Tumore al seno, l’impegno di AIRC: “completare” il Nastro Rosa

“All’inizio era solo un po’ di dolore al seno, poi un piccolo nodulo. Io non ero tranquilla e mi sono sottoposta a diversi esami prescritti dal medico. La diagnosi mi ha colto impreparata, perché ero giovane e non mi aspettavo di potermi ammalare. Ho dovuto rimuovere immediatamente uno dei miei seni. Cosa mi ha salvato? L’andare subito a farmi visitare e fare gli esami necessari. Per questo invito tutte le donne a fare i controlli: la prevenzione è fondamentale”. Sono le parole di Benedetta, volto del Nastro Rosa AIRC, curata per un tumore al seno a soli 25 anni; lei, interprete delle sensazioni, timori, paure di tantissime altre donne. Almeno 53 mila, quelle che ogni anno in Italia ricevono una diagnosi di tumore del seno, una su otto scopre la malattia nell’arco della vita. La buona notizia è che oggi l’88% delle donne è viva a cinque anni dalla diagnosi, grazie ai progressi della ricerca nella prevenzione e nella cura, che hanno cambiato la prospettiva di malattia, tanto che la percentuale di sopravvivenza è in costante aumento. Eppure esiste ancora una zona grigia: il 12% di pazienti, infatti, non riescono o non possono ancora curarsi per forme di malattia particolari: è qui che si concentra la ricerca. Per trovare nuove terapie più sicure ed efficaci contro i tumori più aggressivi, come il triplo negativo, che risponde solo in parte ai trattamenti attualmente disponibili e colpisce soprattutto in giovane età, e il tumore del seno metastatico, che oggi riguarda circa 37 mila donne in Italia (“I numeri del cancro in Italia” 2024, a cura di AIOM e AIRTUM).

Ed è per quello che c’è ancora da fare, che AIRC ha deciso di simboleggiare il Nastro Rosa incompleto: un messaggio forte, un obiettivo mancato da raggiungere quanto prima. Per affrontare tali sfide, solo nel 2025, Fondazione AIRC ha destinato circa 14 milioni di euro a progetti di ricerca e borse di studio in quest’ambito. «Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent’anni fa, oltre alla chirurgia, vi erano solo chemioterapia, radioterapia e terapie ormonali – spiega Anna Mondino, Direttrice Scientifica di Fondazione AIRC –. L’arrivo di trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido, nel 1998, ha rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Poi i ricercatori hanno cominciato via via a individuare altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro e si è compiuto un ulteriore passo avanti sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Più di recente, dopo studi decennali, si è affacciata tra le opportunità terapeutiche anche l’immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia del tumore del seno quando è in fase precoce, mentre gli anticorpi immuno-coniugati, anch’essi molto nuovi, hanno sensibilmente modificato i protocolli di cura nelle forme avanzate offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza».

L’obiettivo della ricerca, dare nuove risposte e cure, è territorialmente, (inter)nazionalmente, condiviso: per tutto il mese di ottobre, dedicato alla prevenzione del tumore del seno, l’illuminazione in rosa di centinaia di palazzi comunali e monumenti – grazie alla collaborazione fra Fondazione AIRC e ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani – accende anche in Italia la campagna internazionale contro il cancro al seno. Nastro Rosa è un’occasione preziosa per sensibilizzare le donne sull’importanza della diagnosi precoce, perché individuare un tumore in fase molto inziale aumenta notevolmente la possibilità di curarlo in modo più efficace.

In Italia, con questo obiettivo, il Servizio sanitario nazionale offre lo screening mammografico gratuito in determinate fasce di età attraverso le Aziende sanitarie territoriali, ma sono ancora troppe le donne che non rispondono all’invito: solo il 75%, fra i 50 e i 69 anni, includendo anche coloro che scelgono di eseguire l’esame in forma privata, si sottopone alla mammografia a scopo preventivo. Secondo i dati 2023-2024, diffusi recentemente dalla Sorveglianza PASSI dell’Istituto superiore di sanità, con importanti differenze lungo lo stivale: al Nord la copertura totale è dell’86%, ma al Centro scende all’80%, fino ad abbassarsi e infine fermarsi al 62% nelle Regioni del Sud. Sono dati preoccupanti che evidenziano che siamo ancora lontani da livelli accettabili, tali da poter produrre un impatto positivo sulla sopravvivenza delle donne colpite dal tumore al seno. Ciò, nonostante ci sia stata una ripresa dei programmi di screening, dopo il calo dovuto alla pandemia di Covid-19, secondo i dati dell’indagine PASSI 2023-24.

Oltre all’aderenza alle campagne di screening, fare prevenzione significa anche (e soprattutto) adottare e restare fedeli a stili di vita sani e a comportamenti quotidiani corretti: un mezzo e uno strumento efficaci per rallentare, fino a poter contrastare l’insorgenza del tumore del seno. Abbattere la sedentarietà è fondamentale: si stima che praticare poca attività fisica si associ a un rischio del 10-20% maggiore di sviluppare un tumore al seno, rispetto a una vita in movimento e che il consumo regolare di bevande alcoliche sia causa di circa il 5% delle nuove diagnosi di tumore al seno in Italia. Non fumare, seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, sono ulteriori caposaldi della prevenzione che possono offrire una protezione in più contro questo tipo di cancro.

Gesti concreti possono, inoltre, sostenere le donne e la ricerca scientifica: ad esempio a fronte di una donazione minima di 2 euro in migliaia di farmacie italiane e in molti punti di distribuzione è possibile acquistare la spilla con il nastro rosa incompleto di AIRC, disponibile anche nello shop online di AIRC, insieme a una selezione di prodotti in edizione limitata dedicati alla campagna, o essere testimoni proattivi partecipando agli eventi “in rosa”. Come camminate, maratone, giornate in palestra, organizzate sul territorio nell’ambito del progetto “Muoviti per AIRC”, aperte ad adulti e bambini di tutte le età che insieme si uniscono per sensibilizzare al valore delle prevenzione, attraverso abitudini di vita salutari come l’esercizio fisico, oppure aderendo al progetto “La bellezza che conta”: saloni di bellezza, centri estetici e parrucchieri si uniscono alla campagna per coinvolgere le clienti nella raccolta fondi per la ricerca e sostenere con un gesto di vicinanza le donne colpite dal cancro al seno e il lavoro dei ricercatori. Anche quest’anno numerose aziende partecipano e sostengono gli obiettivi di AIRC, prima fra tutte The Estée Lauder Companies Italia, che da dieci anni ha scelto Fondazione AIRC come charity partner della “Breast Cancer Campaign”.

Per informazioni su tutte le iniziative sul territorio, consultare l’area eventi del sito nastrorosa.it

di Francesca Morelli

Articoli correlati