TUMORI DELLA PELLE: A RISCHIO CHI LAVORA SOTTO IL SOLE

Chi vive o lavora sotto il sole è più a rischio di sviluppare un tumore della pelle. Lo confermano i dati della Campagna “L’amore per il mare è nella nostra pelle”, promossa dalla Società Italiana di Dermatologia, SIDeMaST, in collaborazione con la Marina Militare e il contributo incondizionato di LEO Pharma. I marinai sottoposti a screening sono 921, in prevalenza uomini, ma non sono mancate le donne, meno colpite da queste patologie della pelle perché meglio protette dai raggi solari, in quanto utilizzano creme ad alta protezione. Di questi soggetti, ben 217 sono stati i casi riscontrati di cheratosi attinica, pari al 23% del campione.

Per quali motivi la SIDeMaST ha promosso questa iniziativa?

Lo abbiamo chiesto alla professoressa Ketty Peris, professore ordinario di Dermatologia e direttore della Clinica Dermatologica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

«La SIDeMaST ha tra gli scopi principali quello di promuovere la cultura della prevenzione e di ampliare la conoscenza di tutte le patologie cutanee. Per questo abbiamo ritenuto strategico promuovere il prosieguo della campagna nazionale sui tumori della pelle, “L’amore per il mare è nella nostra pelle”, avviata da SIDAPA (Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale) in Puglia, con un partner di pregio come la Marina Militare e il supporto di LEO Pharma. Nonostante in questi ultimi anni si siano svolte tante campagne informative per aumentare la consapevolezza delle persone sulla pericolosità del melanoma e sui corretti approcci per prevenirlo e diagnosticarlo, molto resta ancora da fare. In particolare tutto ciò è importante, non solo per il melanoma: per altri tumori della pelle, come il carcinoma basocellulare, il carcinoma squamocellulare e la cheratosi attinica, la conoscenza è pressoché nulla, nonostante che queste neoplasie cutanee rappresentino i tumori più frequenti nell’uomo. I tumori non melanoma colpiscono soprattutto chi trascorre molto tempo al sole, in particolare tutte quelle categorie professionali che passano la loro giornata all’aperto, ad esempio agricoltori, muratori e marinai. Da qui l’idea di collaborare con la Marina Militare per dare il via a una grande campagna d’informazione e di screening con una categoria professionale a rischio qual è quella dei marinai. Il progetto ha coinvolto il personale militare di ben cinque Regioni (Puglia, Campania, Lazio, Liguria, Sicilia), prevedendo momenti informativi e di screening (dedicati ai marinai over 40), accompagnati da una campagna di comunicazione locale per divulgare la cultura della prevenzione a tutta la popolazione.

Con molta soddisfazione possiamo dire che l’iniziativa è stata un vero successo e che abbiamo visitato oltre 900 marinai over 40 con risultati interessanti sull’incidenza di queste patologie, molti dei quali per propria ammissione non avevano mai eseguito una visita dermatologica e probabilmente non l’avrebbero fatto nell’immediato».

Mentre riguardo al melanoma c’è grande consapevolezza sui rischi e sulla gravità, i tumori non melanoma, quali il carcinoma squamocellulare, basocellulare e la cheratosi attinica sono ancora poco conosciuti. Ci può descrivere che tipo di malattie sono, con particolare riferimento alla cheratosi attinica?

«Secondo recenti stime, l’1% della popolazione è affetto da un tumore della pelle melanoma o non.
I dati italiani AIRTUM (Associazione Italiana Registro Tumori) riportano che i tumori cutanei non melanoma sono quelli più frequentemente diagnosticati, circa 70mila casi contro i 10mila dei melanoma in Italia, mentre l’incidenza annuale in Europa, peraltro sottostimata, è compresa tra i 40 e i 140 nuovi casi ogni 100mila abitanti, contro i 15 casi su 100mila persone del melanoma. I tumori cutanei sono di tre tipi: il carcinoma basocellulare, il carcinoma squamocellulare (che può dare metastasi) e la cheratosi attinica. Seppure molto più frequenti rispetto al melanoma, questo tipo di tumori hanno, fortunatamente, una mortalità molto più bassa e, se diagnosticati precocemente, possono essere eradicati grazie anche a terapie all’avanguardia. Il tumore della pelle non melanoma più diffuso è la cheratosi attinica, una lesione tumorale nella fase iniziale che può evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo. Le cheratosi attiniche appaiono sotto forma di piccole macule arrossate, ricoperte da squame dure e ruvide al tatto, le cui dimensioni variano da pochi millimetri a 4 centimetri di diametro. Queste lesioni si formano a causa di un danno cronico da radiazioni solari che determina un’alterazione delle cellule destinata a diventare permanente, con l’esposizione cronica ai raggi ultravioletti (UvA e UvB). La correlazione tra esposizione prolungata al sole e insorgenza dei tumori della pelle fa sì che alcune categorie professionali, come appunto quella dei marinai della Marina Militare, siano particolarmente a rischio».

Nel corso della campagna “L’amore per il mare è nella nostra pelle” sono state realizzate attività di screening che hanno coinvolto oltre 900 marinai. Potrebbe commentare i risultati?

«Lo screening ci ha consentito di valutare una popolazione a rischio offrendo loro tutte le informazioni sui tumori della pelle e la loro prevenzione. Nell’ambito della visita, sono stati valutati molti aspetti sia correlati al soggetto come il fototipo, il numero dei nevi, il foto-invecchiamento, sia legati al tipo e durata dell’attività lavorativa. Possiamo dire in generale che sono stati diagnosticati alcuni casi di tumore della pelle, ma l’aspetto sicuramente nuovo e importante, che è emerso da questa campagna, è che la percentuale di cheratosi attiniche nella popolazione della Marina Militare è del 23,5%, interessando principalmente persone con fototipo chiaro, che difficilmente si abbronzano e sono invece soggette a scottature solari. Le lesioni più gravi e avanzate sono state riscontrate nei soggetti che svolgevano da più anni l’attività professionale e dunque erano più esposte ai raggi ultravioletti. E’ stata evidenziata comunque una carenza d’informazione, prevenzione e cura riguardo alla cheratosi attinica, che rimane una lesione ancora sottovalutata e sotto-diagnosticata. Oggi sono in commercio farmaci, come ingenolo mebutato, che possono guarire la lesione in fase iniziale e scongiurare il rischio di tumore. Semplice da utilizzare, viene applicato sulla lesione sotto forma di crema per due o tre giorni di seguito. Nel 60% dei casi la lesione scompare. In alternativa, si può applicare nuovamente dopo qualche settimana».

di Paola Trombetta

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