Da Michelangelo (La notte) a Goya (Il sonno della ragione genera mostri), da Munch (Notte insonne) a Dalì (Il sonno), fino ai lavori contemporanei di Wall (Insomnia) e Bourgeois (Insomnia Drawings): i grandi artisti di ogni epoca hanno rappresentato l’insonnia come condizione che investe l’equilibrio psicofisico e le emozioni. Oggi la scienza conferma che il buon sonno è un alleato di salute, prevenzione e coesione sociale, e invita a riconoscere e affrontare l’insonnia, senza banalizzarla. Sono questi i temi al centro della conferenza stampa “Ipnosis – Accendere una luce sulla notte” che ha proposto un percorso tra 15 opere d’arte dedicate al tema dell’insonnia (clicca qui), raccontate dal direttore artistico del Museo Novecento di Firenze Sergio Risaliti, in un dialogo tra arte e scienza per riportare l’attenzione sul valore del sonno come “cura invisibile”.
«Il sonno è un bisogno primario e un potente fattore di prevenzione: protegge il sistema cardiocircolatorio, favorisce la rigenerazione dei tessuti e l’eliminazione delle scorie dal nostro cervello, riducendo il rischio di malattie neurodegenerative», spiega Carolina Lombardi, Direttore del Centro di Medicina del Sonno, Istituto Auxologico Italiano IRCCS di Milano. «Le cause di un sonno non adeguato possono essere molteplici: ansia, stress, alterazioni del ritmo circadiano (ciclo sonno-veglia), disturbi del respiro nel sonno o di tipo depressivo. Gli effetti riguardano tutto l’organismo: dal sistema nervoso a quello immunitario, dal sistema endocrino a quello cardiovascolare, influenzando la regolazione delle emozioni, il senso di fame e sazietà, la pressione e la frequenza cardiaca. Le linee guida internazionali raccomandano un approccio graduale, conclude la professoressa Lombardi. Si parte da interventi non farmacologici, modifica dello stile di vita, terapia cognitivo-comportamentale, fino ad arrivare a terapie farmacologiche specifiche e personalizzate in base al tipo di disturbo e alle eventuali comorbidità». Le evidenze scientifiche dimostrano che la mancanza di riposo aumenta il rischio di disturbi psichiatrici, metabolici e cardiovascolari. Nei giovani, in cui l’incidenza raggiunge il 20%, la coesistenza di più sintomi d’insonnia si associa a un rischio maggiore di ipertensione negli anni successivi. L’American Heart Association ha inserito il sonno tra gli 8 pilastri della salute cardiovascolare.
«Dormire male non compromette solo la salute: mina anche le relazioni e la coesione sociale», sottolinea Claudio Mencacci, psichiatra e co-presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia. «Esiste una relazione bidirezionale tra sonno e gentilezza: chi dorme poco è più irritabile, meno empatico e più incline ai conflitti. Il buon sonno, invece, favorisce la regolazione emotiva e le relazioni serene che, a loro volta, migliorano la qualità del sonno. Tuttavia, molti pazienti convivono con l’insonnia per mesi senza riconoscerla: la mancanza di consapevolezza è il primo ostacolo alla diagnosi».
Per aumentare la consapevolezza dell’insonnia, è online la campagna di sensibilizzazione “Se vuoi essere sveglio, dormi”. L’iniziativa raccoglie esperienze reali legate ai disturbi del sonno e consigli degli esperti per diffondere una nuova cultura del sonno come parte integrante della salute. Tutte le informazioni e le testimonianze sono disponibili sul sito www.sevuoiesseresvegliodormi.it, e sulle piattaforme YouTube e Spotify.
Paola Trombetta