Donne nella Ricerca Medica: fare carriera è ancora un percorso ad ostacoli

Solo il 17% delle donne che lavorano in ambito biomedico si ritiene soddisfatta del livello di inclusività raggiunto. La principale difficoltà è di riuscire a mantenere un equilibrio tra vita privata e lavorativa, aspettative sociali che vedono la donna come perno della vita familiare, difficoltà ad accedere a ruoli di leadership in ambito biomedico. La progressione nelle professioni in ambito scientifico è ancora complessa per le donne: malgrado negli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sia data rilevanza alla parità di genere, la strada per raggiungere le pari opportunità in termini di leadership è ancora lontana. Questo è lo scenario delineato dai risultati dell’indagine condotta da Fondazione Onda ETS, in collaborazione con Elma Research, su un campione di 82 donne del Club delle “Top Italian Women Scientists”, il circuito della Fondazione dedicato alle studiose in campo biomedico che si distinguono per la loro elevata produttività scientifica, fondato con Adriana Albini, attuale Presidente, presentata in occasione dell’evento che ha premiato 98 ricercatrici a Palazzo Pirelli, in collaborazione con la Regione Lombardia. Alla tavola rotonda hanno partecipato ricercatrici altamente qualificate, come Delia Goletti (IRCCS Spallanzani), Rossella Nappi (Università di Pavia), Eva Negri (Università di Bologna), Katia Varani (Università di Ferrara), MariaPia Abbracchio (Università Statale di Milano) e Maria Rita Querzé (Giornalista del Corriere).

«Fare rete nel mondo della ricerca scientifica e promuovere il ruolo delle donne è uno degli obiettivi a cui teniamo maggiormente», commenta Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda ETS. «Per questo lavoriamo attivamente per far avvicinare a questo mondo le giovani ricercatrici, anche attraverso eventi scientifici, concorsi e bandi di ricerca che contribuiscono a creare una rete di professioniste contraddistinte per un’alta produttività scientifica e soprattutto un’alta capacità di fare opinione, nella prospettiva di nuove riflessioni ed azioni che possano avere effetti positivi per la salute della donna e di genere. L’analisi che abbiamo condotto insieme a Elma Research sottolinea come la strada per raggiungere la parità non solo sia ancora lunga, ma anche fitta di ostacoli».

Non sorprende che solo il 17% delle rispondenti si dichiari pienamente soddisfatta del livello di inclusività raggiunto nel campo della ricerca biomedica. Il 55% delle intervistate ritiene che le scelte di carriera delle donne in questo campo siano influenzate dalle aspettative sociali e dalle pressioni derivanti dal dover conciliare vita professionale e privata, soprattutto se madri o caregiver. Questo contribuisce a chiudere le porte alle donne ai ruoli di leadership e alle posizioni apicali nelle strutture dove lavorano, tanto che il 40 per cento delle rispondenti crede che le donne siano sottorappresentate nel proprio settore. Se da un lato il 68% delle intervistate dichiara di dover fare spesso piccole rinunce nella propria vita privata, il 25% delle TIWS che ha avuti figli dichiara di non aver avuto la possibilità di usufruire del congedo di maternità e il 16% ha rinunciato alla maternità anche a causa del lavoro.

<Il Club TIWS riunisce donne di “impatto” nella biomedicina», dichiara Adriana Albini, Presidente Club TIWS di Fondazione Onda ETS, Collaboratrice Scientifica IRCCS IEO-Istituto Europeo di Oncologia. <Non solo perchè il loro lavoro impatta sui progressi della conoscenza, ma, anche perché, attraverso la loro produzione scientifica letta e citata, si sono conquistate una posizione alta nella “hit parade” della ricerca biomedica grazie al loro “H-Index”, una misura di produttività e citazioni. Nato nel 2016 grazie a Fondazione Onda, il Club delle scienziate ha visto la crescita di una rete di donne ricercatrici in campo biomedico che può diventare di riferimento alle giovani studiose>.

Paola Trombetta

 

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