Malattie a trasmissione sessuale: adolescenti e giovani donne sono più a rischio

All’incirca 4 mila nuovi casi ogni anno: sono i numeri delle Malattie Trasmesse Sessualmente (MTS) segnalate in Italia dal Sistema di sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità. A preoccupare oggi è l’importante incremento che queste problematiche stanno subendo: dal 2005 si è infatti registrato un aumento di quasi il 42% rispetto al periodo 1991-2004, in cui i valori si erano mantenuti stabili. A rischio gli adolescenti, a partire dai 15 anni, le donne e le fasce di popolazione più giovane, fino ai 49 anni, in cui l’incidenza, nel mondo, è pari a 340 milioni di casi al giorno, con maggiore frequenza per sifilide, HIV (Aids) e HPV (Papilloma Human Virus). Lo hanno segnalato esperti italiani e internazionali riuniti a Napoli, al Congresso “Il Nuovo volto della Dermatologia 4.0”, promosso dall’Università Federico II.

Non solo comportamenti sessuali a rischio: oggi altri fattori possono impattare sulla probabilità di contrarre le MTS: «I motivi della maggiore incidenza di Infezioni trasmesse sessualmente (ITS) sono molteplici e complessi», spiega la Professoressa Gabriella Fabbrocini, direttrice dell’Unità complessa di Dermatologia Clinica dell’Università di Napoli Federico II. «Non ultimo la maggiore mobilità delle popolazioni che contribuisce a una più rapida diffusione mondiale di agenti infettivi. Pertanto è necessario intraprendere azioni di sensibilizzazione soprattutto fra gli adolescenti, a maggior rischio per queste patologie in particolare sifilide, infezione da HIV e condilomatosi, che sono ormai entrate nelle scuole. La conoscenza delle ITS è la prima arma per la prevenzione che si deve avvalere anche di stili di vita e corrette abitudini comportamentali, sessuali e relazionali».

Il lavoro da intraprendere deve essere capillare: infezioni e patologie trasmesse sessualmente sono infatti circa trenta, di cui le più comuni sono clamidia, gonorrea, sifilide, condilomi anogenitali e herpes genitale. In funzione dei numeri e del trend in crescita, soprattutto fra i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni e le donne, le MTS costituiscono un problema di salute pubblica mondiale, anche in relazione alle tante complicazioni che queste infezioni possono provocare all’apparato riproduttivo maschile e femminile: «Si tratta di nuove emergenze – continua la professoressa – associate anche ai repentini cambiamenti dei comportamenti sessuali nelle popolazioni, a pratiche sessuali a più alto rischio e al sempre minore uso del preservativo, anche tra gli individui con infezione da HIV nota».

Spesso alla base del ritardo diagnostico, ci sono anche aspetti clinici: alcune MTS hanno tempi lunghi di comparsa dopo il contagio, come HPV o HIV; altre come la gonorrea o la sifilide si manifestano subito dopo un’incubazione breve, rendendo più difficile l’identificazione. Riconoscerle e curarle tempestivamente è fondamentale per ridurre l’infettività del paziente e limitare i contagi, tanto più che molte di queste infezioni tendono a recidivare; specialmente se asintomatiche o con manifestazioni non ben definite, non vengono diagnosticate o possono essere scambiate per altre malattie. Conta inoltre anche la tipologia di popolazione: le ITS e MTS si diffondono in persone con maggiore frequenza di comportamenti sessuali, in particolare adolescenti e giovani adulti, o fra le donne che hanno maggiore suscettibilità biologica al contagio a causa dell’apparato genitale più complesso ed esteso, dove i patogeni hanno una probabilità superiore di radicarsi. Ne è un esempio l’HPV che sta registrando una prevalenza nel 20% delle ragazze al di sotto dei 25 anni ed è tra le patologie che si riscontrano più di frequente presso i centri di MTS. Gli esperti ricordano che le infezioni genitali da HPV possono manifestarsi con varie forme: lesioni benigne (condilomi acuminati) o forme maligne come il carcinoma della cervice uterina, di cui l’infezione da HPV è spesso la causa.

Nella maggior parte dei casi, il sistema immunitario elimina spontaneamente il virus nell’arco di 6-24 mesi, ma in una piccola porzione della popolazione, l’infezione da HPV, causata da ceppi oncogeni, può persistere e mutare in precancerosi. Evento che può essere prevenuto ed evitato con la somministrazione del vaccino, per via intramuscolare, con diversi dosaggi secondo l’età e il vaccino utilizzato per ragazzi e ragazze in età fertile prima dell’inizio dell’attività sessuale, favorendo una protezione immunologica superiore a 10 anni. Sotto l’attenzione degli esperti ci sono infine le micosi cutanee che, anch’esse, negli ultimi anni hanno registrato un aumento crescente. Restano più comuni le forme superficiali, ma vi è un incremento delle forme profonde o superficiali atipiche, in relazione anche all’aumento di soggetti immunodepressi. Sono infezioni che presentano alcune criticità: a dispetto dei progressi nelle scienze biomediche, si riscontrano ancora problemi di diagnosi clinica e microbiologica e, di conseguenza, di terapia. «È fondamentale conoscere le nuove metodiche diagnostiche – conclude Fabbrocini – la tipologia e modalità di prelievo dei campioni biologici e standardizzare le strategie terapeutiche per un giusto inquadramento della problematica sotto tutti gli aspetti».

di Francesca Morelli

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