Mal di schiena neuropatico: un nuovo farmaco lo controlla

Con il mal di schiena non si scherza: sono dolori seri, invalidanti che peggiorano la qualità della vita. Lo conferma l’84% degli italiani – quasi 1 su 4 – che li hanno sperimentati almeno una volta e in forma cronica nel 23% dei casi. La lombalgia (mal di schiena) più complessa però è quella che oltre alla cronicità, unisce anche una componente neuropatica, dovuta cioè alla compressione o alla lesione di un nervo. Può accadere nel 20-35% dei mal di schiena e in questi casi i FANS, a cui solitamente si ricorre per sedare i dolori lombari, non bastano, richiedendo invece un trattamento più specifico, a base di oppioidi, temuti dai pazienti per gli effetti collaterali e poco prescritti dai medici.  Ma su questo fronte è arrivata un’ innovazione: un farmaco che combina l’azione di ossicodone/naloxone, un oppioide e il suo antagonista, con risultati migliori dell’attuale terapia con tapentadolo, senza incidere su effetti collaterali. Lo dimostrano i risultati di uno studio tedesco – OXYNTA – condotto su 261 pazienti di età compresa fra 20 e 71 anni, affetti da mal di schiena cronico e neuropatico di intensità moderata-severa, sottoposti a trattamento con il farmaco combinato per 12 settimane. «I pazienti che soffrono di questo tipo di lombalgia (mal di schiena), gravato dalla componente neuropatica – spiega Stefano Masiero, Ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa, Università degli Studi di Padova – hanno dolore più elevato, poco responsivo alle cure tradizionali. Tuttavia i risultati dello studio, pubblicato su Journal of Pain Research, hanno evidenziato che la doppia formulazione ossicodone/naloxone, rispetto al solo tapentadolo, ha efficacia analgesica superiore, con benefici significativi sulla riduzione del dolore, sul miglioramento della disabilità e di conseguenza anche sulla qualità della vita. L’auspicio è, dunque, che queste evidenze contribuiscano a ridurre abitudini prescrittive poco corrette ed evitare l’abuso di altri farmaci analgesici, soprattutto FANS, talvolta responsabili di serie complicanze, come quelle gastrointestinali o cardiovascolari». «Lo studio tedesco OXYNTA – aggiunge Silvestro Scotti, Segretario Generale Nazionale FIMMG (Federazione Italiana Medici di medicina Generale) – apre nuove interessanti prospettive nel trattamento della lombalgia cronica neuropatica, perché condotto in “real life”, su una casistica di pazienti sovrapponibile a quella tipica di un ambulatorio di medicina generale». La lombalgia in ogni sua forma costituisce infatti uno dei motivi più frequenti di ricorso al medico di famiglia, con una richiesta di prestazioni da un minimo di 3,5 visite a settimana a 2 al giorno. «In funzione dei dati emersi dallo studio – conclude Scotti – è necessario che il medico di medicina generale si faccia carico di un’adeguata informazione al paziente, per renderlo consapevole del valore terapeutico degli oppioidi e aiutarlo a superare i timori infondati che ancora permangono e favoriscono il ricorso a una rischiosa automedicazione con i FANS».    F.M.

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