Salute: come cambiano i comportamenti delle generazioni italiane

Non c’è più la paura del Covid, ma una delle eredità che ci ha lasciato è l’idea che ci si debba prendere più cura della propria salute, di cui sono convinte soprattutto le giovani generazioni che, forse per la prima volta, se ne preoccupano quanto i loro genitori. E ci riferiamo non solo alla salute fisica, ma anche mentale e al benessere relazionale. È quanto emerge da un’indagine realizzata dal Centro di Ricerca Luiss – X.ITE su Tecnologie e Comportamenti di Mercato, in collaborazione con Merck Italia e presentata a Roma presso la sede dell’Università, in occasione del convegno “Emerging healthcare trends. A closer look across generations”.

<È vero che la salute, come la giovinezza, non ha età, ma il concetto di salute è cambiato>, ha sottolineato Michele Costabile, Direttore Centro di Ricerca Luiss – X.ITE su Tecnologie e Comportamenti di Mercato. <Si sono moltiplicati i tipi di salute che ricevono attenzioni e generano ansie, con intensità diverse per le differenti generazioni. Comprendere attese, resistenze, timori e speranze di consumatori sempre più differenziati per età è un passaggio obbligato per fare in modo che il potenziale di innovazione tecnologica si traduca in valore sociale e in maggiore salute e benessere>.

L’analisi sistematica degli studi esistenti è stata integrata da una raccolta dati, condotta tra gennaio e febbraio 2024 su 3000 intervistati, che affronta un’ampia gamma di argomenti e tendenze dei consumatori relativamente al tema salute, evidenziando come le diverse generazioni adattino i propri comportamenti in base a valori e bisogni. La salute è intesa soprattutto come fisica (30%) e mentale (24%). Una parte importante riveste il benessere familiare (21%), mentre più contenuto è il ruolo di benessere sociale e professionale (13% e 12%). Una differenza tra le generazioni più anziane e quelle giovani la ritroviamo però nell’importanza che viene attribuita alle diverse componenti di salute: se per i boomer (60-70 anni) e la generazione X (44-59 anni) salute fisica e familiare vengono messe al primo posto, quando si passa alla generazione Y (28-43 anni) e Z (18-27 anni) il benessere mentale, sociale e professionale sono sicuramente tra gli aspetti più considerati per sentirsi in buona salute. Se per le generazioni più anziane lo stato di salute mentale e sociale è considerato buono, stessa cosa non può dirsi per i più giovani, che invece riportano una migliore salute fisica. Per la maggior parte degli intervistati la salute è capace di indirizzare le proprie scelte, presenti e future in un’alleanza tra alimentazione equilibrata, sonno e cura di sé, in maggior misura dalle generazioni più anziane rispetto alle più giovani. Se si parla invece di terapia psicologica e pausa dalla tecnologia sono esigenze di salute più frequentemente sentite dalle generazioni giovani. Più della metà degli intervistati esprime un giudizio favorevole sull’utilizzo di cartella clinica elettronica (61%) e dispositivi indossabili (51%), meno frequenti sono invece le opinioni favorevoli sull’uso di telemedicina (45%) e intelligenza artificiale (39%). In genere, le generazioni più anziane tendono ad essere meno pronte all’impiego di nuove tecnologie nella cura della salute. Quanto alle valutazioni di affidabilità, sono concordi nel ritenere il farmacista molto o estremamente affidabile, secondo solo al medico di base o specialista. Al contrario, Internet è ritenuto poco o per niente affidabile dal 40,3% degli intervistati. I social media, infine, sono la fonte di informazione ritenuta meno affidabile da tutti i rispondenti (65%).

Paola Trombetta

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