Vaccinarsi contro il Papilloma virus per vincere il cancro al collo dell’utero

Eleonora, una donna di 40 anni che scopre di essere stata contagiata dall’Hpv, è la protagonista del cortometraggio “Le Molecole del destino”, presentato a Roma, alla vigilia del 4 marzo, Giornata internazionale del Papilloma Virus (HPV). Il film narra uno spaccato di vita reale che interessa molte giovani in lotta contro una malattia ostile. Il destino di Eleonora cambia quando, prima di sottoporsi a un’isterectomia e rinunciare al suo desiderio di gravidanza, incontra il professor Vittorio Unfer e scopre una nuova terapia che le restituisce la speranza e la salute.
«Il Papilloma è un virus con cui l’80% della popolazione entra in contatto almeno una volta nella vita», spiega il ginecologo Vittorio Unfer, protagonista del cortometraggio. «Nel caso della protagonista del film, ha prodotto lesioni nell’epitelio della cervice uterina che hanno richiesto una serie d’interventi preventivi, allo scopo di evitare l’evoluzione in un cancro. Dopo 10 anni di calvario, le viene consigliato di togliere l’utero. Madre di un bambino, voluto con un atto di coraggio, non si rassegna a privarsi di una parte del suo corpo e quando tutto sembra perduto, grazie a un incontro “con la scienza” cambia il suo destino. Recenti studi scientifici hanno dimostrato come la supplementazione di alcuni micronutrienti sia utile per prevenire le lesioni indotte dall’Hpv e ridurne la persistenza». Vittorio Unfer, ginecologo di fama internazionale e maggiore esperto al mondo sull’uso dell’inositolo, ha interpretato sé stesso con un cast d’eccezione: Giorgia Salari, Ettore Bassi, Sara Ricci e Costantino Comito, con la regia di Massimo Ivan Falsetta.

Questo cortometraggio si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica su un’infezione, quella da Papilloma virus, che oggi può essere prevenuta con la vaccinazione, in grado di eliminare tutti i casi di tumore provocati dall’Hpv. Oltre l’80% dei genitori italiani è consapevole del fatto che il Papilloma Virus possa causare alcune forme di tumore, ma solo il 32% delle undicenni ha ricevuto il ciclo completo di vaccinazione. Due anni fa la Fondazione Umberto Veronesi, la Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, Fondazione IncontraDonna,  CittadinanzAttiva, ThinkYoung, Consiglio Nazionale dei Giovani, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e ACTO – Alleanza Contro il Tumore Ovarico avevano realizzato un Manifesto, con cinque punti d’intervento per consentire entro il 2030 all’Italia di eliminare il tumore ginecologico da Papilloma Virus.

OMS: entro il 2030 si può eliminare il tumore alla cervice uterina

«È questo l’obiettivo auspicato dall’Oms», afferma Walter Ricciardi, Presidente del Mission Board on Cancer, intervenuto al Congresso che si è svolto i giorni scorsi a Roma: “Eliminare il cancro alla cervice uterina: i bilanci e le prospettive a due anni dalla call to action dell’Oms”. «Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per raggiungerlo e la vaccinazione è il primo pilastro su cui lavorare per eliminare il cancro alla cervice uterina anche qui da noi. Purtroppo siamo ancora lontani da coperture vaccinali ottimali nella popolazione, previste dal nostro Piano di Prevenzione Vaccinale. Pertanto, sarà necessario implementare il più possibile gli interventi di prevenzione oggi disponibili: vaccinazione anti-Hpv e screening, per raggiungere l’ambizioso obiettivo promosso dall’Oms. Saranno le azioni e le politiche di ciascuno Stato a svolgere un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’obiettivo globale di eliminazione del cancro cervicale e nel controllo di tutti gli altri tumori Hpv-correlati».

Di recente MSD ha annunciato la pubblicazione online sulla rivista Expert Review of Vaccines di una revisione aggiornata che ha preso in esame l’efficacia e l’impatto globale della vaccinazione per Papillomavirus Umano (HPV) con il vaccino ricombinante quadrivalente (tipi 6, 11, 16 e 18). È stato evidenziato che l’uso del vaccino per Hpv ricombinante quadrivalente ha portato a una riduzione dei tassi di lesioni cervicali di alto grado (pre-cancerose) e di basso grado, nonché a una riduzione di alcune patologie non cervicali correlate ad Hpv e dell’infezione da Hpv in donne e uomini. La revisione sistematica ha riguardato 138 studi pubblicati tra il primo marzo 2016 e il 31 marzo 2020. Il documento analizza l’impatto e l’efficacia di campo del vaccino per Hpv ricombinante quadrivalente implementato nei programmi di immunizzazione di 23 Paesi in Africa, Asia, Europa, Australia, Sud America e Nord America.

L’Oms raccomanda di includere la vaccinazione per Hpv nei programmi nazionali di immunizzazione, poiché la prevenzione del cervicocarcinoma e delle altre patologie correlate all’Hpv rappresenta una priorità di sanità pubblica. In Italia, il vaccino per Hpv ricombinante quadrivalente è indicato a partire dai 9 anni di età per la prevenzione di lesioni genitali precancerose (del collo dell’utero, della vulva e della vagina), lesioni anali precancerose, tumori del collo dell’utero e cancri anali, causati da vari tipi oncogenici di Hpv e lesioni genitali (condilomi acuminati) causate da tipi specifici di Hpv. Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale prevede la vaccinazione gratuita a tutti gli adolescenti maschi e femmine a partire dalla coorte dei 12enni in tutte le Regioni. Inoltre, raccomanda anche la vaccinazione delle donne di 25 anni di età con vaccino anti-Hpv, utilizzando l’occasione opportuna della chiamata al primo screening per la citologia cervicale (Pap-test), oltre alla raccomandazione di utilizzo della vaccinazione secondo gli indirizzi delle Regioni (regime di co-pagamento) per tutte le donne.

Per saperne di più, MSD ha promosso la Campagna d’informazione: “Hai Prenotato Vero?”, che verrà presentata il 9 marzo a Roma, presso il Centro Congressi Roma Eventi Fontana di Trevi (https://www.haiprenotatovero.it/).

In occasione della Giornata Internazionale contro l’Hpv del 4 marzo, anche Roche Diagnostics conferma il proprio impegno a sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione del tumore alla cervice uterina tramite la vaccinazione, gratuita per le 12enni, e l’adesione ai programmi di screening che, offerti in molte regioni italiane anche alle donne tra i 30 e i 64 anni, prevedono la gratuità del test Hpv-Dna ogni 5 anni. Questo esame è più sensibile e affidabile rispetto ad altre tipologie di esami e consente di rilevare in anticipo la presenza dei genotipi considerati ad alto rischio oncogeno (HPV 16 e 18). Lo screening con HPV è raccomandato per questa fascia d’età, perché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti, ma nella maggior parte dei casi regrediscono da sole.

di Paola Trombetta

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