SCOMPENSO CARDIACO: LA PRIMA CAUSA DI RICOVERO DOPO I 65 ANNI

è la prima causa di ricovero, sia nelle donne che negli uomini, sopra i 65 anni.  Per informare su questa patologia l’Italia aderisce alle Giornate europee dello scompenso cardiaco, promosse dalla Società Europea di Cardiologia (European Society of Cardiology-ESC) e dalla Heart Failure Association (HFA).

Dal 2 al 10 maggio si svolgeranno dibattiti e si potranno effettuare screening gratuiti in 24 città, con il patrocinio del Ministero della Salute e il contributo di Novartis (www.facebook.com/scompensocardiaco; www.iltuocuore.com).

Per conoscere più a fondo la malattia e i rischi che comporta, abbiamo intervistato la dottoressa Nadia Aspromonte, responsabile del Programma Scompenso cardiaco del Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma e coordinatrice dell’Area Scompenso cardiaco dell’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri)

Esistono dei sintomi per riconoscere lo scompenso cardiaco? C’è differenza tra donne e uomini?

«Lo scompenso cardiaco è una malattia seria, ma fortunatamente può essere prevenuto e trattato con farmaci appropriati: la corretta informazione è il primo strumento di cura. Lo scompenso cardiaco è una condizione per cui il cuore, spesso dilatato, non è più in grado di pompare sangue in tutto il corpo in maniera adeguata. Di conseguenza il corpo non riceve ossigeno e nutrimento necessari per funzionare normalmente e questo provoca difficoltà respiratorie, spossatezza e affaticamento, tanto da rendere difficili anche le banali attività quotidiane quali andare in bagno o salire le scale. I primi sintomi dello scompenso sono simili tra donne e uomini: senso di stanchezza/debolezza o difficoltà di respiro (mancanza di fiato/respiro corto) dopo uno sforzo fisico. Possono essere presenti anche accessi di tosse notturna o episodi di vertigini, associati a confusione mentale. Nelle fasi più avanzate della malattia, i sintomi peggiorano per frequenza e intensità: si possono avvertire difficoltà respiratorie anche dopo semplici attività come vestirsi o camminare in una stanza. Per alcuni pazienti i sintomi respiratori sono più accentuati se distesi a letto. I sintomi respiratori sono segno di congestione e di accumulo di liquidi nel polmone. Un eccessivo e rapido accumulo di liquidi nel polmone può portare a una condizione pericolosa per la vita detta “edema polmonare acuto” che richiede un trattamento in emergenza. Altri segni di accumulo di liquidi sono la comparsa di gonfiore alle caviglie, piedi, gambe e l’aumento rapido del peso corporeo. Molto frequente anche il bisogno di urinare, soprattutto di notte. Non di rado lo scompenso cardiaco ha un serio impatto psicologico provocando depressione e ansia, con implicazioni nella vita di relazione».

Una diagnosi tempestiva potrebbe prevenire e rallentare il progredire della malattia?

«La diagnosi tempestiva dello scompenso cardiaco può sicuramente prevenire e rallentare il decorso della patologia. Molti passi avanti sono stati fatti in questo campo negli ultimi 10 anni e oggi è possibile intervenire con efficacia, migliorando il livello di sopravvivenza di chi è colpito da scompenso. È molto importante riferire al medico i sintomi, anche lievi, soprattutto nelle persone a rischio: nel corso della visita con lo stetoscopio si potrà rilevare la presenza di liquido nel polmone. Per confermare la diagnosi, si dovranno richiedere: una radiografia al torace per confermare la presenza di liquidi nei polmoni ed evidenziare le dimensioni del cuore; l’elettrocardiogramma per controllare la regolarità del battito cardiaco; l’ecocardiogramma per valutare le dimensioni del cuore, lo spessore delle pareti, la funzione delle valvole; analisi del sangue, tra cui il dosaggio del BNP o di NT-proBNP, un marcatore sensibile, utile nelle fasi iniziali quando i sintomi sono poco interpretabili».

Quali accorgimenti suggerire per stabilizzare la malattia?

«Lo scompenso cardiaco è una malattia cronica a carattere evolutivo che può essere curata e stabilizzata. Il trattamento riduce i sintomi, migliora la qualità della vita, permettendo al paziente di tornare a svolgere le normali attività. Oggi i medici hanno a disposizione un programma di intervento articolato che comprende farmaci, procedure interventistiche e programmi ambulatoriali dedicati. Una serie di semplici regole e accorgimenti vengono forniti ai pazienti nel corso delle valutazioni ambulatoriali finalizzate a stabilizzare la malattia. Ecco i principali: smettere di fumare; tenere sotto controllo i valori della pressione arteriosa e del colesterolo; seguire un regime dietetico adeguato ed evitare il sovrappeso; limitare l’assunzione di bevande alcoliche; controllare il peso e l’assunzione di liquidi; iniziare un programma di esercizio aerobico, dapprima sotto la guida del medico e successivamente autogestito. Dopo un ricovero ospedaliero, un trattamento ben condotto riduce la possibilità di essere nuovamente ricoverati. Per tutte queste ragioni è molto importante seguire il piano personalizzato di trattamento prescritto dallo specialista, assumendo le medicine come sono prescritte (con particolare attenzione all’orario di assunzione e al dosaggio); mettere in atto tutti i cambiamenti di stile di vita consigliati; rispettare gli appuntamenti per le visite e gli esami strumentali prescritti dal medico o dal centro specializzato di riferimento. È necessario imparare a riconoscere e a prevenire l’accumulo di liquidi nel corpo: controllare quotidianamente il peso sempre nelle stesse condizioni, alla stessa ora e con la stessa bilancia possibilmente al risveglio; annotare i valori rilevati in un diario o sul calendario; misurare la quantità di liquidi introdotti quotidianamente ricordando di conteggiare l’acqua bevuta (non superare 8 bicchieri da 125 ml) e i liquidi contenuti nei cibi (ad esempio minestre, frutta)».

Ci sono delle opzioni, come diagnosi, farmaci, gestione con la medicina di territorio che possono migliorare questa patologia?

«L’insufficienza cardiaca è una patologia in costante aumento e costituisce la più frequente causa medica di ospedalizzazione. Nella cura dello scompenso cardiaco cronico si sono affacciati nuovi trattamenti farmacologici molto promettenti e altri sono in arrivo. Sotto il profilo tecnologico oggi si parla di monitoraggio a distanza attraverso i device elettrici e servizi di telemedicina che possono essere uno strumento importante per migliorare l’assistenza di questi soggetti. Per i pazienti più gravi recenti risultati sull’impianto dei sistemi di assistenza ventricolare meccanica indicano che le forme avanzate di insufficienza cardiaca hanno a disposizione una valida opzione terapeutica, oltre al trapianto cardiaco, ma vi è anche la necessità di ottimizzare il percorso assistenziale di tutti i pazienti affetti da scompenso cardiaco e la corretta distribuzione delle risorse economiche sanitarie».

di Paola Trombetta

Articoli correlati