Carnevale, tra tradizioni antiche e moderne

Sul filo di tradizioni antiche e moderne, vivaci e identitarie, esplode il Carnevale lungo tutta la penisola. Celebri i Carnevali di Venezia o di Viareggio, ma anche molti altri. Come il Carnevale di Leolandia (Capriate San Gervasio-BG), il più importante parco a tema del nord Italia, che dal 3 febbraio fino a tutti i fine settimana di marzo celebra la prima festa dell’anno con maschere, coriandoli e iniziative inedite (www.leolandia.it). O quello di Roma, dove vie e vicoli accolgono manifestazioni e maschere di ogni tipo e anche il fiume diventa protagonista l’11 febbraio con il Carnevale Tiberino, evento sportivo, ludico, che vede maschere di adulti e bambini percorrere le sue rive a piedi e in bici o navigare le sue acque con canoe e gommoni. E poi c’è il grande sud, sempre ricchissimo di colori e tradizioni. Una Regione tra tutte, la Basilicata, che quest’anno in occasione della BIT ha ricevuto il riconoscimento come la Regione più accogliente d’Italia, con un Carnevale legato alle tradizioni più antiche e alla storia, ai paesaggi, alla natura di ogni suo singolo territorio. A dare il via ai festeggiamenti, previsti fino al 13 febbraio,  sono 9 comuni legati alla “Rete dei Carnevali con valenza antropologica e culturale” che, uniti dalla forza di culture millenarie, mettono in scena altrettanti cortei storici animati da maschere ricche di identità e di memoria. A Tricarico il Mash-kr (carnevale), improntato di tradizioni contadine, celebra il toro e la mucca con  le tipiche maschere addobbate da lunghi nastri colorati che scendono fino alle caviglie. A Teana è protagonista l’Orso, al quale, l’ultimo sabato di Carnevale, è dedicato un processo parodia della passione di Gesù. A Satriano si svolge un  carnevale unico nel suo genere, con alberi e uomini che si intrecciano nella fantasiosa “foresta che cammina” insieme alla figura del Rumita che impersona lo spirito del bosco. E poi Cirigliano, che mette in scena la sfilata con Pulcinella e le maschere delle stagioni e dei 12 mesi dell’anno, e Aliano, famosa per le  maschere cornute che rievocano figure demoniache dall’aspetto terrificante ingentilito da particolari cappelli colorati.

Tipici, e imperdibili sono i campanacci di San Mauro Forte, che rimbombano nei vicoli fino alla bella Torre Normanna; i balli con il Domino, maschera tipica avvolta in tunica di raso, che animano le strade del comune di  Lavello;  il doppio Carnevale di Montescaglioso, cioè il Carnevalone tradizionale della domenica che precede il martedi grasso e il carnevale Montese con la sfilata dei carri allegorici il martedì stesso; e ancora, il carnevale di Stigliano, con la maschera del Pagliaccio, figura di tutti i tempi, con in mano  il fiasco di vino e la cupa-cupa (antichissimo strumento musicale), simboli di un passato mai reciso. A Pietrapertosa va in scena il processo a Carnevale, con il corteo che giunto in piazza procederà alla sua condanna. A Trecchina si festeggia ai ritmi della cupa-cupa, e fra i vicoli di Pomarico sfilano Pulcinella e la moglie Zeza, accompagnata da canti  e musiche.  Ad Accettura campanacci, zampogne e ciaramelle accompagnano la festa di S. Antuono,  mentre ad Armento va in scena il rogo di carnevale, e così anche a Picerno, dove il rito del grande falò è preceduto da un lungo e scenografico corteo, e a Tursi, dove i pupazzoni di carnevale subiscono la stessa sorte. Il suono della cupa-cupa accompagna la maschera di San Severino Lucano, mentre nei comuni di Oppido ed Abriola  rieccheggiano le antiche tradizioni contadine con mimiche legate ai lavori dei campi. Per info: www.aptbasilicata.it

 Marilisa Zito

 

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