LA LEGGE 40 DELLA PROCREAZIONE ASSISTITA COMPIE 10 ANNI, TRA POLEMICHE E DIVIETI

www.sifes.it) che ha organizzato i giorni scorsi un convegno a Roma (Centro congressi Capranichetta), per ricordare i 10 anni della Legge 40. <Finora sono stati 32 i procedimenti giudiziari di impugnazione di alcuni articoli di questa Legge, la maggior parte dei quali riguarda la diagnosi pre-impianto e la crio-conservazione degli embrioni, tant’è che la Corte Costituzionale ha deciso di eliminare il limite di conservazione e l’obbligo dell’impianto di tre embrioni, espresso dalla Legge, lasciando la decisione a discrezione dei medici e dei singoli casi clinici. E’ recente anche il riconoscimento della diagnosi pre-impianto degli embrioni, nei casi di malattie genetiche trasmissibili. E ora siamo in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, previsto l’8 aprile, in merito alla donazione dei gameti, nei casi di donne sterili, una questione che oggi costringe molte coppie a recarsi all’estero, poichè la Legge italiana proibisce la fecondazione eterologa>. Ed è questa l’ennesima incongruenza della Legge 40. <L’articolo 1 della Legge, infatti, parla di garantire la procreazione a tutte quelle coppie infertili o sterili: tra queste non possono certo essere escluse quelle che, non riuscendo a produrre gameti a causa di patologie (anomalie geniche, menopausa precoce, tumori all’ovaio o ai testicoli), non sono in grado di procreare>, precisa l’avvocato Maria Paola Costantini, consulente legale SIFES e membro di Cittadinanza Attiva. <In questi casi le coppie sono costrette a rivolgersi ai centri esteri, segnalati magari dagli stessi medici italiani che fanno da tramite, con il rischio però di non avere le garanzie di assistenza e controlli medici fornite dal nostro Paese. Vorrei citare uno dei tanti esempi, che ho seguito sul piano legale, di una coppia italiana, indirizzata a un centro di Creta, dove, in assenza di diagnosi pre-impianto, sono stati utilizzati gameti portatori di malattia genetica grave che si è manifestata a pochi anni di vita del bambino. Proprio per evitare questi rischi, che creano problemi “esistenziali” alle coppie, è auspicabile che la Corte Costituzionale approvi il ricorso alla donazione di gameti anche in Italia, precisando le situazioni di patologie gravi che alterano la salute riproduttiva, sia femminile, che maschile>. Purtroppo esistono ancor oggi patologie, come i tumori all’ovaio e ai testicoli, alcune malattie genetiche rare, menopausa precoce, che provocano completa sterilità. La ricerca medica ha fatto indubbiamente passi da gigante, consentendo la crioconservazione dei gameti, spermatozoi e, da pochi anni, anche ovociti. <E’ stato un passo obbligato in questi dieci anni di Legge 40, che all’inizio vietava addirittura la crio-conservazione degli embrioni in sovrannumero>, puntualizza la dottoressa Eleonora Porcu, responsabile del Centro di Medicina riproduttiva dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. <Oggi nel 24% dei cicli di fecondazione assistita, congeliamo gli ovociti in sovrannumero. E crio-conserviamo soprattutto gli ovociti di donne con malattie che provocano sterilità, come alcune anomalie genetiche gravi, i casi di tumore all’ovaio o anche altri tumori (seno, leucemie, linfomi) che richiedono la chemioterapia, nociva per l’apparato riproduttivo, o anche nelle endometriosi gravi. I dati più recenti pubblicati sulla rivista internazionale Cancer confermano una percentuale del 30% di donne giovani con tumore, che sono ricorse alla crio-conservazione dei propri ovociti. E già abbiamo avuto numerosi bambini nati da donne, operate di tumore, che hanno conservato per anni gli ovociti… Questa procedura non deve comunque impedire ad altre donne, che magari non hanno agito preventivamente o si sono trovate in condizioni di non poter conservare i gameti, di ricorrere all’ovodonazione, oggi negata in Italia dalla Legge 40>.

<Non a caso si assiste a un incremento del fenomeno della “migrazione riproduttiva”, particolarmente orientato dall’Italia alla Spagna, dove la donazione dei gameti è autorizzata dallo Stato>,” conclude il dottor Antonino Guglielmino, responsabile dell’Istituto di Medicina e Biologia della Riproduzione U.M.R. /HERA di Catania. <Si stima addirittura che il 63% di chi si reca in Spagna per la fecondazione eterologa, siano coppie italiane. Non solo, ma questo proibizionismo, creato dalla Legge 40, sembra favorire situazioni “commerciali” di compra-vendita di gameti dall’estero. Ed è questa l’ennesima incongruenza di questa legge. Come del resto, l’aver impedito fino ad oggi la diagnosi pre-impianto degli embrioni ha aumentato i casi di aborto, legati a malattie genetiche o malformazioni fetali, che si sarebbero tranquillamente potuti evitare, senza dover aspettare anni di ricorsi nei tribunali. E ci auguriamo che, anche in questo caso, la Corte Costituzionale, l’8 aprile, si pronunci a favore della donazione dei gameti>.

di Paola Trombetta

Articoli correlati