Il cattivo sonno può dipendere anche dal diabete

La stanchezza e il caldo di questi giorni fanno la loro parte, ma non sono i soli fattori che possono influenzare la qualità del riposo. Un “cattivo” sonno, secondo i più recenti studi scientifici, potrebbe correlarsi anche o a numerose patologie cardiovascolari e disturbi metabolici tra questi il diabete, spesso associato a obesità e sovrappeso. Condizioni che, a loro volta, possono contribuire ad alterare il sonno rappresentando un possibile rischio per i disturbi del respiro, prima fra tutte la Sindrome delle Apnee Ostruttive (OSAS).

«Ridurre la privazione cronica di sonno o inquadrare correttamente un’insonnia o un disturbo del respiro, apporta benefici sia sull’aspetto strettamente legato al sonno, con positive ripercussioni sul metabolismo e anche sull’obesità», spiega il professor Gianfranco Parati, presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa e direttore dell’UO cardiologia dell’Auxologico di Milano. E’ confermata l’evidenza che l’utilizzo di una CPAP, un device per la ventilazione respiratoria utilizzata nella sindrome della apnee ostruttive, oltre a regolare e migliorare la qualità del sonno, ottimizza anche il controllo glicemico in pazienti diabetici, favorendo l’aumento della sensibilità periferica all’insulina. I dati scientifici e i risultati terapeutici, come dimostrato anche dal ‘Rapporto sull’obesità in Italia. Obesità e sonno: dalla patogenesi alla terapia’, curato da specialisti dell’Auxologico e ricercatori Istat, ha aperto nuove prospettive per meglio comprendere la fisiopatologia e la clinica di molte complicanze respiratorie, metaboliche e cardiovascolari nel paziente obeso, che possono essere efficacemente trattate e diagnosticate presso Centri specializzati di medicina del sonno. Tra questi l’Auxologico di Piancavallo (Verbania), l’Ospedale San Giuseppe e il Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale San Luca di Milano. Centri nei quali è possibile affrontare un percorso attento e mirato al disturbo sonno e alle sue implicazioni, attraverso una visita di medicina del sonno, corredata da diverse tipologie di esami strumentali polisonnografici e eventuali adattamenti ai supporti di ventilazione, con impostazioni terapeutiche personalizzate e specifiche per patologia (dietoterapie, terapie farmacologiche e non per l’insonnia) con evidenti benefici sulla condizione clinica generale. A garanzia di un migliore e buon riposo, ma non solo.

Francesca Morelli

 

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