omega-3 nell’adulto pari a 250 mg di DHA e EPA (acido eicosapentaenoico). La dieta della donna in dolce attesa dovrebbe quindi prevedere l’assunzione regolare di cibi ricchi di DHA – quali carni dei pesci grassi (merluzzo, salmone, tonno, sgombro) ma anche aringhe, sardine, pesce azzurro in genere – ed eventualmente supportata da integratori alimentari che ne sopperiscano  possibili carenze».

Che tipo di dieta è quindi indicata in gravidanza?

«La migliore è la dieta mediterranea, perché varia e bilanciata, che offre al bambino un primo mattone verso un migliore stato di salute. Seguita regolarmente e attentamente dalla donna nel periodo precocezionale, la dieta mediterranea o la dieta prudente, ovvero con molti vegetali, frutta, pesce in abbondanza e carboidrati integrali, abbassa di tre volte le probabilità di rischio di malformazioni importanti come la spina bifida o di avere un bambino con un ritardo di crescita. Ma oltre a ciò, oggi vi sono forti evidenze scientifiche che l’aderenza alla dieta mediterranea in una coppia che cerca una gravidanza aumenta del 40% la probabilità di concepire».

 

Aderire alla dieta mediterranea o alla dieta prudente è sufficiente a garantire salute al bambino che nascerà?

«No, anche nei casi in cui la dieta mediterranea venga seguita in maniera rigorosa, non è sufficiente, da sola, a sopperire alle nuove esigenze nutrizionali della gravidanza. Infatti se non vi è necessità di modificare in maniera importante l’apporto calorico, una particolare attenzione va invece riservata ad alcuni micronutrienti. Al ferro in primo luogo, un minerale importante che contribuisce alla formazione dei globuli rossi che assicurano il trasporto dell’ossigeno ai tessuti, e la cui richiesta da parte dell’organismo si raddoppia. La sola assunzione del ferro attraverso la tavola, anche con un consumo aumentato di carne, pesce, uova, cereali integrali, legumi verdura verde scuro e frutta secca o potenziata anche con l’utilizzo del limone in quanto la vitamina C ne facilita l’assorbimento, non permette di raggiungere le soglie necessarie alla mamma e al feto senza il supporto di una giusta supplementazione. A conferma di questo è il fatto che la maggior parte degli studi attestano che circa il 50% delle donne che iniziano la gravidanza ne è carente, con conseguenti esiti principalmente legati all’anemia materna. Livelli bassi di ferro possono avere ripercussioni sia sulla mamma, aumentando il rischio di emorragia post-partum, talvolta anche con complicanze importanti o addiritttura letali, e per il bambino che ha maggiori probabilità di basso peso alla nascita e di implicazioni a livello cerebrale in età adulta. È stato infatti dimostrato come la schizofrenia, possa avere fra le cause di rischio anche la carenza di ferro materna nel periodo gravidico».

 

Quali altri micronutrienti possono essere carenti in gravidanza?

«Oltre ai folati e ferro, il calcio, la vitamina A, altre vitamine del gruppo B (B6 e B12), lo zinco. Ma soprattutto la vitamina D, preziosa anche in gravidanza poiché facilita l’assorbimento del calcio contribuendo alla corretta formazione dello scheletro fetale. Diversi studi hanno dimostrato come la carenza di vitamina D sia un problema in costante crescita in tutte le donne europee in dolce attesa, italiane comprese, che non lo integrano in maniera sufficiente attraverso la dieta (uova, carni bianche e pesce soprattutto) o con un adeguata esposizione al sole. Un deficit che è ulteriormente aumentato in caso di sovrappeso o obesità in quanto la vitamina D, essendo di natura liposolubile, viene assorbita e sequestrata nel tessuto adiposo. Essa, in gravidanza, non è protettiva solo per il bambino, ma lo è anche per la donna: consente infatti alla mamma di proteggersi dal rischio di insorgenza in menopausa di osteoporosi, di avviare un normale sviluppo immunologico e ridurre il rischio di preeclampsia associata a ipertensione e proteinuria che portano a parti prematuri e/o a basso peso fetale. Ancora, in gravidanza, possono essere bassi i livelli di iodio, invece fondamentale per lo sviluppo della tiroide e del cervello fetale; da qui l’importanza di un apporto maggiore con l’utilizzo di un sale esclusivamente “iodato” e di una eventuale supplementazione. O ancora di calcio, una carenza riscontrata abbastanza di frequente poiché la maggior parte dei multivitaminici non contengono questa sostanza poiché interferisce con l’assorbimento del ferro».

 

Quali sono le donne a maggior rischio di carenze nutrizionali e che dovrebbero quindi prendere un multivitaminico?

«A maggior rischio sono le donne più giovani, quelle che fumano, coloro che hanno un indice di massa corporea inferiore o superiore ai range di normalità o che hanno avuto gravidanze ravvicinate. Anche lo stile di vita può costituire però un fattore discriminante: infatti diete sbilanciate per i ritmi lavorativi, la tendenza ad alimentarsi velocemente o il tipo di dieta seguita, ad esempio vegetariana o vegana, possono contribuire a un peggioramento generale dello stato nutrizionale. Un recente studio condotto dal nostro gruppo di lavoro ha evidenziato come in media le donne in dolce attesa assumano pesce meno di una volta alla settimana, quando la raccomandazione è di 1-2 volte a settimana, e consumino frutta e verdura in quantità medie inferiori alle 2 porzioni giornaliere, contro le almeno 5-7 raccomandate».

 

I vantaggi dell’assunzione di un multivitaminico?

«Un multivitaminico, non solo con acido folico, non apporta soltanto vantaggi nutrizionali ma anche “terapeutici”. È stato dimostrato come, prima e durante la gravidanza, sia in grado di ridurre soprattutto il rischio di parto pretermine, o di migliorare gli esiti del parto in generale».

 

di Francesca Morelli

 

 

PIU’ VITAMINE E MINERALI CON UN NUOVO INTEGRATORE

 

È in commercio un nuovo alleato per il benessere nutrizionale delle neomamme e dei loro bambini, da assumere fin dall’epoca del pre-concepimento. Si chiama Nestlé Materna, è un integratore alimentare multivitaminico e multi minerale. In una sola capsula, gastroresistente (che non causa cioè danni allo stomaco) contiene 19 elementi, 12 vitamine e 7 minerali indispensabili per il benessere psico-fisico durante la gravidanza e l’allattamento. Contiene soprattutto un mix di vitamine tra cui acido folico e minerali, come il ferro, di cui spesso la donna è carente. È sicuro e privo di effetti collaterali perché rispetta i livelli di assunzione dei nutrienti (L.A.R.N.) per la gravidanza e l’allattamento. Si assume con acqua, una compressa al giorno, in qualsiasi momento della giornata ed è facile da deglutire anche in caso di nausee. È disponibile in farmacia nelle confezione da 30 a 90 capsule softgel.

(F. M.)

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