UN NUOVO LATTE CHE RIDUCE LE INFEZIONI PEDIATRICHE

Il 60% in meno di infezioni a livello respiratorio e gastrointestinale, in bambini tra i 12 e i 48 mesi d’età. Il merito? E’ del latte fermentato con Lactobacillus Paracasei CBA L74. Ecco quanto è emerso da una ricerca, made in Italy, pubblicata di recente sulla rivista Clinical Nutrition e presentata i giorni scorsi in Senato, che ha visto coinvolti il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Unità Operativa di Neonatologia Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, la Clinica Pediatrica e Neonatologica dell’Università degli Studi di Palermo, il Dipartimento Sperimentale di Oncologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
«La nostra sfida è stata quella di sfruttare in chiave moderna il tradizionale processo fermentativo, normalmente utilizzato per la produzione di tanti altri alimenti di uso comune, ad esempio lo yogurt», ha illustrato il professor Roberto Berni Canani, del Dipartimento di scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ha coordinato lo studio clinico sull’innovativo ingrediente. «Abbiamo fermentato il latte vaccino con il probiotico di origine umana L. Paracasei CBA L74, che ha rilasciato sostanze benefiche, dette “postbiotici”, analizzandone poi gli effetti in un campione di circa 400 bambini italiani che frequentavano l’asilo nei tre mesi invernali. Questi bambini, per l’immaturità del loro sistema immunitario, sono più vulnerabili al rischio di contrarre infezioni a carico delle vie respiratorie e del tratto gastrointestinale. Rispetto al gruppo trattato con placebo, con il nuovo ingrediente si è registrata una diminuzione del 64% del numero medio di infezioni per bambino. Abbiamo inoltre osservato una riduzione dell’uso di farmaci, come antibiotici, antipiretici e steroidi sino al 70%, e del numero di visite mediche, assenze da scuola e giorni di lavoro persi per i genitori». Indicazioni analoghe si erano già ottenute da precedenti studi preclinici sulle “matrici fermentate”. Ma cosa sono in realtà?
«Le matrici fermentate si ottengono a seguito del processo di fermentazione svolto da batteri benefici per il nostro organismo, i probiotici», ha spiegato la professoressa Maria Rescigno dell’Università degli Studi di Milano, Direttore dell’Unità di Immunologia delle Cellule Dendritiche presso l’Istituto Europeo di Oncologia. «Attraverso studi in vitro, abbiamo riscontrato che i postbiotici de­rivati dalla fermentazione del latte con L. paracasei CBA L74 possono svolgere un’attività antiinfiammatoria, regolando la produzione di due citochine chiave per il sistema immunitario. Le matrici fermentate, inoltre, si sono dimostrate efficaci nel modificare le nostre mucose proteggendole dagli agenti infettivi. In alcuni esperimenti condotti sulle topoline gravide, si è visto che queste matrici fermentate proteggono anche da infezioni gravi come la Salmonella; questa protezione viene trasferita ai topolini appena nati. E questo ci fa concludere che dovremmo cominciare ad alimentare meglio anche le nostre gestanti».
«I risultati dei recenti studi sulle matrici fermentate sono una novità davvero importante per chi si occupa di salute infantile», ha commentato il professor Fabio Mosca, Direttore dell’Unità Operativa di Neonatologia e TIN della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano.  «I postbiotici ottenuti dal processo di fermentazione con L. paracasei CBA L74 rappresentano una grande innovazione perché hanno dimostrato, non solo di poter modulare la flora intestinale, ma anche le difese immunitarie del bambino, con una riduzione dell’incidenza di infezioni respiratorie e a carico dell’apparato gastrointestinale. Attualmente stiamo conducendo un ulteriore studio per analizzare gli effetti delle matrici fermentate anche sul sistema immunitario del neonato, sia nei bambini che nascono da parto spontaneo, sia in quelli nati con taglio cesareo».
«E’ sulla qualità dell’alimentazione dei bambini che si gioca il futuro della loro salute», ha sottolineato il professor Giovanni Corsello, Presidente della Società Italiana di Pediatria e Direttore della Clinica Pediatrica e Neonatologia dell’Università degli Studi di Palermo. «È quindi cruciale valorizzare quanto più possibile la ricerca scientifica in campo nutrizionale. Uno degli ambiti di studio più interessanti riguarda il microbiota, la popolazione di batteri che ricopre le nostre mucose, in particolare quelle intestinali, e che incide non solo sull’assorbimento dei nutrienti, ma anche sul funzionamento del sistema immunitario. In questo senso, gli studi sulle matrici fermentate si sono dimostrati capaci di influenzare la risposta del sistema immunitario migliorando le difese del bambino e riducendo l’uso di farmaci, soprattutto antibiotici. Occorre proseguire su questa strada, con ulteriori studi e approfondimenti, perché, così come per la medicina, anche per la nutrizione è necessario un approccio che sia sempre più a misura di bambino».

di Paola Trombetta

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