PSEUDOWINTERA COLORATA: EFFICACE RIMEDIO NATURALE CONTRO LA CANDIDOSI

C’è una microscopica presenza con la quale convivono tutte le donne: un fungo “intimo” – la Candida albicans – che ha il suo habitat lungo le mucose della vagina, del tratto gastrointestinale o anche del cavo orale, ma anche in altre sedi più aspecifiche quali gli spazi interdigitali delle mani e dei piedi, gli angoli della bocca, le pieghe cutanee e il tessuto periungueale. In questi luoghi, in contesti di normalità, il fungo conduce una vita silente e solitaria; ma, sollecitato da alcune condizioni – quali un calo delle difese immunitarie imputabile a stati debilitativi successivi a una malattia; terapie aggressive e immunosoppressive come la radio o la chemio; l’assunzione protratta nel tempo di alcuni farmaci tra cui cortisonici e antibiotici, ma anche l’uso di contraccettivi orali, estrogeni e corticosteroidi; alcune patologie predisponenti come il diabete mellito; la gravidanza; ambienti caldo umidi come quelli vaginali – il fungo si sveglia e quella indisturbata e silente presenza si fa sentire. In maniera anche “irritante”: con perdite vaginali biancastre e dense, infiammazioni, bruciori, arrossamenti diffusi e la possibilità che dalla vagina, spesso luogo della prima manifestazione, il fungo espatri e salga verso l’intestino.

«La candida – spiega la dottoressa Fiammetta Trallo, specialista in Ginecologia a Bologna, Forlì e Terme di Castrocaro – è infatti espressione di uno squilibrio nei componenti della flora batterica saprofita. L’infezione può arrivare nell’intestino per vie differenti e dare luogo a problemi piuttosto comuni come forte stitichezza, meteorismo, colon irritabile, pur non manifestandosi a livello genitale».
La candida è una condizione ben nota alle donne: si stima che circa il 75% la sperimentino almeno una volta nella vita. «E’ facile entrare in contatto col fungo della candida – aggiunge la dottoressa. Lo si può contrarre ad esempio nei wc pubblici, pertanto è importante lavarsi le mani sia prima che dopo l’utilizzo, evitando di toccare le maniglie delle porte delle toilette e di sedersi a contatto con la tavoletta e la tazza del water, ma anche nelle saune, docce comuni e palestre, ovvero ambienti che favoriscono la promiscuità igienica.

Ci avviciniamo poi all’estate, periodo in cui aumentano le probabilità di incorrere nella candida a seguito dell’abitudine di tenere addosso il costume bagnato, di sedersi sull’asciugamano del vicino o anche a causa dell’uso di capi di abbigliamento troppo stretti e aderenti, come i jeans, e indumenti poco traspiranti. È bene preferire abbigliamento intimo di cotone bianco e riservare pizzi e colorati per occasioni speciali». Alla prima comparsa di disagio, l’indicazione è di non sottovalutare la sintomatologia per evitare che il problema da acuto possa diventare ricorrente o cronico: eventualità possibile nel 45% dei casi se le manifestazioni fungine iniziali vengono mal trattate. «Ai primi sintomi – raccomanda l’esperta – è necessario effettuare esami specifici o test diagnostici e successivamente iniziare una terapia mirata per eliminare le cause scatenanti. E’ sempre bene affrontare l’attacco acuto con antimicotici per via orale oltre che con i classici creme e ovuli vaginali a livello topico (i quali dovrebbero essere comunque assunti in caso di terapie antibiotiche prolungate), per agire a 360° anche laddove la candida potrebbe già essere presente». A questa terapia basic, si dovrebbe aggiungere un trattamento di pulizia intestinale con principi attivi specifici, meglio se naturali, in modo da bonificare anche a livello sistemico eventuali micosi. «Molto efficace allo scopo – continua la ginecologa – è la “Pseudowintera colorata”, una pianta originaria della Nuova Zelanda che, comparsa sulla terra più di 65 milioni di anni fa, non si è mai estinta né modificata grazie alle proprie capacità adattive e a una spiccata attività anti-micotica, che le ha consentito di arrivare fino a noi senza soccombere agli attacchi da parte dei più comuni microrganismi infettivi».
La “Pseudowintera colorata”, nota anche con il nome di “Horopito” o “Albero del Pepe”, è stata scoperta dai Maori che ne facevano largo uso in cucina per la conservazione degli alimenti o come infuso depurativo e antiparassitario intestinale. Il principio attivo più importante della Pseudowintera colorata – il Polygodial – venne però isolato solo nel 1962 da parte di due ricercatori dell’Università di Canterbury (Nuova Zelanda). Diversi esperimenti evidenziarono poi che il principio attivo era anche efficace nel combattere altri ceppi di funghi oltre la Candida albicans, quali la Candida krusei, Candida utilis, Saccharomyces cerevisiae e Tricophytum. Inoltre si ebbe modo di scoprire che l’olio essenziale di questa pianta conteneva almeno altri tre residui antimicotici naturali in grado di “collaborare” con il Polygodial nell’azione verso funghi e batteri.

