Sfida agli anni che passano con i ritocchi giusti

Il 38esimo Congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME), che si è appena concluso a Roma con una partecipazione straordinaria di esperti nazionali e internazionali, ha acceso quest’anno i riflettori sul trend demografico italiano, e su come questo possa incidere profondamente, richiedendo risposte adeguate, sulla domanda di salute e di bellezza. Al centro della riflessone, uno studio dell’Università La Sapienza e dell’Università telematica Guglielmo Marconi, ricco di dati significativi: l’Italia è tra i paesi più vecchi del mondo assieme a Giappone e Germania. Il contributo delle donne straniere, che negli anni 90 aveva in parte compensato la denatalità successiva agli anni 60, ha subito un forte rallentamento, e la bilancia demografica è di nuovo in perdita. A gennaio 2017, dicono gli ultimi dati, gli italiani hanno in media 44,9 anni. Il 22,3% è over/65. Il 6,8% over/80. Di contro, l’aspettativa di vita è in continuo aumento:  80,6 anni  per gli uomini, 85,1 per le donne. In altre parole, si nasce di meno ma si vive di più. E poiché è del tutto naturale che si cerchi di farlo nel miglior modo possibile, anche la medicina estetica deve adeguarsi. «Sta nascendo un vero “movimento culturale”», spiega il presidente SIME Emanuele Bartoletti, delineando la necessità di approcci diversi anche da parte della medicina, «perché non si possono curare pazienti di 70 anni con gli stessi interventi che si praticano a 40. È ovvio che una biostimolazione praticata a una 70enne non può avere le stesse caratteristiche di quella praticata a una 30enne, perché il derma reagisce diversamente nelle diverse età. E lo stesso si può dire dell’attività fisica: quella consigliata a una ragazza non può essere la stessa consigliata a una signora che ha passato i 60».

Il Congresso butta dunque un sasso nello stagno, con una sessione ricchissima dedicata alla terza età: sotto la lente degli specialisti le modalità di invecchiamento in tutti i suoi aspetti, da quelli cerebrali a quelli ormonali, e tutto quel che si può e si deve fare per prevenire e correggere, dando più vita agli anni che passano, con ogni possibile innovazione ma anche nel pieno rispetto della natura. Evitando cioè di forzare i ritmi fisiologici, come a volte si vede fare, pretendendo di tornare indietro di 20 o 30 anni in modo surreale, e con rischio evidente di danni non solo per la salute ma anche per l’estetica. Grande attenzione agli anni che passano, raccomandano da Roma gli esperti, ma con buon senso e rigore scientifico, affidandosi a operatori competenti e specificamente formati. Focus sulle specificità di genere, e sulle donne post menopausa, con tutte le grandi trasformazioni che la caratterizzano. E grande sinergia, di conseguenza, con altre specialità, e in particolare con la ginecologia, per garantire una terza età in piena salute anche dal punto di vista della sessualità.

Tra le novità, i nuovi trattamenti a base di acido ialuronico per contrastare lo svuotamento della regione temporale, difetto causato dall’atrofia del tessuto adiposo, del derma e dei muscoli che conferisce al volto un aspetto più “anziano”; gli ultrasuoni microfocalizzati ed ecoguidati contro la lassità cutanea del terzo inferiore del viso e del collo (altro tema diffusissimo e non facile da trattare), da effettuare in una sola seduta ambulatoriale di un’ora , che riducono i modo graduale e crescente (nei mesi successivi al trattamento) la lassità cutanea aumentando il turgore della pelle. E poi nuove applicazioni della tossina botulinica, farmaco dalla fortissime potenzialità che ogni 3-4 mesi si rivela adatto a inaspettate indicazioni terapeutiche, e l’apertura di un nuovo dibattito sull’uso della medicina estetica per gli uomini, che sembra non aver ancora trovato un giusto equilibrio di genere. Arriva inoltre il farmaco iniettivo (ATX-101) per il  doppio mento, problema che affligge da sempre uomini e donne di ogni età e per il quale c’era finora solo il rimedio della chirurgia: «si tratta del primo farmaco autorizzato per il trattamento del tessuto adiposo in eccesso», sottolinea Bartoletti, «grazie al quale sarà possibile ridurre il grasso che appesantisce il collo con un semplice trattamento medico non invasivo».

Ma l’argomento principe è la cellulite, croce di tutte le donne di ogni età e costituzione. All’attenzione del Congresso una nuova tecnica a ultrasuoni freddi (Cellublunt), che attraverso l’utilizzo di una sonda sottilissima  ottiene un “riallineamento” dei tessuti  in un’unica seduta ambulatoriale di poche decine di secondi, e un nuovo medical device appena distribuito in Europa che, ottimizzando il principio già conosciuto della sub-incisione o dell’incisione chirurgica sotto dermica, ha permesso – secondo i primi dati – un miglioramento di glutei e cosce che persiste fino a 2 anni. Viene inoltre ribadito che i primi presidi anti-cellulite sono dieta sana e attività fisica adeguata. Cioè blanda e aerobica (per evitare la produzione di acido lattico e corpi chetonici), come camminate di 40 minuti al giorno, corsa a velocità moderata (6 minuti al km) e soprattutto nuoto, brucia-calorie (700 in un’ora) per chi ne ha bisogno, ma perfetto per tutte perché in grado di “massaggiare” le zone incriminate riducendo accumuli edematosi e migliorando il microcircolo con conseguente disinfiammazione dei tessuti.

Sempre sulla cellulite, inoltre, riflettori accesi sulla ricerca, importantissima perché le sue cause sono ancora un mistero. All’attenzione degli esperti due teorie: la prima tira in ballo le cellule staminali: poiché la cellulite è caratterizzata da un’elevatissima concentrazione di staminali pluripotenti, e sempre maggiori evidenze lasciano pensare che il problema sia proprio una patologia di queste cellule, è da qui che potrebbero arrivare nuove soluzioni. Secondo un’altra teoria, invece, la cellulite sarebbe una patologia cronica infiammatoria del tessuto adiposo femminile, che dopo molte trasformazioni assumerebbe funzioni simili a quelle del grasso viscerale e che andrebbe trattata con somministrazioni di supplementi anti-ossidanti. Comunque sia, mentre la ricerca continua, un altro studio appena concluso anche con strumenti online ha consentito di raccogliere dati di autovalutazione di oltre 1000 persone, arrivando a compilare una classificazione di sei schemi clinici di base (lipoedema, fibroedema evolutivo, cellulite ormonale, cellulite interstiziale, cellulite adiposa, cellulite edematosa) che potranno essere una nuova base di discussione per esperti di vario tipo, primi fra tutti chirurghi plastici e  medici estetici.

 di Marilisa Zito

 

 

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