ANCHE GLI AMBIENTI INDOOR SONO RICETTACOLO DI ALLERGIE

Si chiama “marcia allergica”, denunciando già dal nome un percorso in continua evoluzione che interessa, solo in Italia e fin dalle primissime fasi della vita, il 20% della popolazione. Otto milioni di persone che combattono contro l’allergia agli acari della polvere e a tutti gli allergeni degli ambienti indoor, tra le più diffuse e difficili da debellare. Si comincia fin da lattanti con manifestazioni cutanee che vanno dalle dermatiti atopiche agli eczemi, che si tramutano poi nella fase dello svezzamento in allergie alimentari per finire nell’adolescenza e in età adulta con problematiche che coinvolgono le vie respiratorie, riniti e asma in particolare. L’impatto sulla qualità della vita è indiscusso, specie nelle fasi acute quando occhi, naso e gola possono esserne coinvolti: cattiva respirazione, lacrimazione copiosa, fastidio alla luce, stanchezza e irritazione generale.
«Alla base delle forme allergiche – spiega il dottor Gabriele Rumi, specialista in allergologia e immunologia clinica – vi è una forte ereditarietà per quanto riguarda alcuni polimorfismi, ossia variazioni genetiche che si ripetono all’interno del nostro patrimonio, trasmissibili nell’asse madre-figli, che in qualche modo predispongono alle malattie allergiche». Quando abbiamo la febbre o un’infiammazione, il nostro organismo rilascia dei mediatori infiammatori, ma le persone allergiche liberano in grandi quantità queste molecole che costituiscono un fattore di rischio (e dunque la predisposizione) allo sviluppo di patologia allergiche.

Il grosso problema contro l’acaro, nemico invisibile e insidioso, è però la prevenzione: questo si annida ovunque, tra le tende, nei materassi (dove il numero si stima anche superiore al milione), sui mobili, nella polvere ed eliminarlo non è cosa da poco. «Alcune azioni – continua l’allergologo – quali l’areazione della casa e in particolare della zona notte, l’esposizione al sole e all’aria di cuscini, lenzuola, coperte, trapunte e anche del materasso almeno ogni 15 giorni, l’eliminazione di oggetti o componenti di arredo (peluche, moquette, divani di stoffa) che possono maggiormente essere ricettacolo per la polvere, così come il ricorso a spray antiacaro e fodere antiallergiche o, ancora, il lavaggio della biancheria a una temperatura superiore ai 60°, sono importanti ma non risolutive per l’eliminazione definitiva degli acari e degli allergeni». Questi, infatti, dopo la polvere si nutrono delle squame di pelle che viene costantemente eliminata dall’organismo e, come conseguenza, rilasciano escrementi che costituiscono un ulteriore fattore irritante.

E l’allergico deve ricorrere all’uso-abuso di antistaminici nel tentativo di tenere a bada i sintomi. «L’intensità e l’impatto delle forme allergiche – aggiunge Rumi – oggi vengono valutati con l’utilizzo di tre questionari: due che riguardano i sintomi riferiti dal paziente e il consumo dei farmaci (indice indiretto della salute della persona) e un terzo dedicato alla misurazione della qualità della vita». Il miglioramento di questa, come ricordato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità), dipende anche alla bonifica dell’ambiente domestico e degli spazi in cui si trascorre il maggior numero di ore della giornata quali scuole, uffici, palestre e così via. Almeno per i piccoli ambienti, come la casa, per una migliore bonifica si può ricorrere all’utilizzo di strumenti di pulizia di ultima generazione: aspirapolveri dotati di tecnologia ciclonica (Dyson) e provvisti di una botola autonoma per lo svuotamento dello sporco che evita il contatto con polvere e allergeni.

