Promuovere una corretta informazione e incoraggiare il dialogo con gli specialisti per gestire al meglio la patologia. È l’obiettivo della Campagna “Vitiligine, è tempo di essere liberi. Oltre i falsi miti, verso nuove possibilità”, promossa per la Giornata Mondiale della Vitiligine (25 giugno), da Incyte Italia con il patrocinio di APIAFCO, Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza, Psoriasi&Co. Intorno alla vitiligine ruotano ancora troppe miscredenze, ad esempio che sia contagiosa, causata dallo stress o che sia un semplice problema estetico. La vitiligine è invece una vera malattia che può associarsi anche ad altre condizioni cliniche: «È una patologia cronica autoimmune – spiega la Professoressa Maddalena Napolitano, Direttore scuola a di specializzazione in Dermatologia e Venereologia e della U.O.S.D. Dermatologia Allergologica e Malattie infiammatorie Cutanee croniche A.O.U. Federico II di Napoli – che si manifesta quando il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule sane del corpo, in questo caso i melanociti, responsabili della produzione di melanina, il pigmento che conferisce colore alla pelle, causando la comparsa delle macchie bianche. Spesso si accompagna ad altre condizioni autoimmuni, come l’ipotiroidismo, una patologia per cui la tiroide non produce sufficienti ormoni tiroidei, o l’artrite reumatoide, una malattia infiammatoria che colpisce le articolazioni. I pazienti devono essere seguiti da specialisti, per tenere sotto controllo tutte le possibili implicazioni della malattia e che si instauri un dialogo “aperto”».
Invece sulla vitiligine (330 mila italiani di ogni età), manca consapevolezza come attesta un’indagine di da Elma Research su 141 persone con vitiligine, circa le cause di sviluppo della malattia – (in larga parte genetica (80%) – delle implicazioni (psicologiche e sociali) e soprattutto delle nuove terapie. «Sono state identificate alcune molecole, le Janus chinasi (JAK), che svolgono un ruolo chiave nella segnalazione intracellulare e nell’infiammazione, contribuendo alla progressione della vitiligine, – precisa Emiliano Antiga, Professore Associato in Dermatologia e Venereologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Firenze – su cui si sono sviluppati i farmaci JAK inibitori, che interrompono il processo di distruzione dei melanociti consentendo alla pelle di acquisire la normale pigmentazione. Sono terapie in crema, sicure e ben tollerate». Fondamentale è anche il ruolo delle Associazioni pazienti, come APIAFCO: «Sul nostro portale – conclude la Presidente, Valeria Corazza – sono disponibili tanti strumenti utili: dal supporto psicologico territoriale alle consulenze telefoniche, dalle info aggiornate su cure e farmaci innovativi ai consigli su alimentazione e stili di vita, fino alla geolocalizzazione dei centri di cura».
Per approfondimenti: https://www.apiafco.org/
Francesca Morelli