Psoriasi: non è stata ammessa nel Piano Nazionale Cronicità

La psoriasi è rimasta fuori dal nuovo Piano Nazionale Cronicità approvato lo scorso 23 ottobre, per ottenere percorsi di cura integrati e uniformi in tutta Italia: «Apprendiamo con grande sconcerto che la Conferenza Stato-Regioni ha escluso, senza criteri e motivazioni, la psoriasi dal novero delle patologie “elette”, inserite nel Piano Nazionale di Cronicità – ha dichiarato Valeria Corazza, presidente di APIAFCO (Associazione Psoriasi Italiani Amici della Fondazione Corazza) in occasione della Giornata Mondiale della Psoriasi (29 ottobre) – Una decisione che, a nostro avviso, indica una sottovalutazione della condizione di milioni di persone che soffrono di malattie dermatologiche molto più gravi e complesse, configurandoli cittadini diversi, invisibili, non ascoltati e messi da parte. Il mancato riconoscimento dello status di malattia grave, infatti, erode la dignità di pazienti vittime di pregiudizio e ignoranza: a questa visione della Sanità distratta, non equa e selettiva, come APIAFCO risponderemo con una ancora più vigorosa richiesta di rispetto dei diritti delle persone, ribadendo anche la necessità di aggiornamento del codice di esenzione 045 dei LEA cui non abbiamo avuto ascolto». In Italia soffrono di psoriasi 1,8 milioni di persone, il 3% della popolazione, di cui 150mila in forma severa (fino al 90% della superficie corporea colpita). Malattia cronica, altamente invalidante, dalla psoriasi attualmente non si guarisce definitivamente ma può essere affrontata con maggiore consapevolezza, grazie alle nuove cure e agli sforzi congiunti di medici e associazioni di pazienti che condividono il medesimo obiettivo: migliorare la qualità di vita di chi convive quotidianamente con la patologia. «Ad esempio – ha spiegato Antonio Costanzo, Professore di dermatologia Università Humanitas e vicepresidente SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia Medica, Chirurgica, Estetica e delle Malattie sessualmente trasmesse) – abbiamo farmaci efficaci e che sembrano essere in grado di prevenire le conseguenze importanti della malattia, quali l’artrite psoriasica, cioè l’infiammazione delle articolazioni». Ma non è la sola condizione, infatti la psoriasi può accompagnarsi anche a patologie croniche e immuno-mediate di natura metabolica come diabete mellito, ipercolesterolemia, obesità, a malattie infiammatorie dell’intestino, a insufficienza renale, a patologie cardiovascolari tra cui infarto, ictus, insufficienza cardiaca e disturbi psicologici e depressivi: comorbidità gravi, tutte di pari peso e importanza. «Pertanto la psoriasi necessita di terapie personalizzate – ha aggiunto Viviana Lora, Dirigente medico presso l’ambulatorio per la cura della psoriasi dell’Istituto dermatologico San Gallicano e rappresentante di ADOI (Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani) e della Sanità Pubblica – considerando gravità, aree colpite e comorbidità come artrite psoriasica. E di strumenti nuovi, la telemedicina ad esempio facilita il monitoraggio, risparmiando tempo e risorse ai pazienti, anche lontani». La politica è al fianco dei pazienti, esprimendo la necessità di un riconoscimento da parte delle istituzioni della cronicità ufficiale della psoriasi, quindi di un più facile ed equo accesso alle cure, superando le disuguaglianze territoriali ad oggi esistenti.

Francesca Morelli

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