Giornata del tumore al pancreas: più 59% di nuovi casi

Fumo, obesità e sedentarietà sono i principali fattori di rischio di un tumore che è aumentato del 59% negli ultimi 15 anni. In particolare alle sigarette è riconducibile il 20-30% delle diagnosi fra gli uomini e il 10% fra le donne. E le diverse abitudini alimentari spiegano le differenze geografiche nella diffusione di questa neoplasia che al Sud colpisce meno rispetto al Nord: meno 25% fra gli uomini e meno 28% fra le donne. Il maggiore consumo di frutta e verdura fresche, tipico della dieta mediterranea, protegge infatti dal rischio di insorgenza di questo tumore. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni, la Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) aderisce alla Quarta Giornata Mondiale del Tumore del Pancreas, in programma per il 16 novembre, in collaborazione con la Fondazione AIOM, Salute Donna, FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), Salute Uomo, Fondazione Nadia Valsecchi, Nastro Viola e My Everest.

«È fondamentale migliorare il livello di consapevolezza dei cittadini e delle Istituzioni su questa neoplasia e sull’importanza degli stili di vita sani», fa notare il dottor Fabrizio Nicolis, presidente della Fondazione AIOM. «Nel mondo i nuovi casi sono più che raddoppiati in un decennio passando da quasi 145 mila nel 2008 a circa 365 mila nel 2017 e si stima che nel 2020 saranno 418 mila». Il 16 novembre, nelle piazze centrali di quattro città (piazza Gae Aulenti a Milano, piazza Bra a Verona, piazza di Spagna a Roma e piazza Dante a Napoli) saranno presenti gli stand delle associazioni dei pazienti, che distribuiranno volantini informativi. È anche previsto un volo di palloncini viola, lo stesso colore del logo, rappresentato da un aquilone, che partirà simultaneamente alle 17 da tutte le piazze coinvolte.

«Ad oggi non vi sono metodi per la diagnosi precoce di questa neoplasia molto aggressiva», conferma il professor Gianpaolo Tortora, direttore dell’Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. «Solo il 7% dei casi è individuato in stadio iniziale, oltre la metà quando la malattia è già in fase metastatica. Spesso sintomi come dolore allo stomaco, gastrite e cattiva digestione vengono confusi con quelli di altre patologie. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari all’8%. Nuove armi permettono di ottenere un controllo prolungato della malattia metastatica. Tra queste nab-paclitaxel (paclitaxel legato all’albumina formulato in nanoparticelle): la molecola, grazie all’albumina, proteina presente nell’organismo umano, riesce a superare la barriera stromale del cancro, arrivando fino alla radice del tumore: rallenta la proliferazione della malattia e, a volte, può fermarne la crescita».

Per aumentare le diagnosi precoci e cambiare la storia di questo tumore, è necessario rafforzare la collaborazione tra specialisti. «Non è accettabile che alcuni pazienti siano operati in centri dove si effettuano solo uno o due interventi l’anno», puntualizza il professor Massimo Falconi, direttore del Centro del Pancreas dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario all’Università Vita-Salute di Milano. «La chirurgia pancreatica è estremamente complessa: meno del 20% dei pazienti è candidabile a un intervento con intento curativo, con una sopravvivenza a 5 anni intorno al 20-30%. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che i rischi di gravi complicanze dopo un intervento sono più alti nei centri che eseguono poche operazioni. Anche in Italia è stata confermata la relazione tra esperienza dell’ospedale e rischio operatorio: un’analisi dei dati raccolti dal Ministero della Salute ha mostrato che in un ospedale con poca esperienza in chirurgia pancreatica, il paziente ha un rischio di morire 5 volte superiore rispetto ai centri con più esperienza». Oggi i centri con maggiore casistica operatoria sul pancreas sono l’Ospedale San Raffaele di Milano e Policlinico G.B. Rossi di Verona che effettuano più di 350 resezioni pancreatiche all’anno. «Così come per le Breast Unit – continua il professor Falconi – anche per il tumore del pancreas dovrebbero essere individuate strutture di riferimento certificate sulla base di precisi parametri (quantità, qualità e valutazione dei risultati clinici). Va poi sottolineato che la decisone di procedere all’intervento chirurgico non può essere affidata al solo chirurgo, ma deve essere condivisa dall’intero team multidisciplinare (radiologo, endoscopista-gastroenterologo, patologo, oncologo/radioterapista) ».

In occasione della Giornata del tumore al pancreas del 16 novembre, Celgene ha supportato il progetto “Cooking, Comfort, Care” promosso da AIOM e volto a fornire consigli nutrizionali alle persone colpite da tumore del pancreas, con indicazioni per una sana e corretta alimentazione “a misura di paziente” e ha reso possibile la web app su questa patologia, realizzata in collaborazione con AIOM sul Corriere della Sera, in 8 lingue e consultabile da differenti device.

di Paola Trombetta

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