I genitori italiani e la salute dei propri figli

Amore, cibo, felicità, sport, salute, famiglia: sono i “valori” che secondo i genitori italiani esprimono al meglio il benessere dei propri figli. Un concetto di salute allargata che comprende aspetti legati alla componente fisica e a quella psico-sociale. Ci si orienta cioè verso una dimensione sempre più olistica del benessere. Lo rivela la ricerca sulla Salute infantile condotta da Human Highway per Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, presentata in occasione del webinar Salute infantile: prevenire, curare, amare. I consigli di Assosalute quando i piccoli disturbi riguardano i bambini”.

Quali sono gli elementi imprescindibili per il benessere dei bambini secondo i genitori? La serenità dell’ambiente di famiglia (67%), tanto per i papà quanto per le mamme, le attività all’aria aperta, soprattutto per i genitori del Nord est e per le donne (45% vs 29% degli uomini), lo sport, in particolare tra i genitori del Sud e gli uomini (34% vs 23% per le donne), l’alimentazione maggiormente diffusa tra i genitori del Nord ovest della Penisola. «Nonostante l’Italia si classifichi tra le migliori nazioni per un bambino che nasce oggi – dichiara Elena Bozzola, pediatra, Segretario e Consigliere Nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP)è difficile per i genitori trasmettere ai figli stili di vita salutari a partire dal cibo. Abbiamo infatti un’eccedenza nell’alimentazione, troppo ricca di proteine e “pasticciata”, a scapito di una dieta corretta per la crescita e lo sviluppo del bambino». La pandemia non ha favorito questo aspetto “alimentando” il rischio di sovrappeso, tanto che è stato coniato il termine di covibesity, con quantità superiori di cibo consumate, magari di scarsa qualità (junk food).

Accanto alla dieta, anche l’influenza mediatica è cruciale in giovane età. «Passando da un dispositivo all’altro, in età inferiore rispetto al passato, i bambini di oggi – spiega Aldo Manfredi, pedagogista – dopo i mesi di restrizioni e lockdown in cui la casa è diventata il luogo in cui tutto è a portata di mano, rischiano di trascorrere 4-5 ore al giorno davanti agli schermi, non uscendo di casa ed evitando attività all’aria aperta. Ciò può portare all’insorgenza delle cosiddette “malattie sociali”, come i disturbi del comportamento, quelli dell’attenzione e i problemi di depressione. All’educazione corretta dell’uso di strumenti elettronici possono contribuire anche gli insegnanti, aiutando i giovani a gestire il linguaggio digitale, a capire che un’informazione sul web non è ancora conoscenza, educandoli a guardare quello che scorre sul cellulare in modo non passivo».

Si aggiungono a questi rischi i disturbi della vista, del sonno, problematiche posturali, quali il text neck syndrome, il pollice da SMS o il phubbing, la difficoltà a esternare i sentimenti e creare relazioni reali, quale conseguenza della comunicazione tramite messaggi. O ancora gli schermi possono provocare disturbi della vista a causa dell’emissione della luce, tra cui secchezza oculare, bruciore, irritazione e abbagliamento, disturbi del sonno, oltre che per la luce anche per i contenuti stimolanti o favorire patologie infettive. È stato infatti dimostrato che la deprivazione del sonno espone il bambino a un maggior rischio di ammalarsi e di prendere l’influenza per l’indebolimento dell’organismo. Tuttavia, i genitori appiano consapevoli della necessità di agire al primo sintomo e identificano nel pediatra il punto di riferimento, cui si rivolgono quasi 7 italiani su 10 (69%). Seguono le indicazioni del medico in caso di malattia dei propri figli, soprattutto i papà (75% vs 63% delle donne), mentre le mamme preferiscono affidarsi alla propria esperienza di cura maturata nel tempo (18% vs 9% per gli uomini), facendo uso anche di farmaci di automedicazione o di altre soluzioni come i rimedi casalinghi, gli integratori, le vitamine e prodotti naturali (erboristici e/o omeopatici), o cercando consiglio online (14% vs 7%). Al pediatra si affida il 54% dei genitori anche in caso di segnali sintomatici di disagio psicologico, come sbalzi di umore, paure, disturbi del sonno, ansia, e difficoltà scolastiche. «Raccomando i genitori – conclude la dottoressa – di non disattendere i controlli del pediatra anche se sembra che il bambino stia bene, e programmare con lui eventuali visite specialistiche, in un’ottica di prevenzione, prima arma di buona salute. Invito inoltre i genitori a confrontarsi con il pediatra anche sulle vaccinazioni: uno strumento terapeutico cruciale per aumentare le difese del bambino».

Francesca Morelli

 

 

 

 

 

 

 

 

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