Ma quale impatto può avere la tecnologia sui sintomi allergici? La risposta è affidata a uno studio scientifico prossimo a partire. «Stiamo arruolando una ventina di pazienti allergici – precisa il dottor Rumi – che verranno suddivisi per caratteristiche e manifestazioni (rinite, asma o entrambe) ai quali verrà fornito in uso gratuito uno di questi nuovi strumenti di aspirazione. I pazienti saranno seguiti nel tempo per monitorare l’evoluzione della patologia, valutata all’ingresso dello studio con la somministrazione dei tre questionari, a uno e a 3 mesi fino a un massimo di 6 mesi/1 anno. L’apparecchiatura, per questi pazienti, non vuole essere un sostituto della terapia antistaminica, ma può indicare in quale misura il costante utilizzo di strumenti di pulizia altamente perfezionati potrebbe ridurre i sintomi e di conseguenza l’uso dei farmaci. Soprattutto nelle situazioni più complesse in cui le manifestazioni allergiche possono coesistere. Nei casi selezionati, in presenza di più manifestazioni o laddove non sia possibile una diversa azione terapeutica, si può ricorre a un farmaco biologico innovativo che va a bloccare tutti gli anticorpi dell’allergia (Ige) presenti nell’organismo anziché optare per una terapia che agisce allergene per allergene, come avviene nella maggior parte delle situazioni cliniche».

Quanto è ampio il raggio di azione degli acari sulla diffusione e influenza di patologie allergiche? È un secondo quesito per la ricerca che mira anche a valutare una possibile relazione fra acari e allergeni della polvere e allergie alimentari: «Servirà da spunto per future ricerche uno studio americano che ha considerato il rapporto fra gli allergeni alimentari, legati a polveri da farina di arachidi e noccioline (consumati in abbondanza dalla popolazione americana e correlati a numerose allergie), la presenza di particelle di questi alimenti nella polvere domestica, in particolare in cucina e nelle camere da letto dei bambini, e la frequenza di sensibilizzazione allergica di questi bambini». Secondo i dati preliminari dello studio americano, infatti, la rimozione di questo allergene ambientale potrebbe avere un impatto positivo anche su altri problemi, come quello alimentare.

di Francesca Morelli

 

NASCE UNA “APP” PER I PAZIENTI ASMATICI

In occasione della Giornata Mondiale dell’Asma, celebratasi il 6 maggio scorso, e del proprio ventennale la FederASMA e ALLERGIE Onlus – Federazione Italiana pazienti (ex Federasma Onlus) lancia l’applicazione “Diario dell’Asma”, realizzata da Segno&Forma, per smartphone e tablet con sistema iOs e Android, scaricabile gratuitamente da AppStore o Google Play dal link: www.medicalapps.it/linkto/diario-dell-asma/.
L’app si profila come strumento di aiuto nella gestione della terapia asmatica (è possibile attivare suonerie a orari prestabiliti e personalizzate secondo i diversi farmaci che ne ricordino l’assunzione) e nella valutazione dello stato dell’asma rispetto alle Linee Guida GINA (Global Initiative for Asthma). Lo strumento è infatti in grado di registrare i sintomi della problematica, misurare il picco di flusso espiratorio (PEF) e di visualizzarli come tabella che ne monitora l’andamento del tempo, con possibilità di trasmettere direttamente via mail le informazioni sullo stato di salute e dell’asma al medico curante che resta l’unico referente per la trattazione della patologia.

“Dalla nostra costituzione – dichiara Monica De Simone, Presidente di FederASMA e ALLERGIE Onlus – siamo impegnati a diffondere informazioni corrette affinché l’asma, le malattie allergiche e la dermatite atopica non vengano banalizzate, a promuovere un aperto dialogo fra medico e paziente per evitare il fai-da-te nella cura superando eventuali timori verso i farmaci ma anche a creare una rete di supporto efficace, con l’aiuto delle Istituzioni, per il bambino, l’adolescente, l’adulto e l’anziano affetto da patologie allergiche”.

(F. M.)

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