OSTEOPOROSI: UNA LADRA SILENZIOSA DI OSSA

Viene definita “ladra silenziosa delle ossa” perché, quasi sempre, non dà sintomi, fino alla frattura. L’osteoporosi riguarda una donna su tre dopo i 50 anni. Tra le cause, il calo di estrogeni dopo la menopausa, quando le ossa iniziano a perdere calcio, fosforo e lentamente diventano più fragili. Talmente fragili da andare incontro a una frattura, anche in seguito a un micro trauma, che rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme. In questi casi non si deve più aspettare e si deve assumere una terapia.

Per far conoscere alle donne l’importanza di seguire una giusta cura, è partita in questi giorni la Campagna “Storia di una ladra di ossa”, promossa dalla Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) e dalla Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro (FEDIOS), con il contributo non condizionato di MSD Italia, che prevede una serie di iniziative, tra cui la distribuzione, negli studi medici, di un opuscolo informativo con dieci consigli per la prevenzione (vedi box in fondo).
«Solo il 24% delle donne fratturate o ad alto rischio segue una terapia», puntualizza il professor Giancarlo Isaia, presidente SIOMMMS, citando i dati OSMED pubblicati sul sito dell’AIFA. «E di questo 24 per cento circa la metà interrompe le cure, dopo 6 mesi/un anno. Questo significa che ogni 100 donne che dovrebbero prendere i farmaci perché sono ad alto rischio solo 12 lo fanno. E poi ci sono le donne trattate “occasionalmente” per pochi mesi, una modalità di somministrazione inutile al fine della prevenzione delle fratture. C’è dunque poca informazione, sia da parte delle donne che da parte dei medici di famiglia, che sono i primi interlocutori. Eppure, nei casi di fratture, ma anche dopo i 50 anni in presenza di una MOC compromessa o di terapie cortisoniche protratte, i farmaci sono rimborsati dal Sistema Sanitario, secondo la nota 79».
Quando si consiglia di fare una MOC? «Questo tipo di diagnosi è consigliata nelle donne dopo i 65 anni», risponde il professor Isaia. «In quelle giovani si propone questo esame solo in presenza di diversi fattori di rischio (menopausa prima dei 45 anni, uso di farmaci osteopenizzanti, familiarità, fumo, sedentarietà, eccessiva magrezza, dieta povera di calcio, carenza di vitamina D)».
«Un corretto stile di vita, che include movimento e una dieta equilibrata, è il primo fattore di protezione dall’insorgenza dell’osteoporosi, conferma Patrizia Ercoli, presidente della Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro (FEDIOS). «Il calcio è un componente fondamentale nella dieta e non si trova solo nei latticini, motivo per cui molte donne intolleranti al lattosio non lo assumono: pesce azzurro e broccoli sono ricchi di questo prezioso elemento. Anche per l’apporto di vitamina D, l’esposizione al sole durante i mesi estivi sarebbe un’abitudine consigliata. Ma spesso, soprattutto le persone anziane, non seguono questi consigli e il loro metabolismo si disabitua alla produzione di questa vitamina, rendendo necessari dei supplementi. Per questo, come Federazione, cerchiamo di promuovere Campagne promozionali per diffondere messaggi di prevenzione primaria e, nel caso di fratture, prospettiamo la necessità di seguire una cura adeguata per diversi anni, perché il rischio di una ri-frattura è sempre in agguato. Chi ha avuto una frattura al femore, dopo il primo anno spesso perde l’indipendenza: il 44% non riesce più a camminare autonomamente e il 60% necessita di assistenza nell’anno successivo. Eppure alle donne fa più paura il tumore al seno, che oggi viene trattato con farmaci specifici che danno esiti positivi, piuttosto che l’osteoporosi, una malattia con conseguenze serie e spesso invalidanti. E gli stessi medici minimizzano spesso la gravità di questa malattia, considerata quasi un evento fisiologico ineluttabile in età avanzata».
Oggi sono in commercio farmaci che possono cambiare completamente il decorso della malattia e dimezzare il rischio di ri-fratture. Tra questi una terapia particolarmente efficace, soprattutto nelle donne che hanno carenza di vitamina D, è l’associazione alendronato (70 mg) e colecalciferolo o vitamina D3 (140 microgrammi), da assumere in un’unica compressa una volta a settimana. «L’alendronato appartiene a un gruppo di farmaci detti “bisfosfonati” e contrasta la perdita di tessuto osseo», spiega il professor Davide Gatti, associato di Reumatologia all’Università di Verona. «Il colecalciferolo è un precursore della vitamina D che viene sintetizzata dall’organismo: è necessaria per l’assorbimento del calcio e la salute delle ossa. L’organismo può assorbire calcio dagli alimenti in modo adeguato solo se ha abbastanza vitamina D. Con questa modalità di assunzione, non si verifica l’effetto accumulo che potrebbe invece insorgere con i supplementi di vitamina D».
L’appropriatezza e l’adesione alle terapie sono i punti di forza nella lotta contro l’osteoporosi. E rappresentano anche un grosso risparmio per il sistema sanitario. «Ogni anno in Italia si verificano 85 mila fratture di femore con un costo di circa un miliardo di euro», fa notare il dottor Ferdinando Silveri, vice-presidente del Comitato scientifico della FEDIOS e dirigente medico alla Clinica reumatologica dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona. «Per trattare tutti i fratturati di femore oltre i 65 anni, sarebbe necessaria una spesa di circa 18 milioni di euro l’anno. Un risparmio che, in termini di costi di ospedalizzazione, interventi e riabilitazione, sarebbe equiparabile a 43 milioni di euro l’anno».

