FONDOTINTA: COME UNA SECONDA PELLE

Dalla formula originaria, il Pancake inventato da Max Factor nel 1937, molto è cambiato. Anzi quasi tutto. Alle origini il fondotinta era solo una base colorata e uniformante, che si limitava ad attenuare il pallore e a donare un tocco di colore alla carnagione. Oggi è tra i prodotti più completi ed eclettici del mercato. Oltre a essere il trucco basic per eccellenza, una volta steso – ed è sempre più facile farlo senza rischi di macchie o “effetti cerone” – forma un impalpabile velo, che protegge la pelle da inquinamento, sbalzi di temperatura, vento, raggi ultravioletti e disidratazione. Specie in inverno. Non contento delle sue valenze estetiche, sfoggia con disinvoltura spiccate performance trattanti. Copre le imperfezioni senza occludere, uniforma e illumina senza mascherare, resiste per ore senza alterarsi o formare macchie e addensamenti. Di facile applicazione, garantisce un look naturale, idrata la pelle secca, lenisce quella sensibile, riequilibra l’eccesso di sebo, ripara dal sole, leviga le rughe e tende i lineamenti rilassati.

 

A ognuna la sua texture

A rendere il fondotinta un prodotto così innovativo sono, innanzitutto, le tecnologie high-tech delle formule, che permettono di scegliere, miscelare le sostanze più mirate, mantenendole attive fino al  contatto con il viso. E poi gli ingredienti. A cominciare dai pigmenti colorati e le micro-perle ultrariflettenti: se fino a qualche anno fa erano ruvidi e piuttosto grezzi, oggi non solo riproducono le tonalità della pelle, ma vantano anche rivestimenti che li rendono più scorrevoli, garantendo confort e tenuta. E poi sostanze idratanti (oli nutrienti, glicerina, acidi grassi, olio di semi di Moringa…), rassodanti, antietà a effetto lifting, polveri bioattive, che uniformano l’incarnato, micro-diffusori, in grado di attenuare effetto lucido e imperfezioni, ed elastomeri di siliconi volatili. Altrettanto rivoluzionarie e… propense alle metamorfosi, le texture. Ce n’è davvero per tutti i gusti: dalla crema al fluido, dall’emulsione al compatto, dalla mousse fino alla polvere, che consente di risparmiare il finish con la cipria, uniformando la carnagione in modo perfetto, con poche pennellate. Una varietà di certo non casuale. A scatenare l’estro creativo dei ricercatori, la necessità di mettere a punto prodotti capaci di adattarsi a ogni tipo di pelle.

In genere le formulazioni fluide e cremose sono indicate quelle secche o mature, mentre mousse e compatti fanno coppia con la cute grassa e impura.

 

Piccoli segreti

Altro must: la scelta del colore giusto. Obiettivo: creare un film sulla pelle invisibile anche all’occhio più attento. Per individuare la nuance, provate una goccia di prodotto all’interno del polso. Oppure, applicate una sottile striscia di prodotto sulla guancia, lungo la linea della mascella (un paio quando siete incerte). Poi guardatevi allo specchio alla luce naturale, e optate per la tonalità più naturale, meno vistosa.

In genere, le sfumature beige dorate ravvivano la pelle molto chiara, le ambrate calde (per non indurire i lineamenti) si addicono alla carnagione leggermente più scura, mentre quella mediterranea, tendente all’olivastro, ben si sposa al color biscotto rosato. Più leggero e impalpabile di giorno, il fondotinta diventa più coprente di sera. Sempre “long-lasting”: per garantire una tenuta non-stop, tamponate il viso, già truccato con il fondotinta, con un tocco di cipria in polvere trasparente, insistendo su naso, zigomi e mento. E per stenderlo in modo corretto? Dipende dal tipo di pelle. Ecco i consigli del caso.

 

Lucida o secca?

Lucida e contrassegnata da brufoli, punti neri e pori dilatati. È la pelle grassa o mista. Il fondotinta ad hoc? Un compatto “wet and dry”. Se la cute è giovane, va applicato con la spugnetta  asciutta, per una copertura media. Che va, invece, bagnata per mimetizzare piccole rughe e impurità. L’epidermide è più matura e segnata, pur tendendo a essere lucida? Provate uno stick ad alta concentrazione di polveri. Stendete una piccola quantità di prodotto sul viso, per poi picchiettare coi polpastrelli partendo dal mento fino alla fronte. Per far durare più a lungo l’effetto opaco, usate una spugnetta inumidita con qualche goccia di tonico astringente. Al termine dell’operazione, serve qualche minuto prima di applicare blush e cipria: se la pelle non è asciutta c’è il rischio di formare antiestetiche macchie. Disidratazione in agguato? In questo caso, niente fondotinta compatto: asciutto e troppo coprente, può inaridire la cute ed evidenziare rughe e imperfezioni. Optate piuttosto per un prodotto cremoso, dalla texture morbida e leggera, provvisto di principi idratanti, antietà e filtri solari. Per un risultato ancora più luminoso, preparate il viso con una base illuminante per il trucco, di color neutro o bianco madreperlato, oppure verde, in presenza di couperose e arrossamenti. Niente cipria sia in polvere che compatta.     

 

Per macchie e segni del tempo

Con il passare del tempo, la pelle perde tono e turgore, e i contorni del viso si rilassano. Si può scegliere tra un fondotinta a effetto lifting, capace di creare un “film” che distende i lineamenti. O applicare prima una crema a effetto tensore, poi un fondotinta fluido o cremoso, con valenze trattanti e filtri solari elevati. No al compatto, che tende a opacizzare e a coprire eccessivamente, evidenziando i difetti. Perfette come finish una polvere illuminante “all over” da passare su viso e décolleté, o una cipria satinata. Rughe profonde e macchie brune solcano il viso? Primo step: un correttore specifico per attenuare iperpigmentazioni e capillari. Il fondotinta. Meglio una formulazione fluida, non troppo coprente, a base di acqua e siliconi, piuttosto che cremosa: potrebbe creare spessore e addensamenti di colore. Per stenderlo, usate l’apposita spugnetta, senza strisciarla sul viso. Rischiate di irritare la pelle e formare antiestetiche macchie. Basta picchiettare, sfumando progressivamente.   

 

di Monica Caiti

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