Mamma, quel che mangi servirà al tuo bambino

Gli italiani stanno perdendo il “gusto” di Curare la Salute, allontanandosi da alcuni stili di vita sani. Come l’abitudine a seguire la dieta mediterranea. Sono in calo i consumi di frutta, verdura e pesce, persino di legumi e pasta, da sempre ingredienti privilegiati della tavola “made in Italy”, mentre si difende ancora l’olio, il preferito tra i condimenti.
Sono i dati, poco confortanti, presentati al convegno “Spazio Nutrizione”, tenutosi a Milano in occasione della settimana “Week&Food”, emersi dall’esame dei ‘Test della Piramide’, raccolti nell’ambito del progetto editoriale Curare la Salute che vede il patrocinio di SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie), Federfarma (Federazione nazionale unitaria titolari di farmacia), Fofi (Federazione Ordine Farmacisti Italiani), UTIFAR (Unione Tecnica Italiana Farmacisti, CSRO (Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli studi di Milano) e SIP (Società Italiana di Pediatria).

Un Progetto molto seguito e apprezzato dal pubblico – ha infatti registrato la partecipazione on-line di oltre 27 mila “naviganti”, di cui il 76% donne, di cultura media superiore (33% laureati) – e che, se da un lato ha attestato l’attenzione degli italiani al tema della salute alimentare, dall’altro ha anche messo in luce carenze nutrizionali importanti. Ad esempio, un impoverimento nella qualità dei consumi a sfavore soprattutto degli alimenti più semplici, ma nutrizionalmente più nobili della dieta mediterranea o l’identificazione della dieta con cibi che “fanno dimagrire”, fino a errori nutrizionali anche da parte delle donne e mamme in dolce attesa che ricadono (inconsapevolmente) sul feto.
«Il nascituro – spiega Marcello Giovannini, professore Emerito di pediatria dell’Università degli Studi di Milano – forma il “suo” gusto attraverso quanto mangia la mamma in gravidanza, la quale condiziona l’abitudine dietetica del bambino quando è ancora allo stato fetale, ma anche nel periodo dell’allattamento perché i sapori di alcuni cibi passano nel latte materno e inducono nel lattante una familiarità verso alimenti buoni e salutari che si mantiene poi nel tempo». Questo significa che la donna in gravidanza deve seguire un’alimentazione equilibrata, completa di tutti i nutrienti, vitamine, minerali e a basso contenuto di grassi.

«Durante la gestazione – precisa Fabio Parazzini, ginecologo della 1° Clinica Ostetrica e Professore dell’Università di Milano – la mamma non deve abbandonare legumi, pasta e cereali, integrando la dieta con acido folico, vitamine e minerali, bevendo in abbondanza nell’arco della giornata. E’ fondamentale che durante la gravidanza la donna sia seguita e monitorata da un nutrizionista o medico di riferimento, affinché in caso di carenze nutrizionali associate all’aumentato fabbisogno di determinati principi nutritivi, come l’acido folico, si possa provvedere a una adeguata integrazione». Perché questo processo di “passaggio nutrizionale” avvenga nella maniera più sana, corretta e naturale possibile, occorre rispettare alcune buone regole, specie nei primi mille giorni di vita del neonato. Quelli in cui si pongono le fondamenta della salute futura dei piccoli. La prima, laddove possibile, è l’allattamento dei neonati al seno; un’abitudine “empatica” e nutrizionale spesso trascurata, troppo limitata nel tempo o sottostimata ma che invece ha sensibili vantaggi per la donna, prevenendo l’insorgenza del tumore del seno e dell’utero, e per i piccoli immunizzandoli verso alcune patologie tipiche dell’età infantile. «Il latte materno – continua il professore – contiene nutrienti insostituibili per il bambino e finalizzati alla crescita, allo sviluppo funzionale e lo induce anche ad abitudini più sane. Per esempio insegna al bambino l’autoregolazione, ovvero il piccolo assume attraverso la suzione solo quanto necessario, evitando sovraccarichi per avidità, infatti si stacca quando è sazio questo perché il latte materno all’inizio è ricco di proteine e alla fine di grassi, ragion per cui alla poppata successiva dovrà succhiare dalla stessa mammella da cui si stava alimentando per riprendere il suo pasto interrotto. La capacità di “regolazione” acquisita dal bambino tutela anche dal rischio di sviluppare obesità e/o sovrappeso, tanto che l’incidenza di queste due condizioni è inferiore nei piccoli allattati al seno».

Ma non solo: il latte materno è particolarmente ricco di DHA, un acido grasso polinsaturo della famiglia degli omega-3, che favorisce la corretta formazione del sistema nervoso, e dunque anche del cervello che cresce nei primi tre anni di vita del bambino più di quanto non faccia nel resto della vita, e delle facoltà cognitive. Non ultimo, l’allattamento al seno facilita anche il divezzamento che deve essere graduale, a partire dal sesto mese di vita, con l’introduzione di un alimento nuovo ogni 2-3 giorni e l’esclusione di alcuni alimenti non propizi al bambino.  Tra questi il pane e i farinacei, il sale che non va introdotto nella dieta fino ai 2-3 anni di età o degli zuccheri semplici, aggiunti a frutta, bevande o tisane che potenziano il rischio di squilibri ponderali. «Non bisogna considerare i bambini dei piccoli adulti – raccomanda Giovannini – ma è necessario preparare per loro una dieta da hoc. Infatti almeno fino ai 3 anni di vita, hanno un loro sistema di digestione e metabolismo dei cibi che va diligentemente rispettato. Mentre molto importante per la loro corretta alimentazione è il consumo regolare del pesce che deve iniziare con le apposite pappe – i cosiddetti baby-food – già prima della dentizione».

La raccomandazione degli esperti, rivolta a tutti ma in particolare alle donne e mamme è quella di “educarsi alla buona e corretta alimentazione”, che può essere migliorata anche grazie ai consigli e informazioni contenuti in www.curarelasalute.com e compilando il Test della Piramide. Da quest’anno, Curare la Salute vede infatti il supporto di esperti ginecologi e pediatri. Compilando il ‘Test della Piramide” (15 domande sulle abitudini e alimentari e le quantità dei cibi consumati) che richiede solo pochi minuti, le donne in gravidanza o le neo mamme potranno scoprire le carenze o gli eccessi della propria alimentazione a vantaggio sia di loro stesse che dei nascituri o dei loro piccoli andando a sopperire tempestivamente le eventuali carenze integrando minerali e vitamine.
In funzione delle risposte alle domande proposte, la piramide modificherà la sua forma andando ad evidenziare gli errori, le carenze e gli eccessi. La piramide potrà poi essere stampata e condivisa con il ginecologo, pediatra o medico di famiglia, in modo da correggere abitudini errate e migliorare la propria salute. La salute è “nelle nostre mani”, come cita (e raccomanda) lo slogan della campagna del progetto. E molto possiamo fare, in maniera individuale, per proteggerla, in tutte le fasi della vita e ancora prima.

di Francesca Morelli

 

 

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