Italiani sempre meno “in vista”. Secondo Vision Needs Monitor 2024, una recente indagine condotta tra gennaio e febbraio 2025, con oltre 4 mila interviste su un campione di popolazione di oltre 15 anni, di cui 47,8% uomini e 52% donne, soffrirebbe di un difetto della vista: miopia (43%), ipermetropia (15,5%), astigmatismo (31,9%) e una incidenza di prebiospia del 41,4%. In buona sostanza, circa l’87% della popolazione sopra i 15 anni necessita di una correzione visiva, ma di questi solo il 12% fa uso di lenti a contatto, a fronte del 42% che si dichiara intenzionato a provarle. Percentuali che sono influenzate da diversi fattori: ad esempio spingono a non ricorrere alle lenti il fatto di sentirsi bene/o di avere sempre portato gli occhiali (27,2%), l’idea di avere un corpo estraneo nell’occhio (27,2%), stimare lenti poco confortevoli (21,6%), la difficoltà di applicazione (24,2%), la preoccupazione della sicurezza e di eventuali rischi (12,1%). Mentre sul fronte opposto gli utilizzatori apprezzano che la lente renda la vita più semplice (54,4%), offra una visione migliore (48,1%), faccia sentire più sicuri di se stessi (44,2%). Timori, tra i diffidenti, che oggi sono scongiurati dalla tipologia di lenti, realizzate con biomateriali di alta qualità, a garanzia di elevata tollerabilità e ossigenazioni, le migliori performance, tali da potere correggere anche diversi difetti di refrazione, come astigmatismo e presbiopia. Tuttavia sul tema delle lenti a contatto va fatta corretta educazione, portando a vivere la lente non come “una cosa in più”, ma come un sistema di correzione dei difetti visivi che, al pari dell’occhiale, offre opportunità, eliminando l’handicap del vedere male. Particolare attenzione va riservata all’educazione di specifiche fasce di popolazione, ad esempio i giovani, in particolare gli adolescenti, la cui propensione all’uso di lenti, come confermano dati di letteratura fin dagli anni ’80, non va ostacolata, adattando però questo device alle esigenze e urgenze dei ragazzi. Ad esempio in ambito sportivo, dati ISTAT degli ultimi 10 anni, attestano che il 60-70% dei giovani fa sport o vorrebbe farlo. Ma in alcune attività, l’occhiale potrebbe limitare alcuni aspetti come la visione periferica, risolvibile con una lente, ricordando che se il problema visivo non viene trattato con un sistema libero come le lenti a contatto, in alcuni casi potrebbero emergere delle difficoltà. «La ricerca clinica e scientifica – dichiara Pietro Gheller, Docente di contattologia presso l’Università di Padova e l’Istituto Zaccagnini di Bologna – ha evidenziato che i nostri occhi sono molto specifici e che la scelta dei materiali deve essere sempre più precisa affinché la lente che “viva” con l’occhio così in armonia da permettere l’uso anche fino a 15 ore al giorno, e per tutta la vita, adattandola nel tempo. Pertanto, l’individuazione della lente a contatto più idonea non può prescindere da un professionista formato nell’orientare la giusta scelta. Oggi anche lenti a contatto usa e getta offrono un range di correzione molto vasta e nelle lenti per presbiopia molti disegni per ogni esigenza». L’indagine è stata occasione anche per promuovere “Pop up Vision!”, una campagna organizzata a Milano da Alcon per far conoscere da vicino il mondo delle lenti a contatto.
Francesca Morelli