CAPELLI PER RINNOVARE IL LOOK

Le vacanze sembrano lontanissime e hai davanti a te un lungo anno costellato di impegni e scadenze. Vuoi ricaricarti? C’è un espediente infallibile: vai dal parrucchiere e rinnova il tuo look. Un taglio inedito, un ritocco al colore e ti sentirai un’altra. Al primo shampoo, però, cominciano i problemi. I capelli perdono brillantezza e volume. E la piega cede. Il primo consiglio vale per tutte. Per essere facilmente gestita nella quotidianità, una testa nuova non dev’essere solo alla moda. Ma anche adatta al tipo di capello e allo stile di vita personale. I capelli sono ondulati? Non bisogna lisciarli a tutti i costi. O così sottili da risultare ingovernabili? Niente acconciature che puntano sul volume. Meglio valorizzare le caratteristiche naturali della propria capigliatura. Come, del resto, vuole “l’ego-style”, che si è affermato negli ultimi anni: ogni donna può fare tendenza, scoprendo e sfoggiando l’immagine che più esalta il suo fascino.

Fai un piccolo test

E se ti accorgi che i capelli cadono? Molte le cause all’origine del fenomeno: dal cambio di stagione all’affaticamento generale dell’organismo, fino alla carenza di ferro. Né bisogna dimenticare che, proprio in estate, si ha il numero più rilevante di capelli in rapida crescita, poi eliminati nei mesi successivi. Prima di far suonare il campanello d’allarme, fai questo semplice test. Verifica quanti capelli restano nella vasca, dopo aver lavato la testa senza ricorrere a pettine e spazzola. Se ne conti oltre 200, è bene correre ai ripari subito.

Trattamenti, integratori e dieta

Il primo step per arrestare una perdita “importante” può essere un ciclo di due e tre mesi, con fiale o lozioni anti-caduta. Le formule vantano mix di aminoacidi e ingredienti in grado di ricostituire la cheratina capillare e stimolare i bulbi piliferi ‘intorpiditi’. E sono arricchite con vitamine e sostanze nutrienti e rivitalizzanti, perlopiù di origine vegetale. Per potenziarne l’efficacia, andrebbero abbinati a un integratore specifico, da assumere per bocca, a base di sali minerali (calcio, rame, ferro e manganese) e aminoacidi solforati (cistina, metionina e cisteina).Ora si acquistano anche in profumeria. L’inestetismo si affronta a 360°, curando anche l’alimentazione. Nel menu non dovrebbero mancare, per esempio, miele, frutti di bosco, uva e susine. Grazie al loro contenuto di antociani, migliorano, infatti, l’elasticità dei piccoli vasi sanguigni, permettendo così al cuoio capelluto di assorbire i fattori di crescita da parte del bulbo. Un prezioso aiuto alla capigliatura arriva poi dai cereali (meglio se integrali), con calcio, silicio e una proteina simile alla cheratina (che avvolge il fusto). Se poi la soia riequilibra il sistema ormonale, il pesce (ricco di omega 3) riduce la produzione di sebo, entrambi potenziali cause di indebolimento e caduta dei capelli. Via libera anche a uova (con fosfolipidi e aminoacidi solforati), carne, cavolfiori, carote, latte, fagioli, piselli, funghi e mele, accomunati dalla vitamina B, che evita la desquamazione del cuoio capelluto.

Soluzioni anti-alopecia

E se la caduta dei capelli non è un fenomeno sporadico o stagionale, ma tende ad aggravarsi nonostante le cure? Può trattarsi di alopecia androgenetica che afflige circa il 50% delle donne. Il primo segnale d’allarme: il cosiddetto “segno dell’albero di Natale”, ovvero un’area di diradamento a base anteriore, in corrispondenza della scriminatura centrale, che assume appunto le fattezze di un albero di Natale. Con il tempo, il diradamento si accentua sia in questa zona, rendendo visibile il cuoio capelluto, che in quella frontale. Può comparire nei tre momenti “cruciali” della vita di una donna: durante la pubertà (spesso con il concorso di una drastica dieta dimagrante), subito dopo una gravidanza (complici lo stress e la carenza di ferro tipici dell’allattamento) e, più di frequente, in menopausa, quando gli estrogeni si riducono, mentre aumentano gli ormoni maschili. Per ridurre o bloccare l’azione di questi ultimi sul follicolo bisogna puntare su medicinali anti-androgeni, come la finasteride e il minoxidil. Se nella donna il primo viene associato alla terapia anticoncezionale, il secondo va applicato localmente, 2 volte al giorno, a una concentrazione del 2%.

Microinnesti per il rinfoltimento

I farmaci non funzionano? Niente panico. Si può ricorrere a un trapianto, che consente un rinfoltimento naturale della capigliatura. Merito dei recenti progressi dei microinnesti capillari, effettuati con utensili innovativi e ad alte prestazioni, come fini barrette in metallo la cui estremità consente di praticare degli orifizi della misura giusta per l’innesto. Anche le cicatrici, invisibili, guariscono velocemente e non ci sono intervalli minimi da rispettare tra un innesto e l’altro. Si possono trapiantare fino a 60/70 follicoli per centimetro quadrato, per un totale di circa 2.000 a 4.000 innesti da uno a due capelli. Il tutto in una sola seduta con anestesia locale. Due le tecniche principali. La più utilizzata prevede l’asportazione di strisce di pelle (lunghe 10 cm e alte 1-2) con circa 2.500-3.000 capelli, poi trapiantate nelle zone dove il diradamento è più visibile. Il prelievo dei follicoli avviene dalla “corona ippocratica”, distribuita su tutto il perimetro della testa. È qui che i capelli durano più a lungo, perché insensibili all’azione del testosterone, responsabile della loro caduta prematura. Il risultato è ottimo: oltre il 90% dei capelli ricresce nel giro di un anno. Meno usata, perché più lunga e complessa (dura fino a 8-9 ore, contro le 5-6 della precedente), la seconda metodica prevede, invece, l’estrazione del singolo follicolo (comprensivo di bulbo, guaina e parte grassa) con un apposito sondino. Indicata alle pazienti, che soffrono di gravi forme di alopecia (dunque, con cicatrici estese e poche strisce di capelli) ha esiti meno soddisfacenti: solo il 50-60% dei microinnesti, infatti, riesce. Questo perché durante l’intervento, è facile distruggere involontariamente i bulbi. In ogni caso, l’intervento avviene in anestesia locale. Può lasciare un lieve gonfiore frontale, dovuto a piccoli travasi verso il basso di liquido anestetico. La paziente torna a casa con una medicazione in garza (rimossa dopo una settimana) e già dal giorno successivo può lavare i capelli e tornare alla vita normale.

di Monica Caiti

con la consulenza di Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e a Vigevano e Fabio Rinaldi, dermatologo a Milano

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