MELANOMA: AL VIA LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE “IL SOLE PER AMICO”

E’ uno dei tumori più aggressivi e in rapida diffusione: negli ultimi 30 anni l’incidenza di melanoma è raddoppiata e colpisce persone sempre più giovani. Per informare sulla malattia, in occasione dell’Euromelanoma Day (8-9 maggio) è partita la Campagna “Il sole per amico”, che proseguirà per un anno, promossa da IMI- Intergruppo Melanoma Italiano, con il patrocinio del Ministero della Salute, di AIOM- Associazione Italiana Oncologi Medici, e il contributo di MSD. Madrina della Campagna è Licia Colò, che ha realizzato uno spot televisivo.

Per fare il punto sulla malattia, abbiamo intervistato la dottoressa Paola Queirolo, presidente IMI, responsabile dell’Oncologia Medica dell’Ospedale San Martino di Genova.

Quali sono gli obiettivi dell’iniziativa “Il sole per amico”?

«Promuovere la prevenzione primaria del melanoma, anzitutto. Perché è uno dei tumori a maggiore crescita nelle società occidentali e ha un impatto drammatico a livello socio-sanitario. Eppure pochi altri tipi di tumore possono essere contrastati efficacemente attraverso la prevenzione primaria, basata sulla corretta esposizione al sole, e la prevenzione secondaria, attraverso l’autoesame della pelle per diagnosticare precocemente la malattia. In questi anni sono stati fatti molti passi avanti sul fronte della diagnosi e delle terapie per il melanoma. L’informazione e la consapevolezza dei cittadini non sono cresciute nella stessa misura.

La campagna si sviluppa in due fasi. Nella prima parte dell’iniziativa ci rivolgiamo a tutta la popolazione affinché, in previsione delle vacanze, aumenti il livello di attenzione e si goda il sole al mare o in montagna, proteggendosi in maniera adeguata. Per diffondere questo messaggio è stato realizzato uno spot, interpretato da Licia Colò, che sarà programmato sul web e su network televisivi e radiofonici nazionali. Inoltre abbiamo previsto la distribuzione di un opuscolo informativo della campagna che verrà distribuito nelle stazioni di Milano Centrale, Roma Termini e alcune località marittime della Riviera Adriatica, meta di vacanza delle famiglie.

Nella seconda parte della Campagna, a partire da settembre, promuoveremo attività educazionali nelle scuole elementari coinvolgendo i ragazzi, le famiglie e gli insegnanti. È la prima volta che una campagna nazionale su questi temi ha come principale interlocutore i bambini delle scuole elementari e le loro famiglie: un’iniziativa fondamentale dal momento che l’incidenza dei tumori della pelle è cresciuta proprio tra i giovanissimi e le scottature solari in età pediatrica sono un importante fattore di rischio per il melanoma».

Perché il melanoma è considerato il tumore cutaneo più temuto e aggressivo? Quant’è diffuso in Italia e nel mondo? Quali sono le persone più a rischio?

«Il melanoma è un tumore cutaneo molto grave che origina dai melanociti, cellule dello strato basale dell’epidermide, che si possono trovare anche nelle mucose e nell’occhio, deputate alla difesa della pelle, in caso di abbronzatura e formazione dei nevi (o nei): questa neoplasia, se non viene riconosciuta e trattata, è fatale. Pur trattandosi di una forma tumorale meno frequente rispetto a tumori cutanei quali lo squamocellulare e il basocellulare, il melanoma è molto più pericoloso, colpisce fasce d’età più giovani con un elevato tasso di mortalità: fino a un terzo dei soggetti affetti da melanoma ha meno di 50 anni mentre il 20% dei pazienti colpiti muore. Non sempre il trattamento chirurgico è risolutivo e il tumore, anche in fase precoce di malattia, può dare metastasi. L’incidenza del melanoma è più che raddoppiata negli ultimi trent’anni ovunque: il tasso più elevato di nuovi casi si registra in Australia e Nuova Zelanda anche a causa del fototipo chiaro degli abitanti. In Italia tra il 2003 e il 2005 il melanoma cutaneo ha rappresentato il 2% di tutti i tumori diagnosticati tra i maschi e il 2,6% di quelli diagnosticati tra le femmine. Attualmente sono almeno 100mila gli individui che convivono con una diagnosi di melanoma nel nostro Paese, 10mila i nuovi casi ogni anno. Nel mondo ogni anno si diagnosticano oltre 232mila nuovi casi di melanoma con più di 70mila decessi. Sicuramente le persone che si espongono al sole in modo incauto, o alle lampade abbronzanti, sono più soggette al rischio di sviluppare un melanoma. A rischio maggiore sono i fototipi 1 e 2 con carnagione chiara, capelli biondo-castani, occhi chiari, presenza di lentiggini e difficoltà ad abbronzarsi. La presenza e il numero di nei sul corpo è un altro importante fattore di rischio, così come la familiarità e la storia personale di melanoma. Predispone ai tumori cutanei, incluso il melanoma, come anche il maggiore inquinamento ambientale: basti pensare alla ridotta stratificazione dell’ozono, che ha la funzione di filtrare i raggi UV».

Quali consigli per una corretta esposizione al sole, in vista delle imminenti vacanze?

