Il fumo in Lombardia: la situazione di oggi e le strategie per il futuro

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, che ricorre il 31 maggio, il Coordinamento regionale di LILT Lombardia ha presentato una nuova indagine sul fumo a livello regionale. A commentarla, oltre ai ricercatori di SWG che l’hanno realizzata, erano presenti rappresentanti della Regione e prestigiosi esperti del tabagismo come Silvio Garattini, Roberto Boffi e il presidente di LILT Milano Marco Alloisio. La ricerca è stata commissionata da Lilt alla società SWG che ha intervistato 2317 soggetti (di cui 944 fumatori) tra i 18 e i 74 anni, residenti in Lombardia. 

In Lombardia i fumatori sono 3 milioni e, di questi, più di 350mila hanno tra i 18 e i 24 anni. <Quasi 2 cittadini lombardi su 3 fumano o hanno fumato in passato e 2 lombardi su 5 fumano prodotti tradizionali (sigarette confezionate o arrotolate) e prodotti digitali (dispositivi a tabacco riscaldato, svapo con e senza nicotina)> ha commentato il direttore ricerca SWG, Riccardo Grassi. <Oltre il 60% degli under 34 ha avuto almeno un’esperienza con il fumo, dato di poco inferiore a quello degli anni precedenti, segno che la cultura delle generazioni «smoke free» è ancora molto lontana. L’innesco continua ad essere la sigaretta tradizionale in 8 casi su 10, anche se, tra le nuove generazioni, il fumo digitale ha quote più alte rispetto agli over 40>. 

Nel monitoraggio si evidenzia un processo di crescita del consumo misto occasionale e abituale di prodotti da fumo «digital» e tradizionali, che quest’anno raggiunge il 46% dei fumatori. Negli ultimi 3 anni è diminuita la quota di chi fuma esclusivamente sigarette (-7%). Nello specifico, la ricerca ha individuato diverse categorie di fumatori: i fumatori di sigarette tradizionali, in prevalenza donne e persone di età compresa tra i 65 e i 74. anni. Ci sono poi i «fumatori digitali» che fumano principalmente dispositivi elettronici (es. a tabacco riscaldato e/o sigarette elettroniche e le nuove sigarette elettroniche usa e getta). Questo gruppo è meno diffuso e coinvolge principalmente i giovani (18-24 anni). Una terza categoria è quella dei “fumatori di nicchia, che fumano principalmente sigari, cannabis e cannabis light e vedono il fumo come un modo per rilassarsi. Un’altra categoria è composta dai fumatori occasionali, che fumano anche più dispositive, ma sporadicamente. È principalmente composta da uomini e persone con età compresa fra i 18 e i 24 anni e fra i dispositivi più fumati troviamo sigarette tradizionali e dispostivi a tabacco riscaldato. E, infine, ci sono i «fumatori onnivori», che utilizzano più dispositivi. 

<I dati che emergono dalla ricerca sono preoccupanti e fotografano quanto ancora sia radicata nella nostra Regione l’abitudine al fumo, ma anche quanto l’attività della LILT in Lombardia sia di primaria importanza>,ha commentato Ilaria Malvezzi, coordinatrice regionale LILT Lombardia. <Ogni anno LILT si impegna nel contrasto al fumo con diverse attività. Ha raggiunto oltre 40mila studenti nelle scuole: dalle primarie, con il progetto Agenti 00Sigarette, e alle superiori con interventi specifici e il coinvolgimento di giovani testimonial. Ma ha anche coinvolto aziende con attività di disassuefazione al fumo rivolte ai dipendenti. A tal proposito, ogni anno LILT assegna il premio “Azienda contro il fumo” che quest’anno è stato consegnato a Napoli a SEA Milan Airports, la società che gestisce gli aeroporti di Milano Linate e Milano Malpensa>. 

Guido Bertolaso, assessore al welfare di Regione Lombardia, ha commentato. <Quello che porta avanti LILT con questa indagine sulle abitudini al fumo è un’iniziativa concreta e interessante. C’è l’esigenza di chiudere la pagina alle abitudini al fumo. Tra le leggi degli ultimi 30 anni che hanno proibito iniziative e comportamenti legati al fumo, quella che ha riscosso maggior successo è stata quella del ministro Sirchia, che ha abolito il fumo in qualsiasi locale. Il fumo dovrebbe essere bandito da tutti gli ambienti, in particolare negli ambienti ospedalieri dove i medici dovrebbero essere i primi a dare l’esempio. Migliorando i nostri stili di vita, potremo migliorare le attività di prevenzione, garantendo a una popolazione che conserva negli ultimi decenni della propria vita cronicità importanti a livello polmonare una vita migliore>.  

<Il fumo è un fattore di rischio per 27 malattie, ma noi pensiamo solo ai tumori. Quando parliamo di fumo passivo, parliamo di fumo nei parchi, nelle spiagge e così via. Basterebbe un’ora alla settimana nelle scuole in cui si insegna la salute. Non basta andare una volta a parlarne. La Regione potrebbe inserire e stabilire che per un’ora alla settimana persone preparate parlino di salute ai ragazzi>, ha commentato Silvio Garattini, Presidente Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.  

 

Paola Trombetta 

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