Tumore dell’endometrio avanzato: una nuova combinazione terapeutica riduce la progressione

Nuove combinazioni terapeutiche per il tumore all’endometrio sono state presentate al Congresso 2023 della European Society for Medical Oncology (ESMO) di Madrid. I risultati positivi dello studio di Fase III “DUO-E” mostrano che durvalumab più chemioterapia a base di platino, seguiti da durvalumab in monoterapia o durvalumab più olaparib, hanno dimostrato un miglioramento significativo e clinicamente rilevante, intorno al 45% della sopravvivenza libera da progressione rispetto alla sola chemioterapia nei pazienti dello studio con nuova diagnosi di tumore dell’endometrio avanzato.

<Il tumore dell’endometrio rappresenta il più comune tra i tumori ginecologici>, spiega Domenica Lorusso, Responsabile Programmazione Ricerca Clinica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma e Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia Università Humanitas di Milano. <La prognosi per i casi di recidiva non è buona e la mortalità rimane alta, per questo servono terapie efficaci. I nuovi risultati presentati al Congresso ESMO mostrano, per la prima volta, il potenziale della combinazione dell’immunoterapia con un PARP inibitore nel fornire un miglioramento clinico significativo. Va inoltre sottolineato che i benefici dell’immunoterapia tendono a durare nel tempo. I dati dello studio DUO-E possono offrire, agli oncologi e alle pazienti, nuove opportunità terapeutiche contro il carcinoma dell’endometrio che è un tumore che negli anni abbiamo un po’ sottovalutato e che oggi è l’unico, tra quelli ginecologici, con incidenza e mortalità in aumento>.

<In Italia si registrano più di 10mila nuovi casi ogni anno>, afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). <Esistono diversi fattori di rischio conclamati come obesità, nulliparità, ipertensione e diabete mellito. Gioca poi un ruolo, nell’insorgenza della neoplasia, anche una maggiore predisposizione genetica e familiare. La malattia tende a svilupparsi solitamente dopo i 50 anni, in seguito alla menopausa. Tuttavia circa il 25% delle neoplasie si presenta in età premenopausale. Il primo sintomo da non sottovalutare è il sanguinamento anomalo, che dovrebbe mettere in allarme sia in pre che in postmenopausa. Proseguono le innovazioni indotte dalla ricerca clinica che negli ultimi anni ha messo a punto trattamenti innovativi. La nuova combinazione terapeutica presenta potenzialità rilevanti, che meritano di essere approfondite da ulteriori sperimentazioni>.

Paola Trombetta

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