SI’ AGLI INTEGRATORI, QUANDO GLI ALIMENTI NON BASTANO

Sono le mamme in particolare ad aver sperimentato la fatica di far mangiare ai propri figli le giuste quantità di frutta e verdura, alimenti ricchi di vitamine e minerali. Ma loro stesse, soprattutto nell’età più “matura”, hanno difficoltà a includere nel proprio pasto giornaliero le 5 porzioni di frutta e verdura consigliate dall’OMS, pur riconoscendone l’importanza. Da un’indagine GfK Eurisko, su un campione di 800 persone sopra i 18 anni, risulta che la maggior parte degli italiani, pur mangiando cibi sani, non riesce a raggiungere la dose di vitamine e sali minerali necessaria ad assicurare all’organismo quei nutrienti essenziali a favorire salute e benessere. Frutta e verdura, ricche di vitamine e minerali, non mancano quasi mai nella tavola degli italiani, ma il loro consumo si attesta, nella maggior parte dei casi, su quantitativi minimi e spesso non sufficienti: solo il 15% circa della popolazione riesce, infatti, a introdurre nella propria dieta giornaliera il corretto apporto consigliato dall’OMS, pari ad almeno 5 porzioni, ricordiamolo, mentre il consumo medio è limitato a circa 3 porzioni. E, dato ancora più preoccupante, esiste una scarsissima consapevolezza che queste abitudini alimentari siano inadeguate rispetto al fabbisogno nutrizionale: il 70% circa degli intervistati ritiene di non dover aumentare la quantità di frutta e verdura assunta giornalmente perché la ritiene già sufficiente, quasi 7 italiani su 10 non sanno quale sia il consumo di frutta e verdura raccomandato e, tra chi dichiara di conoscerlo, solo poco più del 10% indica correttamente le 5 porzioni.

Questo basso livello di percezione di un possibile problema di carenza, trova un riflesso anche nei dati di consumo degli integratori alimentari. Ben 7 italiani su 10 dichiarano di non averli utilizzati nell’arco degli ultimi 12 mesi e oltre il 60% di questi indica, tra le motivazioni del mancato consumo, di non ritenersi a rischio di deficit nutrizionali. «Oggi, nelle popolazioni occidentali, le carenze nutrizionali gravi e conclamate, un tempo responsabili delle classiche sindromi da malnutrizione, quali xeroftalmia, scorbuto, pellagra, beri-beri, sono ormai superate, mentre il problema attuale e ancora sottostimato è quello delle manifestazioni sub-cliniche dovute alle carenze suggerite dall’indagine», spiega il professor Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano. «Livelli sub-ottimali di micronutrienti essenziali come vitamine e minerali rientrerebbero nei fattori di rischio per alcune malattie croniche nella popolazione adulta e anziana: obesità, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e metaboliche, diabete tipo 2, cataratta, degenerazione maculare senile, demenza senile, osteoporosi e alcune neoplasie. Per questo anche carenze lievi, soprattutto se prolungate nel tempo, non devono essere trascurate e vanno risolte prima che sfocino in disturbi più seri. L’integrazione multivitaminica-multiminerale può offrire un aiuto importante, specialmente in chi non riesce a seguire una dieta completa».

 

Evidenze significative sui benefici e sul profilo di sicurezza correlati all’assunzione quotidiana e prolungata di un integratore alimentare multivitaminico-multiminerale, sono state per la prima volta documentate da un importante trial clinico, promosso dal National Institute of Health americano, il Physicians’ Health Study II (PHS II).  Partendo da questi risultati, un Gruppo di Studio Mulidisciplinare di esperti italiani si è assunto l’impegno di valutarne l’impatto rispetto alla pratica clinica e di automedicazione nel nostro Paese e presenta oggi un documento dal titolo “Nuove evidenze sull’uso dei Multivitaminici e Multiminerali e sensibilizzazione alle carenze nutrizionali nella popolazione over 50”, che ha ottenuto il patrocinio di SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria), SOI (Società Oftalmologica Italiana), SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e FOFI (Federazione Ordini Farmacisti Italiani). 

Con questo documento gli esperti aprono una riflessione sui potenziali benefici dell’integrazione multivitaminica e multiminerale in un’ottica di prevenzione. Un trend, quello della prevenzione, che – come rilevato da GfK Eurisko – è cresciuto nel nostro Paese in modo decisivo e costante nell’arco degli ultimi 10 anni e individua proprio nei “nuovi anziani” (65-75 anni, con maggiori risorse economiche e culturali rispetto al passato) il segmento più attento a queste problematiche. Una lettura confermata anche dall’indagine: il 22% degli utilizzatori over 50 di integratori (contro un più ridotto 18% nella popolazione generale) individua nella prevenzione di problemi di salute una delle motivazioni al consumo.