Per preservare intatte le qualità della pianta, oggi la Pseudowintera colorata viene coltivata in un’area protetta della Nuova Zelanda, il Kahurangi National Park, dove le rare specie botaniche della foresta pluviale vengono studiate e tutelate. Solo le piante che presentano condizioni di crescita e sviluppo ottimali, nell’assoluto rispetto del “tempo balsamico” per la raccolta, e che hanno almeno 5 anni di vita, vengono poi utilizzate per la formulazione dell’integratore fitoterapico Kolorex di Named utile al trattamento della candida e disponibile come integratore in capsule, come ovuli vaginali, crema per uso interno con applicatori monouso, crema per uso esterno e filtri per infuso.

«Studi scientifici – aggiunge la dottoressa Trallo – hanno attestato l’efficacia della Pseudowintera nella terapia coadiuvante del fungo, garantendo massima tollerabilità, sicurezza e senza indurre effetti collaterali. Inoltre, questo fitoterapico si è dimostrato utile anche in caso di cistiti che spesso compaiono insieme alla candida a seguito dell’uso di antibiotici che possono indurre l’insorgenza di micosi». Di recente, inoltre, si è scoperto che la Pseudowintera colorata è ricca di flavonoidi, in particolare di quercetina, ovvero di sostanze antiossidanti e anti-invecchiamento che avrebbero aiutato la pianta a proteggersi dall’aggressione dei radicali liberi generati dalle reazioni chimiche di ossigeno e dalla luce del sole: fatto che spiegherebbe la secolare longevità della pianta di cui si godono tutt’ora i vantati benefici.

Ancora qualche raccomandazione preventiva o anti-candida: la prima è dietetica e imporrebbe di ridurre quanto più possibile lieviti e zuccheri che alimentano la possibilità che il disturbo intimo possa diventare cronico. «Specie in caso di candide ricorrenti – continua la ginecologa – alla terapia medica, va affiancata una dieta a base di prodotti integrali, frutta a basso contenuto calorico, come le mele da preferire all’uva, ai fichi, alle banane, limitando invece il consumo di yogurt, prodotti da forno lievitati, verdure a foglia larga tipo la lattuga». Mentre la seconda indicazione è terapeutica: «Alle donne con disturbo ricorrente – conclude Trallo – consiglio di fare una vulvo-colposcopia per rilevare eventuali “piaghette” del collo dell’utero che in taluni casi possono favorire il cronicizzarsi della candida a causa di una  maggiore sensibilità indotta della mucosa cervicale e della produzione di maggiori secrezioni che alterano il pH vaginale, aumentando l’umidità e rendendo le piaghette un “serbatoio naturale” della micosi. In questi casi occorrerà cicatrizzare la piaghetta attraverso un trattamento con ovuli o tramite cauterizzazione, per porre fine alle perdite e quindi “asciugare” il terreno di coltura dell’infezione fungina».

 

di Francesca Morelli

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