Contraccezione responsabile: il ruolo del ginecologo

Solo 13,8% delle donne utilizza la contraccezione ormonale, a fronte di un tasso di abortività del 6,5% e di fertilità dell’1,34%: questo vuol dire basso indice di natalità, che pone il nostro Paese tra gli ultimi nella classifica europea. Una gravidanza su quattro in Italia è indesiderata e il 50% esita in una interruzione volontaria di gravidanza.  Situazioni, queste, che si potrebbero prevenire con la pratica di una corretta contraccezione. Ne hanno parato i giorni scorsi a Milano ginecologi, endocrinologi, urologi, medici di medicina generale e ostetriche, in occasione del 10° Congresso nazionale SIC-Società Italiana della Contraccezione. Molti ancora i tabù e i pregiudizi riguardo alla contraccezione ormonale: permangono paure infondate (aumento di peso, calo del desiderio, problemi circolatori, cefalea) e se ne ignorano i benefici (controllo del ciclo mestruale, sindrome premestruale, iperandrogenismo, endometriosi, protezione oncologica). Il ruolo del ginecologo di fiducia è quindi cruciale per instaurare un dialogo che consenta di personalizzare la scelta contraccettiva. «Oggi si può avere una contraccezione personalizzata per ogni donna», conferma il professor Antonio Cianci, presidente della SIC. «Il ginecologo ha infatti tutti gli strumenti per approfondire la conoscenza dei diversi contraccettivi, così da poter offrire ad ogni donna il giusto equilibrio di ormoni, la giusta via di somministrazione e il giusto regime. La nostra Società scientifica si propone ancora una volta come punto di riferimento per tutte le donne che vogliono proteggere la propria salute e la propria fertilità, vivendo in sicurezza la propria sessualità».

Durante il convegno sono stati presentati i risultati emersi da un questionario della SIC rivolto ai ginecologi nel 2017: sebbene la contraccezione sia vista dalle donne come strumento utile per la loro salute e per la prevenzione di gravidanze indesiderate, è tuttavia poco praticata: il 10% degli adolescenti non usa alcun metodo contraccettivo durante i rapporti sessuali, il 13,6% si affida al poco sicuro metodo del coito interrotto, metodi che non proteggono dalle infezioni sessualmente trasmissibili che in questa fascia di età interessano il 25% dei soggetti, il 52% utilizza il preservativo e solo il 3,3 la pillola. Eppure proprio la pillola risulta essere il metodo contraccettivo ormonale più conosciuto dalle donne, usata dal 68% delle pazienti che hanno risposto al questionario, mentre il profilattico è utilizzato dal 91,3%. Altri metodi conosciuti: spirale al rame, 53%; cerotto, 35% e anello 34%. Intorno al 20% la conoscenza di altre soluzioni come la pillola a base di estradiolo, quelle con il solo progestinico, le spirali al levonorgestrel o l’impianto sottocutaneo. Scarsa o nulla la conoscenza infine della dual protection: contraccettivo ormonale abbinato a quello di barriera per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili e dalle gravidanze indesiderate.

Rimane comunque molto da fare anche per diffondere la conoscenza dei regimi continui di assunzione della pillola. «Il regime di assunzione continuativo della pillola per tre mesi consente di ridurre a quattro le mestruazioni all’anno, anzichè 12, e questo comporta vantaggi, oltre che di comodità, anche terapeutici», conferma la professoressa Anna Maria Paoletti, ordinario di Ginecologia e Ostetricia al Dipartimento di Ginecologia e Fisiopatologia della Riproduzione dell’Università di Cagliari. «Questa modalità di assunzione è indicata soprattutto per le donne con sindrome premestruale, flussi abbondanti, cefalea che beneficiano della stabilità ormonale offerta da questi contraccettivi, in quanto eliminano il sanguinamento mensile.  Il 50% delle donne però non rinuncia alla mestruazione mensile, soprattutto nella fascia di età 18-25 anni, quando ancora non si comprende come le fluttuazioni ormonali inneschino quei fattori infiammatori che influiscono negativamente sulla qualità di vita. Il regime di assunzione prolungato viene preferito invece dalle donne dai 26-35 anni. In commercio già da diversi anni in Italia, la pillola ad uso continuato (Seasonique) ha una maggiore sicurezza contraccettiva: anche se si dimentica una compressa, ha una copertura ormonale maggiore della pillola mensile. Inoltre, nei sette giorni di sospensione ormonale alla fine dei tre cicli, è prevista comunque l’assunzione di 10 microgrammi di etinilestradiolo per evitare la caduta repentina delle concentrazioni ormonali, che consente di conservare ancora una prolungata inibizione dell’ovulazione. In alcuni casi, in particolare per chi soffre di endometriosi, si può assumere questa pillola senza alcuna interruzione per anni di seguito. Questo regime continuativo viene particolarmente “gettonato” nei mesi estivi, per evitare il disagio della mestruazione durante le vacanze, e nelle donne che praticano molto sport». Ogni scelta contraccettiva dovrebbe comunque sempre essere consigliata e seguita dal ginecologo di fiducia.

Per approfondimenti: www.sicontraccezione.it oppure si può consultare la pagina Facebook – @SICSocietàItalianaContraccezione

di Paola Trombetta

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