GIOVANI E CONTRACCEZIONE: ANCORA TROPPI TABU’

«In Italia la contraccezione ormonale viene assunta solo dal 16% delle ragazze, contro il 40% della Germania e dei Paesi scandinavi e il 50% dell’Olanda», fa notare la professoressa Rossella Nappi, responsabile del Centro di Medicina riproduttiva, Endocrinologia ginecologica e Menopausa dell’Ospedale San Matteo/Università di Pavia, che ha partecipato, come unico centro italiano, a questo studio Internazionale. «Soprattutto tra le giovani, dai 15 ai 19 anni, esistono ancora falsi miti sulla contraccezione: dalla pillola che fa ingrassare, che provoca i tumori, che può compromettere la fertilità. Tutte falsità che devono essere spiegate alle ragazze». E chi lo può fare al meglio se non il ginecologo? Per questo, gli specialisti di ben 13 nazioni: Usa, Canada, Brasile, Colombia, Corea, Filippine, Indonesia, Cina, Russia, Finlandia, Danimarca, Svizzera, Italia, hanno messo a punto una sorta di raccomandazioni che il ginecologo dovrebbe seguire nell’approccio alle giovani e giovanissime.

«E’ fondamentale mostrare un atteggiamento tranquillizzante e confidenziale, che mette a proprio agio la ragazza, soprattutto al suo primo incontro con il ginecologo», fa notare la professoressa Nappi. «Niente prediche o discorsi cattedratici, ma semplici spiegazioni sull’anatomia dei genitali e sulla funzione riproduttiva, sottolineando l’importanza di una scelta contraccettiva responsabile, per poter diventare protagoniste, non solo della propria salute, ma anche delle successive scelte riproduttive e della vita “a due” in un rapporto paritario. E’ fondamentale spiegare che la pillola contraccettiva non fa ingrassare, non fa venire il tumore al seno e soprattutto protegge la fertilità futura, perché, mettendo a riposo utero e ovaie, previene molte patologie che possono alterare le potenzialità riproduttive. Insomma, è importante preparare le giovani a un progetto procreativo “responsabile”, che includa anche la protezione delle malattie a trasmissione sessuale, grazie all’uso del preservativo. La contraccezione ormonale può essere assunta anche per molti anni, effettuando gli opportuni controlli che dipendono dalla storia familiare e personale, finché la donna non decide di pianificare una gravidanza».

Se nei Paesi occidentali questi discorsi potrebbero sembrare scontati, ben diversa è la realtà nei Paesi in via di sviluppo, dove le ragazze sono costrette a sposarsi giovanissime e a procreare, senza poter utilizzare i minimi accorgimenti per evitare una gravidanza, né tanto meno le infezioni sessualmente trasmesse.

Soprattutto in questi Paesi è necessaria una politica della contraccezione da parte del ginecologo, dei consultori o degli ambulatori medici. Alcune aziende farmaceutiche stanno promuovendo campagne di distribuzione, a prezzi molto contenuti, di metodi contraccettivi a lunga durata, come il dispositivo intrauterino e l’impianto sottocute. «Si tratta di dispositivi pratici da usare, soprattutto l’impianto sottocute che dura tre anni, e risolve il problema di dover prendere la pillola tutti i giorni, con il rischio di dimenticanze», aggiunge la professoressa Maria Virginia Abalos, dell’Istituto di Medicina di Cebu, nelle Filippine, presidente della Società di Ostetricia e Ginecologia filippina. «Alla contraccezione ormonale, che azzera il rischio di gravidanze indesiderate, e in alcune nazioni possono raggiungere anche il 60% di tutte le gravidanze sotto i 20 anni, dovrebbe poi essere associato il preservativo per evitare le malattie sessualmente trasmesse che, nei Paesi in via di sviluppo, sono una piaga sociale».

Per diffondere queste informazioni e renderle disponibili ai più giovani è stata presentata a Copenhagen l’iniziativa “Youth Ambassador Program”, che verrà lanciata da Bayer e da Women Deliver in occasione della prossima Giornata mondiale della contraccezione, prevista per il 24 settembre. E’ un programma che si propone di raggiungere i giovani di tutto il mondo e coinvolgerli nella sensibilizzazione  “Youth to youth” sui temi della sessualità e contraccezione. Ne hanno parlato alcuni giovani medici, in occasione dell’incontro “My life, My Rights, My Future: Young People and Contraception” (La mia vita, i miei diritti, il mio futuro: i giovani e la contraccezione) al congresso di Copenhagen, presentando i loro progetti di informazione sulla contraccezione e la maternità responsabile che diffonderanno nei rispettivi Paesi. Per info: www.wcdambassadors.com

In Italia è attivo già da anni il Progetto ScegliTu, promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), che prevede il portale d’informazione www.sceglitu.it, con esperti a disposizione per rispondere alle domande e un servizio e-mail che offre una consulenza in tempo reale. Il progetto offre anche la possibilità di ricevere il “Patentino dell’Amore”, che include un quiz per mettersi alla prova. A disposizione dei giovani anche “Travelsex”, una guida per una sessualità sicura in viaggio. Dall’estate 2014 è attivo sul portale sceglitu.it il mini-sito: www.contraccezionesmart.it con tutte le informazioni sulle novità in tema di contraccettivi intrauterini.

di Paola Trombetta

A SCUOLA…..DI SESSO

I giovani fanno sesso (sempre) prima, ma in modo poco responsabile. 1 giovane su 10 non usa il preservativo, né alcun altro metodo contraccettivo – con punte rispettivamente anche del 15 e 33% al Sud –  anche in caso di rapporti completi, la cui iniziazione avviene largamente al di sotto della maggiore età: a circa 14 anni. Fascia di età nella quale i dati di ‘disattenzione’ protettiva sono addirittura quadruplicati. Poche e disinformate anche le conoscenze riguardo le malattie a trasmissione sessuale: si crede ad esempio, in 1 caso su 3, che l’HIV non si possa contrarre facendo sesso orale non protetto, mentre il 29% dei ragazzi stima che da questa malattia sia possibile guarire, così come si ignorano le modalità da adottare per allontanare il rischio di trasmissione di ogni malattia ‘intima’. Sono solo alcuni dei dati, preoccupanti, emersi da una indagine condotta fra 7 mila studenti tra gli 11 e i 25 anni da Skuola.net in collaborazione con la Società Italiana per la Contraccezione (Sic) da cui si evidenzia che i giovani, contro gravidanze indesiderate, utilizzano spesso metodi ‘protettivi’ poco affidabili, come il coito interrotto (7%), il calcolo dei giorni (2%), rapporti entro 24 ore dalla fine del ciclo mestruale (38%), ritenendo questo arco di tempo assolutamente anti-concepimento. Sono ancora troppe anche le false credenze: l’8% dei giovani è convinto che ‘la prima volta’ metta al riparo dal rischio di una gravidanza; che la pillola faccia ingrassare (43%) o provochi il cancro (17%), che il preservativo si rompa facilmente (41%) e che non protegga da HIV e da molte altre malattie sessualmente trasmissibili (7%). «L’amore e il sesso – dichiara il professor Annibale Volpe, presidente della Sic – sono un’ottima cosa, ma vanno vissuti con intelligenza, sia per evitare gravidanze indesiderate, sia per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili. Ecco perché noi ginecologi siamo pronti a entrare nelle scuole che lo richiederanno per informare e rafforzare questo fondamentale messaggio verso il sesso responsabile e consapevole».

(Francesca Morelli)

 

Articoli correlati