LA PILLOLA AIUTA A CONTRASTARE IL TUMORE ALLE OVAIE

È merito anche della pillola se nell’arco di 10 anni (dal 2002 al 2012) la mortalità per tumore dell’ovaio è mediamente diminuita del 10% in Europa, Italia compresa, con un tasso di 5,76 casi per 100mila donne del 2002 contro i 6,19 del 2012, e del 16% negli Stati Uniti dove l’uso dei contraccettivi orali si è diffuso prima e in maniera più massiccia. Sono i dati, positivi, emersi da uno studio italiano, condotto dall’Università di Milano in collaborazione con l’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri del capoluogo lombardo, pubblicati sulla rivista Annals of Oncology. Merito, dicono gli esperti, dell’azione protettiva degli estro-progestinici nei confronti di diversi tipi di tumori. Dati già noti alla scienza, ora riconfermati, e che screditano falsi miti diffusi tra la popolazione femminile su possibili effetti contrari. «Precedenti studi di rilevanza scientifica – ha dichiarato il Professor Annibale Volpe, Past Presidente della Società Italiana della Contraccezione (SIC)avevano già dimostrato l’efficacia degli estro-progestinici nella prevenzione del tumore all’ovaio, così come dell’endometrio e del colon retto, e come SIC ci siamo sempre impegnati in azioni di sensibilizzazione in questa direzione». Sebbene dallo studio emerga che la riduzione della mortalità si correli non solo alla pillola, ma anche ai benefici della diagnosi precoce del tumore ovarico: una neoplasia con bassa incidenza nel nostro Paese – conta infatti circa 5 mila nuovi casi l’anno – ma la cui frequenza di esiti letali resta ancora molto alta. «È scientificamente dimostrato – conclude la dottoressa Franca Fruzzetti, Ginecologa dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa e membro della SIC – che l’uso di contraccettivi orali riduce il rischio di sviluppare un tumore dell’ovaio, così come dell’endometrio,  fino al 50% con una azione protettiva degli estro-progestinici che dura per più di 20 anni dopo la sospensione e nel corso della post menopausa». Ma la prevenzione non riguarderebbe solo la morbilità e mortalità per tumori, perché in letteratura si evidenzierebbe anche una relazione di causa/effetto sulla diminuzione della mortalità per qualunque altra causa.
(Francesca Morelli)

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