«Evitare di esporsi nelle ore centrali della giornata, dalle 11 alle 15, ma anche in maniera intermittente e prolungata, come fanno le persone che vanno in vacanza e si espongono al sole una sola volta all’anno, senza aver abituato la pelle. E’ fondamentale proteggersi con creme a filtri solari, a indice elevato, soprattutto nella prima settimana di esposizione, anche se si è in montagna. I primi giorni di esposizione è bene indossare magliette, cappello con visiera e occhiali da sole (anche l’occhio è soggetto a melanoma), ripararsi sotto l’ombrellone o all’ombra».

In presenza di malattia, esistono nuove prospettive terapeutiche?

«Negli ultimi tre anni ci sono stati importanti progressi nelle cure. Oggi disponiamo di farmaci che, rispetto ai tradizionali chemioterapici, prolungano la sopravvivenza in modo più significativo. Si tratta di terapie a bersaglio molecolare (target therapy) che inibiscono specifiche mutazioni geniche del tumore, come la mutazione BRAF presente nel 50% dei melanomi in stadio avanzato. Una importante novità è rappresentata dagli anticorpi immunomodulanti, che hanno dimostrato di prolungare la sopravvivenza a lungo termine in pazienti con malattia avanzata. In particolare, è in fase avanzata di sperimentazione un nuovo anticorpo monoclonale, pembrolizumab, che dimostra un’efficacia superiore ai precedenti in termini di sopravvivenza, non solo per il melanoma, ma anche per altre importanti forme tumorali, quali il tumore del polmone e il mesotelioma. Questo immunoterapico agisce sul sistema immunitario rinforzandolo e ripristinando i check point immunologici, veri e propri blocchi sui linfociti che impediscono a queste cellule di difendere l’organismo. I dati dello studio Keynote-006, da poco presentati al Congresso di Philadelphia, dimostrano che pembrolizumab è capace di aumentare del 30% la sopravvivenza globale dei pazienti con melanoma avanzato non operabile, ripristinando la naturale capacità del sistema immunitario di riconoscere e colpire le cellule tumorali, risparmiando quelle sane.

Pembrolizumab, già approvato dall’FDA per il trattamento di pazienti con melanoma metastatico e disponibile in commercio negli Stati Uniti; in Europa viene utilizzato in un ampio programma di uso clinico al quale partecipano anche molti centri italiani».

Per info sulla Campagna: www.ilsoleperamico.it; www.facebook.it/ilSoleperamico

di Paola Trombetta

 

EUROMELANOMA DAY

L’ 8 e il 9 maggio ritorna l’appuntamento annuale con Euromelanoma Day (www.euromelanomaday.org/italy), promosso da SIDeMaST (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse). Si tratta di una due giorni dedicata alla prevenzione dei tumori della pelle, che si avvale della consulenza di specialisti dermatologi, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare la popolazione sui rischi derivanti da una cattiva fotoprotezione e sulla necessità di misure preventive nel nostro Paese. La popolazione italiana, caratterizzata in prevalenza da fototipo chiaro, alto numero di nevi,  elevata frequenza di scottature solari, è a forte rischio melanoma. In Italia si registrano ogni anno dai 6 ai 15 nuovi casi di melanoma ogni 100mila abitanti, con un’incidenza crescente da Sud a Nord. Questo uno dei dati emersi da un recente studio epidemiologico italiano che ha preso in esame 1.472 pazienti affetti da melanoma provenienti da Nord, Centro e Sud Italia. Un dato in parte spiegabile con il fatto che i pazienti residenti nelle regioni settentrionali hanno in media un fototipo più chiaro (II-III), fanno maggiore uso di lampade abbronzanti e riportano più spesso una storia di ricorrenti scottature solari soprattutto in età infantile. I risultati registrati, inoltre, mostrano che i pazienti del Sud, nonostante i melanomi in media più aggressivi, hanno una minore abitudine a rivolgersi al dermatologo. Quelli delle regioni centrali, infine, presentano una maggiore tendenza all’esposizione solare durante le ore più calde del giorno.

Numeri del melanoma in Italia: rapporto AIRTUM 2014

Il melanoma è il terzo tumore più frequente nel nostro Paese, nei maschi come nelle femmine al di sotto dei 50 anni. L’insorgenza è legata a fattori genetici, fenotipici, ambientali – tra i quali il più importante è rappresentato dall’esposizione ai raggi UV – e a una combinazione di questi. Tra i maggiori fattori di rischio ambientali, inoltre, il numero delle ustioni solari.

Incidenza, mortalità e sopravvivenza.

Il melanoma colpisce un uomo su 69 e una donna su 86 e la forma maligna è in costante aumento (+3,6% negli uomini e +3,7% nelle donne all’anno). La mortalità per melanoma è piuttosto remota, mentre la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi del melanoma maligno è aumentata negli ultimi vent’anni del 14% nei maschi e del 6% nelle femmine.

Diagnosi precoce: la regole dell’ABCDE

Fare autodiagnosi attraverso il controllo dei nevi rappresenta una delle misure preventive più importanti, grazie alla regola dell’ABCDE: Asimmetria della lesione; irregolarità dei Bordi; variazioni nel Colore; Diametro di 5 millimetri o più; Evoluzione. Qualora si noti uno di questi cambiamenti, o più di uno, è necessario rivolgersi immediatamente a uno specialista.  L’autoanalisi, però, non può sostituirsi a periodiche visite di uno specialista dermatologo che, grazie a strumenti quali dermoscopia e/o epiluminescenza, è in grado di fare una diagnosi accurata e specifica.   (P.T.)

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