IL MESE MONDIALE DEDICATO ALL’OSTEOPOROSI

E’ dedicato alla prevenzione dell’osteoporosi il mese di maggio. A promuovere iniziative di informazioni è il GIOSEG, gruppo di studio italiano che si dedica allo studio delle cause endocrinologiche dell’osteoporosi, che aderisce alla dichiarazione dell’American Society for Bone and Mineral Research, della National Osteoporosis Foundation e della National Bone Health Alliance, le più importanti istituzioni scientifiche americane unite nell’invito a una maggiore attenzione alla prevenzione dell’osteoporosi.

<La diagnosi di osteoporosi spesso viene fatta in occasione della prima frattura e questo significa aver perso il treno della prevenzione>, dichiara il professor Andrea Giustina, Ordinario di Endocrinologia all’Università di Brescia e Presidente del GIOSEG. <Secondo un recente studio dal titolo Imminent Risk of Major Osteoporotic Fracture After Fracture, presentato al World Congress on Osteoporosis, Osteoarthritis and Musculoskeletal Diseases che si è tenuto ad aprile a Malaga, dopo la prima frattura il rischio di un secondo evento è triplicato entro un anno e raddoppiato ulteriormente nel decennio successivo. Dati attendibili, derivati dal monitoraggio di oltre 118mila soggetti nati tra il 1907 e il 1935 che avevano partecipato al Reykjavik Study per i quali è stato calcolato il tasso di frattura, in riferimento a tutte le fratture avute dal momento dell’arruolamento nello studio sino al 2012. Si è visto che l’osteoporosi è ancora sottovalutata in entrambi i sessi e sottotrattata, eppure rappresenta un’emergenza di salute pubblica che deve fare i conti con una popolazione sempre più anziana, per la quale dopo il primo evento fratturativo si presenta il rischio di perdere l’autosufficienza e andare incontro alla morte>.

E’ particolarmente importante il dato emerso dalla ricerca che evidenzia come, dopo la prima frattura, solo il 26% dei pazienti venga sottoposto ad una terapia. L’analisi ha rivelato che 5039 pazienti avevano avuto una frattura da osteoporosi e di questi 1919 ne avevano subito una seconda. Dopo il primo episodio, il rischio è aumentato del 4% per ogni anno di età ed è più alto del 41% nelle donne. Il rischio di una seconda frattura è maggiore nel periodo immediatamente successivo alla prima e, sebbene decresca nel tempo, rimane comunque due volte superiore rispetto alla popolazione generale.  (P.T.)