Interessanti sono le nuove prospettive aperte dallo Studio PHS II che, per la prima volta, ha testato l’efficacia di un integratore multivitaminico e multiminerale proprio nella prevenzione di patologie croniche ampiamente diffuse nella popolazione adulta ed anziana, rilevando dati positivi in particolare nella prevenzione del cancro. «Nei soggetti che hanno partecipato al PHS II e che assumevano quotidianamente il multivitaminico, è stata osservata una riduzione pari all’8% del rischio di cancro rispetto al gruppo trattato con placebo», commenta il professor Francesco Cognetti, Direttore del Dipartimento Oncologia Medica dell’Istituto Regina Elena di Roma. «Occorre però sottolineare che i partecipanti arruolati nel trial americano erano soggetti a basso rischio di sviluppare il cancro, in quanto medici con stili di vita decisamente sani (basso consumo di alcol e tabacco, BMI corretto, dieta sana, abitudine all’esetcizio fisico). Ciò attribuisce un valore particolare alla riduzione dell’incidenza del cancro: una differenza che in una popolazione meno virtuosa potrebbe risultare ancora più significativa. Dal momento che nel trial americano i partecipanti erano esclusivamente uomini, lo stesso discorso si potrebbe estendere alla popolazione femminile. Anche in questo caso il vantaggio potrebbe essere più rilevante dal momento che molti tumori di genere (seno, utero, ovaie…) dipendono da squilibri ormonali e momenti della vita come la post-menopausa, che possono ricevere benefici da un’integrazione specifica. Lo studio offre quindi un’ulteriore conferma del ruolo fondamentale che i corretti stili di vita possono giocare nella prevenzione delle patologie oncologiche e dei benefici aggiuntivi che possono essere offerti dall’integrazione multivitaminica».

 

Interlocutori chiave per i consigli sull’integrazione alimentare sono certamente il medico di famiglia e il farmacista. Dall’indagine GfK Eurisko, il 40% di chi utilizza integratori indica il medico quale principale consulente e il 20% il farmacista. «In riferimento al progressivo aumento dell’età media della popolazione e a un’aspettativa di vita sempre più lunga, la promozione della salute e della prevenzione è una priorità sanitaria», puntualizza il dottor Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale. «Dobbiamo perciò operare nella convinzione che le problematiche legate ad abitudini alimentari sbagliate vanno affrontate precocemente, divulgando informazioni corrette sull’alimentazione, gli stili di vita e l’uso appropriato degli integratori alimentari come strumenti di salute, soprattutto negli adulti-anziani che, più di altri, hanno spesso un regime alimentare incompleto».

 

di Paola Trombetta

 

 

Mais rosso contro i radicali liberi

 

I ricercatori dell’Università degli studi di Milano, in collaborazione con quelli dell’Università di Grenoble, di recente hanno dimostrato che una dieta arricchita con antocianine del mais rosso contribuisce alla riduzione del 30% dei disturbi cardiovascolari, perché aumenta i livelli di glutatione nel cuore, un naturale antiossidante presente nel nostro organismo. E ancora si è visto che le antocianine del mais rosso aumentano del 17% i livelli  ematici degli Omega 3 di tipo marino (DHA e EPA), consigliati per prevenire le malattie cardiovascolari. Da qui sono nati l’idea, lo studio e la realizzazione di un nuovo integratore, N-Ossid forte a base di mais rosso (NO OGM raccolto e lavorato in  Italia), realizzato dall’Istituto Erboristico L’Angelica, assieme alla Fondazione Umberto Veronesi, uniti nell’obiettivo di impiegare ingredienti attivi di origine vegetale per promuovere il benessere dell’organismo. E’ infatti ormai riconosciuto che solo un terzo dei fattori che portano all’invecchiamento è di origine genetica, quindi non modificabile, mentre i due terzi derivano da fattori esterni modificabili, come alimentazione, attività fisica, farmaci, fumo. E quando non si riesce a intervenire su questi, diventa utile un’integrazione alimentare che aiuti a ridurre lo stress ossidativo. Non solo. Anche le difese immunitarie rivestono un ruolo fondamentale per prevenire malattie e rimettersi da traumi e ferite, però la loro efficienza può andare incontro ad alti e bassi  in relazione allo stile di vita, all’alimentazione, all’età e al livello di stress psicofisico. Ecco perché l’integratore di nuova generazione N-Ossid  potenzia il già elevato  potere antiossidante del mais rosso con quello del mirtillo e della vite rossa aggiungendo in più vitamina C ed Echinacea, che svolgono anche funzione immunostimolante aumentando le naturali difese dell’organismo.

(Antonella Franchini)

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