“MENOPAUSA, MENO… MALE”: PER VIVERE BENE I PROSSIMI 30 ANNI

Per molte donne la menopausa è considerata un periodo critico della vita: nove su 10 hanno disturbi, soprattutto vampate, secchezza vaginale, insonnia, sbalzi di umore. Il 61% delle donne conferma di sentirsi peggio di prima della fine del ciclo mestruale. Il 76% lamenta un aumento di peso; il 68% presenta disturbi urinari, irritazione e secchezza vaginale e il 31% soffre di sbalzi d’umore. Più del 50% delle donne non sa che in menopausa aumenta il rischio oncologico e cardiovascolare. Otto su 10 però vorrebbero ricevere maggiori informazioni su prevenzione, pericoli per la salute e possibili terapie. Sono alcuni dati emersi dal sondaggio “Come Vivi la Menopausa” condotto il mese scorso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) su 2.037 italiane di età compresa tra i 40 e i 60 anni. I risultati sono stati presentati a Roma al Congresso “La Salute al Femminile tra Sostenibilità e Società Multietnica”, promosso da SIGO, AOGOI, AGUI, in occasione della Giornata della Menopausa (18 ottobre). L’indagine fa parte della campagna Menopausa Meno… Male, promossa da SIGO, con il contributo di MSD, con l’obiettivo di aiutare a vivere questa fase della vita con maggiore consapevolezza.

«La menopausa non deve essere più considerata un periodo grigio e di decadenza», afferma il professor Paolo Scollo, presidente della SIGO. «L’aspettativa di vita femminile nel nostro Paese è di 84 anni. Significa che dopo la fine della fertilità una donna ha quasi 30 anni di vita attiva e almeno 15 di attività sessuale. I disturbi legati ai cambiamenti psico-fisici sono spesso sottovalutati e ritenuti inevitabili. Nella maggior parte dei casi invece basta correggere gli stili di vita per migliorare i sintomi e, quando serve, ricorrere alle terapie più innovative».
«La menopausa viene ancora oggi vissuta come un tabù ed è un argomento di cui si parla molto poco nel nostro Paese», aggiunge il professor Giovanni Scambia, direttore del Dipartimento tutela della Salute della donna dell’Università Cattolica di Roma e Presidente del Congresso. «Solo il 31% delle italiane comunica i propri problemi, dubbi e ansie al marito o partner. Una su 2 preferisce confidarsi con amiche e parenti e abbandona le visite annuali di controllo. E’ invece fondamentale, soprattutto in questo periodo, continuare a rivolgersi al proprio ginecologo, che potrà indicare la terapia adatta per risolvere i disturbi più fastidiosi. E sarà anche in grado di intercettare quei segnali che potrebbero magari nascondere patologie più serie».

Per informare le donne, nelle prossime settimane verranno distribuiti in tutti gli ambulatori di ginecologia materiali informativi. Saranno anche organizzati dibattiti pubblici e incontri di aggiornamento per ginecologi. Nei prossimi mesi si terrà anche la prima Conferenza nazionale sulla salute della donna in menopausa che riunirà ginecologi, oncologi, cardiologi, endocrinologi, medici di famiglia.
Per informazioni: www.menopausamenomale.org

ARRIVA UNA NUOVA TERAPIA

Nonostante i disturbi di cui molte donne soffrono in menopausa, solo il 6-7% assume la Terapia ormonale sostitutiva (Tos). Paura di ingrassare e del tumore al seno sono i principali deterrenti. Da oggi è in commercio una nuova terapia orale, con estrogeni coniugati (0,45 mg) + bazedoxifene (20 mg), che esclude i due rischi. «Questa terapia appartiene alla categoria dei Serm (Modulatori Selettivi Recettori Estrogenici): blocca cioè l’azione degli estrogeni su mammella e utero», spiega il dottor Stefano Lello, del Dipartimento Salute donna e bambino, Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, che ha presentato i dati più recenti sulla molecola al Congresso di Roma. «Questa associazione protegge dalle vampate, dalla secchezza vaginale, dall’osteoporosi e migliora la qualità della vita, senza provocare rischio di tumore al seno e all’utero, né aumento di peso. Dallo studio che ha portato alla registrazione del farmaco, a due anni dal suo utilizzo, non si è evidenziato alcun aumento di rischio di infarto, ictus o trombosi. Per essere efficace, però, questa nuova terapia andrebbe assunta fin dall’inizio della menopausa».

di Paola Trombetta

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