di Paola Trombetta

 

DALLA CAMPAGNA INFORMATIVA: 10 CONSIGLI UTILI

L’osteoporosi non fa paura perché non si conosce. E’ per questo che la Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS), con la Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro (FEDIOS) hanno realizzato una campagna informativa, “Osteoporosi-Storia di una Ladra di Ossa” resa possibile grazie al contributo non condizionante di MSD Italia: un opuscolo informativo rivolto ai pazienti con consigli pratici su come prevenire e gestire “la ladra di ossa”, visibile sul sito della FEDIOS all’indirizzo www.fedios.org e sul sito della SIOMMMS all’indirizzo www.siommms.it. Perché il primo passo per rendere consapevoli le donne – ma anche gli uomini – è quello di informarle. Sulla prevenzione, sulla terapia, su quali controlli fare e cosa rischiano. Iniziando da 10 piccole mosse:

1) Segui un’alimentazione sana e ricca di calcio. Fai in modo che la tua famiglia abbia il giusto apporto di calcio, a qualsiasi età.

2) Cerca di prendere il sole e fai scorta di vitamina D. Se questo non fosse sufficiente assumi degli integratori. Ma ricorda, sono un valido aiuto non una terapia!

3) Fai attività fisica, uno sport adeguato alla tua età e condizione di salute. E ricorda che anche ballare può essere d’aiuto.

4) Prenditi cura di te e adotta tutte le strategie per stare bene anche con i capelli bianchi: e ricorda che sei il “motore” della famiglia, hai ancora tanto da dare. E meriti il meglio.

5) Chiedi consiglio al tuo medico su quali analisi fare e quando ripeterle.

6) Educa i tuoi figli, tuo marito e le tue amiche alla salute delle loro ossa. Puoi fare molto per loro. Ma devi iniziare tu per prima!

7) Non pensare che l’osteoporosi sia un’inevitabile conseguenza dell’età alla quale arrenderti.

8) Una frattura è un campanello d’allarme importante! E non liquidare un dolore alla schiena come una banalità, potrebbe essere una frattura vertebrale.

9) Non abbandonare la terapia, può essere la chiave del tuo successo, dell’autonomia, di una vecchiaia senza fratture.

10) Parla con il tuo medico di osteoporosi, chiedi più informazioni possibile su prevenzione e terapia. Per combattere un nemico lo devi conoscere.

 

PER I MEDIA, UN PREMIO GIORNALISTICO

La FEDIOS (Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro), in collaborazione con SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), anche quest’anno lanciano il Premio giornalistico scientifico “Osteoporosi: la malattia di cui non si conoscono i rischi” sulla prevenzione dell’osteoporosi, allo scopo di diffondere una maggiore conoscenza dell’osteoporosi e, soprattutto, sulla sua prevenzione. Per maggiori dettagli sulle modalità di partecipazione consultare il bando del Concorso disponibile sul sito della FEDIOS all’indirizzo www.fedios.org e sul sito della SIOMMMS all’indirizzo www.siommms.it

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