SENSIBILITA’ AL GLUTINE: PARTE LO STUDIO GLUTOX

Gonfiore addominale, intestino irritabile, stanchezza generalizzata, mal di testa: sono alcuni sintomi che possono essere ricondotti a una patologia, prevalente nelle donne: la sensibilità al glutine, ovvero una “temporanea” intolleranza alla proteina presente in elevate quantità in frumento, orzo e segale. A soffrirne sono molte più persone rispetto alla celiachia: le stime riferiscono circa 3 milioni di casi (5% della popolazione), soprattutto donne. A differenza della celiachia e dell’allergia al grano, la sensibilità al glutine sembra essere transitoria e può risolversi dopo un periodo di alimentazione gluten-free.

Per far chiarezza su questa condizione sono in programma, dal 20 al 23 maggio, le Giornate d’informazione sulle intolleranze al glutine, promosse dall’Associazione Italiana Gastroenterologi e Endoscopisti Ospedalieri (www.webaigo.it), dall’Associazione Italiana Dietetica (www.adiitalia.net) e dal dr. Schar Institute (www.drschaer-institute.com). Già da oggi si potrà prenotare un consulto gratuito con un esperto, compilando la richiesta sul sito: www.megliosenzaglutine.it.

«Come la celiachia, anche la sensibilità al glutine è una condizione patologica che interessa soprattutto le donne, tra 25 e 45 anni, in quanto il loro background genetico le predispone all’insorgenza di questa sindrome», conferma la dottoressa Letizia Saturni, specialista in Scienza dell’Alimentazione ed esperta di celiachia e disordini glutine-correlati.

«Nelle donne i sintomi possono manifestarsi o aggravarsi durante una gravidanza o dopo la nascita del bambino, in caso di malattie o infezioni, o a causa di situazioni particolarmente stressanti». Questa correlazione al femminile è confermata anche dal recente studio pubblicato sulla rivista internazionale Nutrients, che mette a confronto la sensibilità al glutine con la Sindrome dell’intestino irritabile. Attenzione però all’autodiagnosi. I sintomi di questi disturbi potrebbero anche essere simili: per questo è fondamentale il consulto dello specialista. «La condizione di sensibilità al glutine è diversa dalla sindrome del colon irritabile e dalla celiachia, presentando una sintomatologia più lieve e sfumata», spiega il dottor Luca Elli, responsabile del Centro per lo studio della celiachia del Policlinico di Milano: «gonfiori addominali, difficoltà digestive, prurito, cefalea si manifestano mangiando cereali. Se si sospende l’assunzione di questi alimenti, i disturbi si attenuano, fino a scomparire». Da questa considerazione è nato l’interesse di avviare lo studio Glutox, promosso dall’Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti ospedalieri e coordinato dal Centro per lo studio della Celiachia del Policlinico di Milano. «Un migliaio le persone che saranno arruolate entro l’anno», conferma il dottor Luca Elli, coordinatore dello studio. «La condizione è che soffrano di disturbi intestinali e che abbiano effettuato un esame del sangue (dosaggio delle transglutaminasi) per escludere la diagnosi di celiachia e il test per escludere l’allergia al frumento».

Come si articola lo studio? «Il protocollo prevede di seguire una dieta senza glutine per circa un mese: se si registrano miglioramenti dei sintomi, vuol dire che il soggetto è sensibile al glutine. Chi ha questa sensibilità verrà poi monitorato per un anno e si valuterà una dieta di mantenimento per evitare i sintomi». Per partecipare al trial clinico, si può scrivere a: glutoxtrial@gmail.com.

 

di Paola Trombetta

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