29 OTTOBRE: GIORNATA MONDIALE DELL’ICTUS

Ancora oggi nel mondo, ogni anno, 17 milioni di persone sono colpite da ictus e di queste 26 milioni sopravvivono all’attacco ischemico, mentre 6 milioni muoiono. Nella maggior parte dei casi per interventi poco tempestivi o per l’inadeguatezza di cure che oggi esistono. «L’ictus – dichiara la dottoressa Paola Santalucia, Vicepresidente di ALT (Associazione per la Lotta alla Trombosi e alla malattie cardiovascolari Onlus) – va riconosciuto appena compaiono i sintomi e va curato nelle Stroke Unit, unità opportunamente attrezzate che consentono di fare il massimo per salvare il paziente e ridurre le probabilità di invalidità gravi». Fondamentale nel percorso di cura è la riabilitazione, che in Italia viene invece programmata in modo disorganizzato o frammentario. «La riabilitazione dovrebbe iniziare fin dalla fase di ricovero in ospedale – fanno sapere gli esperti di A.L.I.Ce (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) – e poi proseguire senza interruzioni nelle strutture riabilitative specializzate e nei distretti sanitari secondo dei percorsi qualitativamente controllati».

In progetto anche cure ‘futuristiche’ per il recupero post-ictus, basate sulla ‘realtà virtuale’. Come SmartCARE, una piattaforma multimediale interattiva per la riabilitazione cognitiva e neuro-motoria, installata a domicilio e controllata attraverso canali di comunicazione terrestri e satellitari, che insegna esercizi di ultima generazione, concepiti come una sorta videogame. Il progetto partirà nei prossimi giorni all’Ospedale San Raffaele Pisana di Roma: è stato approvato dall’Agenzia Spaziale Europea, con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e prevede l’iniziale coinvolgimento di 20 pazienti. Potrebbe diventare un progetto pilota da riproporre in altri centri italiani. Un’altra novità è la prima palestra mondiale dei robot indossabili, dotata di sistemi per il movimento della spalla e del gomito e dispositivi robotici per la mano e il polso con programmi personalizzati, realizzata a Pisa. Per info: www.aliceitalia.org.

Ecco 6 comportamenti per intervenire tempestivamente dopo la comparsa dell’ictus:

  • Rapidità – Al riconoscimento dei sintomi (paralisi del viso, di un braccio o di una gamba, difficoltà nell’articolare le parole) chiamare subito l’ambulanza.
  • Ricovero – Presso le Stroke Unit che migliorano le possibilità di salvare la vita e ridurre la disabilità del 14%.
  • Terapie appropriate – Con farmaci adeguati e con la trombolisi se necessaria e in pazienti selezionati. Con la trombectomia endovascolare o con la riabilitazione.
  • PrevenzionePrimaria, nei sani, e secondaria, in coloro che hanno già avuto un ictus in precedenza, non solo con i farmaci ma anche con cambiamenti nello stile di vita, indispensabili per ridurre il rischio di ictus.

F. M.

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