Un team femminile ha isolato il Coronavirus

L’isolamento del Coronavirus è merito di una squadra prevalentemente femminile. Sono tre infatti le ricercatrici dell’Istituto Spallanzani di Roma ad aver isolato e identificato la struttura molecolare del Coronavirus, una prospettiva che potrebbe facilitare la possibilità di combatterlo. Insieme alla dottoressa Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani  hanno lavorato due ricercatrici: Francesca Colavita, da 4 anni al lavoro nel laboratorio, dopo diverse missioni in Sierra Leone per fronteggiare l’emergenza Ebola; Concetta Castilletti, responsabile della Unità dei virus emergenti, classe 1963, specializzata in Microbiologia e virologia. A loro si aggiungono Fabrizio Carletti, esperto nel disegno di nuovi test molecolari e Antonino Di Caro che si occupa dei collegamenti sanitari internazionali.

«Aver isolato il virus significa avere molte opportunità di poterlo studiare, capire e verificare cosa si può fare per bloccarne la diffusione» ha dichiarato il Ministro della Salute Roberto Speranza. «Non siamo il primo paese ad averlo identificato: lo hanno fatto la Cina (senza condividere i dati), gli Usa, il Giappone, l’Australia e la Francia, quest’ultima sul filo di lana con l’Italia. «Una notizia importantissima per lo sviluppo delle cure. Un grande plauso a ricercatori e staff medico dello Spallanzani».

Come si è arrivati a questa importante scoperta? «Quando si scoprono virus nuovi – ha spiegato ai giornalisti la direttrice del laboratorio di Virologia dell’Istituto Spallanzani, Maria Rosaria Capobianchi – il materiale di partenza è fondamentale: averlo a disposizione, e avere anche un sistema di crescita e coltivazione in vitro, ci dà uno strumento per perfezionare la diagnosi molecolare e i test sierologici, cioè la ricerca degli anticorpi nel sangue. Avere a disposizione il virus ci permette di testare farmaci in vitro e di avere grandi quantità di virus che possono servire per la messa a punto di un vaccino. Fino a pochi giorni fa erano disponibili i dati di sequenza del virus, che avevano pubblicato i cinesi, senza metterli però a disposizione della comunità scientifica internazionale. Da oggi il nostro lavoro sarà invece patrimonio di tutti>.

Paola Trombetta

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