Artrite reumatoide: arriva in Italia un nuovo farmaco

Per gli oltre 400mila pazienti italiani affetti da artrite reumatoide, soprattutto donne in un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini, è disponibile il nuovo farmaco baricitinib, in grado di bloccare i meccanismi che innescano l’infiammazione alle articolazioni, riducendo dolore e rigidità articolare. Già approvato dall’AIFA, sarà rimborsato anche in Italia nei prossimi giorni.

<Poter disporre di un farmaco efficace sin dalle prime settimane di trattamento rappresenta un grande vantaggio in quanto permette di controllare rapidamente le manifestazioni cliniche dell’artrite reumatoide>, spiega il professor Fabrizio Conti, docente di Reumatologia all’Università La Sapienza di Roma. <Baricitinib esercita la sua azione con un meccanismo innovativo: inibisce gli enzimi Janus-chinasi 1 e 2, che modulano i segnali delle citochine infiammatorie responsabili dello sviluppo e della progressione della malattia. A differenza dei farmaci biologici, in uso da circa vent’anni e diretti verso un singolo bersaglio extracellulare, questi nuovi farmaci attraversano la parete cellulare e possono bloccare l’effetto di diverse proteine (citochine) pro-infiammatorie>.

<Si tratta di un importante progresso, in particolare per quei pazienti (40-50%) che non ottengono miglioramenti dal trattamento di prima linea, con il metotrexate>, ha affermato il professor Roberto Caporali, associato di Reumatologia presso l’Università di Pavia e responsabile dell’Early Arthritis Clinic della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia. <L’efficacia della terapia con metotrexate viene valutata a 3 mesi e poi a 6, per il raggiungimento di uno stato di controllo dei sintomi e, possibilmente, di remissione della patologia. Se il paziente non risponde e non ne trae beneficio, è necessario passare a terapie di seconda linea. Baricitinib può essere un’opzione terapeutica in questa tipologia di pazienti. Infatti, l’assunzione quotidiana di una compressa di Baricitinib da 4 mg, molto pratica a differenza di altri farmaci per uso iniettivo, ha determinato un miglior controllo della malattia, in particolare del dolore, già dalle prime settimane, per poi confermarsi dopo 24 e 52 settimane di trattamento>.

<L’arrivo di farmaci che si possono somministrare per via orale agevolerà sicuramente la vita di molti malati reumatici che, tra visite di controllo e gestione delle terapie, non è certo facile, con un risparmio in ore di lavoro, spostamenti e richieste di supporto a familiari e/o caregiver>, commenta Silvia Tonolo, Presidente di ANMAR (Ass. Naz. Malati Reumatici). <Consideriamo poi che i malati reumatici soffrono di ansia, depressione e dolore, problemi che una terapia efficace da subito e maneggevole può alleviare. Una terapia orale è più accettabile perché l’ago fa sempre paura, e proprio per questo motivo spesso il malato non è aderente ai trattamenti iniettivi. Disporre di una compressa facilita la gestione della malattia anche negli spostamenti, nei viaggi, sul lavoro, con un vantaggio in termini di qualità della vita. Per non considerare poi anche l’aspetto della diminuzione del dolore, elemento cruciale per ciascun paziente>.

Tenere sotto controllo i livelli di infiammazione è importante anche per diminuire le numerose altre malattie che si aggiungono della malattia reumatica. L’Artrite Reumatoide è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari come l’infarto. Non a caso più del 50% dei decessi prematuri nei soggetti con AR è imputabile ad eventi cardiaci. Le cause sono riconducibili alla cascata infiammatoria che interessa anche i vasi sanguigni e aumenta il rischio di aterosclerosi (dati CDC). Le manifestazioni cliniche della malattia non curata in modo ottimale portano a disabilità nell’80% dei casi.

Paola Trombetta

 

 

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