FRANCESCA BALZANI: «MI METTO IN GIOCO PER ESSERE DI STIMOLO ALLE DONNE»

Quarantanovenne, moglie, madre, avvocato formatasi in uno degli studi tributari più noti d’Italia, quello di Victor Uckmar. Francesca Balzani 9 anni fa decide che la sua vita deve avere una svolta. Che l’impegno politico può essere nelle “sue corde”. E in 9 anni ne ha fatta di strada! Da assessore al Bilancio del Comune di Genova, nel 2007, a parlamentare europea, dove nel 2012 è stata anche Relatore Generale al bilancio firmandone uno addirittura da 152 miliardi di euro! Poi, da assessore al Bilancio del Comune di Milano, chiamata da Giuliano Pisapia nel 2013, alla carica di vice-sindaco nel luglio 2015. E ora, candidata alle Primarie milanesi, con l’endorsement ufficiale del Sindaco Pisapia! Un’ascesa inarrestabile…

La sua ultima proposta shock – la gratuità di tutti i mezzi di trasporto pubblico urbano di superficie – è stata molto contestata. Ma lei tira diritto e cosa si augura? Di riuscire a “portare uno sguardo nuovo su Milano” e, soprattutto, di riuscire a “supportare le donne affinché riescano a liberare tutte le loro energie!”. E questo è l’augurio più bello, per lei e per tutte noi. Ascoltiamola.

Il presenzialismo senza sosta delle Primarie, un vero tour de force! Se ne uscirà trionfante, dovrà sopportare il peso di una campagna elettorale che si prospetta molta dura: Francesca, ha mai avuto qualche “ripensamento” da quando ha scelto di correre a sindaco di Milano?

«Nessun ripensamento. Al contrario! L’energia e l’entusiasmo che sono cresciuti intorno alla mia candidatura per le primarie del centro sinistra hanno rinforzato la mia convinzione. E saranno un supporto enorme in vista della campagna elettorale nel momento in cui dovessi uscire vincitrice da questa prima sfida. A quel punto il popolo del centro sinistra correrà tutto insieme, con ancora più energia, ancora più entusiasmo e passione».

Come ha reagito la famiglia di fronte alla sua scelta? I suoi figli, tutti e tre sotto i 10 anni, non la mettono mai in crisi con richieste particolari o… “capricci”?

«La mia famiglia ha sempre sostenuto con forza tutte le mie scelte. Questa è la mia grande fortuna: avere un marito molto disponibile e tre figli a cui non sono mai mancati presenza e affetto. La mia prima gravidanza ha coinciso con la prima esperienza nella vita politica, quindi la scelta di oggi non rappresenta una novità per i miei figli che hanno sempre conosciuto una madre impegnata in famiglia e nella cosa pubblica. La mia storia personale, come ricorda anche mio marito Francesco, mi consente di guardare alla città non solo con gli occhi di un’esperta ma anche con quelli di una madre. E questo credo che sia un bene».

L’universo femminile. Stress da doppio lavoro, o difficoltà a mantenere il posto dopo la maternità; disparità nel trattamento economico rispetto ai maschi; violenza psicologica e in molti casi, purtroppo, anche fisica… Quale progetto politico riserva alle donne per un loro riscatto sociale? Quali occasioni può offrire loro un nuovo sindaco donna di Milano?

 «Le donne sono in grado di portare nella società un sapere e una competenza autonome, hanno successi e ottimi risultati accademici, studiano di più, sul lavoro sono efficienti, ma fanno fatica a conciliare vita, lavoro e desideri. Su di loro ricadono le conseguenze di un welfare incompiuto che delega e lascia sulle loro spalle il carico della cura della famiglia, della casa, dei figli, degli anziani.  E soffrono anche il peso di persistenti stereotipi o pregiudizi, che si traducono, in molti campi, in veri e propri ostacoli. Dobbiamo superare le barriere culturali e le criticità strutturali introducendo strumenti concreti in diversi settori, perché le donne si sentano più supportate e riescano a liberare il più possibile le loro energie. Al contempo, serve un lavoro culturale profondo. In questo senso, per esempio, aumentare l’occupazione femminile non è più sufficiente. Bisogna incidere sulla qualità dei percorsi lavorativi, sull’uguale retribuzione a parità di incarico tra uomini e donne, sui messaggi e le immagini che influenzano le scelte dei corsi di studio e delle professioni. Dobbiamo sostenere con convinzione le reti antiviolenza, soprattutto gli sportelli di prossimità sul territorio, perché le donne possano contare su presidi vicini se hanno bisogno di aiuto e trovino persone capaci di supportarle. Una donna che accetta di mettersi in gioco per la carica di sindaco sa che ha una doppia responsabilità e anche una doppia opportunità: portare uno sguardo nuovo, favorendo interventi innovativi in termini di politiche pubbliche, superare pregiudizi e rappresentare uno stimolo per le donne che ancora non hanno raggiunto la consapevolezza delle proprie capacità e della propria forza».

E parliamo della nostra città. L’abbiamo ascoltata con piacere nei suoi svariati incontri con la cittadinanza e nei confronti con gli altre tre candidati: qual è il primo impegno che si sente di prendere con i suoi potenziali elettori?

«È difficile parlare di un solo impegno. Da poco ho presentato le mie di proposte per la città, maturate in queste settimane di “campagna partecipativa”. Proposte che, ovviamente, non si concretizzeranno dall’oggi al domani. Servirà un forte impegno, lavoro costante e la collaborazione della futura giunta comunale. Tra queste proposte ce ne sono alcune specifiche rivolte al mondo femminile. Posso dire quindi che mi impegno a sostenere le donne che lavorano attraverso scuole aperte e attività ricreative e formative che coinvolgano i bambini. A questo si aggiunge un altro tema, quello della sicurezza:  lavoreremo a un prezzo calmierato a 10 euro per tutte le donne sole che prendono il taxi dopo le 24».

Governare Milano, una grande sfida, quasi una mission impossible anche per il migliore dei sindaci … Con la sua dolcezza e determinazione, Balzani riuscirà a fronteggiare ad esempio un problema insidioso come quello della casa? Quali passi concreti conta di fare per migliorare le condizioni della residenza pubblica, così degradata in tante zone periferiche di Milano? 

«Quello della casa e dell’edilizia pubblica è un problema molto sentito dalla nostra città. Al momento la gestione è divisa tra Mm e Aler. Vorrei invece che Milano arrivasse a rivendicare la gestione di tutte le case di edilizia pubblica, perché gli inquilini devono avere un unico referente con cui confrontarsi. Sul tema delle periferie, insisto da sempre sulla necessità di realizzare una città “policentrica”. Ho parlato di “arcipelago di centri”, dove gli abitanti possano riconoscersi e ritrovarsi. Ma penso anche a tante micro-pedonalizzazioni, a luoghi culturali e di socialità rinnovati e al riutilizzo degli spazi abbandonati che, sì, generano insicurezza nei cittadini. Ma questi obiettivi non sono solo ipotetici, è già stato realizzato qualcosa di concreto per perseguirli: il Fondo di sviluppo urbano, che mette a disposizione risorse pubbliche, dell’Unione europea e di soggetti privati per sostenere progetti e idee sul riuso di spazi abbandonati. È molto importante promuovere nei quartieri la sicurezza partecipata, sul modello già sperimentato da altre grandi città, come Londra, dove abitanti, associazioni, commercianti e forze dell’ordine condividono insieme i problemi e le soluzioni legate alla sicurezza».

di Giovanna Tettamanzi

Articoli correlati