Lo psicologo, una figura sempre più necessaria dentro la scuola

Emotivamente e psicologicamente sempre più fragili, i ragazzi, in età scolare ma non solo, sono sempre più bisognosi di un aiuto esperto che consenta loro di razionalizzare e sapere meglio affrontare e gestire le loro problematiche e conflittualità dentro la scuola, nella sua totalità.

Il Governo ci ha visto lungo decidendo di stanziare a partire da quest’anno, grazie alle Legge di Bilancio 2025, 10 milioni di euro tramite l’istituzione di un Fondo nazionale dedicato al sostegno psicologico nelle scuole, quindi a strutturare gli psicologi in modo permanente, sempre presenti a scuola. E quello che poteva sembrare un progetto “sperimentale” diviene oggi una realtà per prevenire il disagio giovanile, promuovere la salute psicologica e costruire un ambiente favorevole, di confort allo studio, allo sviluppo e alla crescita, tanto degli studenti, ragazzi e ragazze che frequentano il plesso scolastico, ma a beneficio anche delle rispettive famiglie, del corpo docenti e del personale scolastico. Tutti potranno usufruire del servizio dello psicologo, se necessario.

A fianco del Governo si schiera, ribadendo questa necessità, anche la Comunità degli stessi psicologici, che hanno istituito iniziative dedicate – ad esempio la creazione di un Gruppo di Lavoro, come quello formato dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia che ha l’intento di rendere lo psicologo scolastico una presenza costante e quotidiana nella vita dei ragazzi, sia a scuola ma anche al servizio della collettività.

Cosa farà in sostanza il Gruppo di esperti? Il lavoro che li attende è articolato e impegnativo e include anche un “osservatorio” di ciò che accade fuori dai muri scolastici. Infatti, il servizio pensato dagli psicologi lombardi si occuperà anche di avviare un’attività sul territorio, tramite il monitoraggio continuo dei servizi presenti, così da intercettare nuovi bisogni, rilevare le criticità esistenti e quindi studiare strategie e buone pratiche per la loro risoluzione. Oltre a ciò, il Gruppo di Lavoro intende fare formazione a largo raggio tramite la produzione di materiali informativi e linee guida per definire ruoli, competenze e modalità di intervento dello psicologo e, non ultimo, svolgere un’azione di advocacy, quindi aprire un dialogo istituzionale costante con Regione Lombardia e provveditorati per promuovere specifiche istanze e soprattutto per richiedere e sostenere l’importanza di integrare la figura dello psicologo nel sistema educativo scolastico e molto altro ancora. Ogni azione sarà tesa a valorizzare le competenze di queste figure professionali, un aiuto concreto e sostanziale per i giovani studenti.

La richiesta di mettere al servizio della comunità scolastica uno psicologo “permanente”, dentro le mura, per promuovere il benessere e la crescita dei ragazzi, nasce anche dai dati emersi da uno studio condotto da ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sotto la supervisione di Emanuela Confalonieri, psicologa e docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, e del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca, guidata da Veronica Velasco, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Lombardia. L’indagine ha coinvolto circa 300 psicologi scolastici attivi nelle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado della Lombardia che ha permesso di dettagliare il “quadro operativo e di contesto” dello psicologo scolastico, specializzato nell’affrontare le sfide educative e relazionali della scuola, facendo luce sulle arre di maggiore attenzione e di attività di questa figura professionale. Aree che riguardano soprattutto tre ambiti: il counseling scolastico, la promozione della salute e la prevenzione del rischio. Evidenziando anche qualche differenza o criticità con necessità di interventi mirati: ad esempio nelle scuole primarie l’attenzione è maggiormente puntata al supporto organizzativo e didattico, rispetto alle scuole secondarie di primo e di secondo grado dove l’impegno va rivolto più all’attività di counseling. Mentre a denominatore comune, gli esperti segnalano la presenza di ostacoli rilevanti e ricorrenti che potrebbero condizionare il lavoro degli stessi psicologi, come un numero insufficiente di ore dedicate all’attività, l’inadeguatezza degli spazi operativi e le diverse aree da migliorare e su cui investire nuove e più ingenti risorse, tra cui la necessità di supervisione, di creare reti virtuose di collaborazione tra scuola e servizi territoriali così come di favorire confronto fra colleghi di uguale o diversa formazione.

Anche la lettura delle evidenze dei dati porta a una univoca conclusione: lo psicologo scolastico non è più una figura “marginale” a cui è richiesto un intervento opzionale ed emergenziale, come poteva essere intesa un tempo, bensì un professionista parte integrante del presidio che deve agire in prevenzione, tramite l’ascolto dei ragazzi, in grado di avviare modalità di intervento – un sostegno concreto nella gestione di difficoltà emotive, relazionali e di apprendimento, iniziative di mediazione dei conflitti non limitati alle mura scolastiche ad esempio – che possono impattare, positivamente, sulla salute mentale degli studenti, sul clima relazionale e sull’efficacia dell’intera comunità scolastica, promuovendo un ambiente inclusivo.
«Lo psicologo scolastico – dichiara la dottoressa Confalonieri – deve essere messo nelle condizioni di operare con risorse adeguate, in modo continuativo e secondo un riconoscimento professionale delle istituzioni tutte. L’auspicio è che, anche grazie a progetti di ricerca come il nostro, possa essere colta e raccolta l’esigenza di incrementare gli investimenti in strumenti e spazi a beneficio delle comunità scolastiche, messe di fronte a sfide educative sempre nuove. Anche investimenti relativamente contenuti, ma ben strutturati e integrati, possono contribuire a generare un impatto significativo e duraturo sulla salute e l’apprendimento dei ragazzi, ma anche di promozione della coesione sociale».

Dello stesso avviso, la Dottoressa Valentina Di Mattei, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, che ribadisce la necessità di un impegno a livello istituzionale nei riguardi dello psicologo scolastico, che così conclude: «Come per il più ampio ambito del sistema sociosanitario, anche negli istituti scolastici di ogni ordine e grado è necessario garantire una prospettiva di stabilità agli psicologi di oggi e di domani. Soltanto un significativo cambio di rotta potrà far emergere la duplice opportunità di attrarre professionisti altamente qualificati e motivati e valorizzare al meglio l’offerta di supporto psicologico alla collettività».

di Francesca Morelli

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