FUMO: DONNE, RAGAZZI, PUNTATE SULL’IN-DIPENDENZA!

È sempre più precoce l’età di dipendenza dalle bionde: comincia tra i 15 e i 17 anni, con un fascino coinvolgente per circa il 44% dei ragazzi. Lo attesta un’indagine condotta dalla Doxa per conto della Lega Italiana per la Lotta contro i tumori (LILT), presentata in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco. Ma, a detta degli esperti, il fenomeno non è un caso: «L’adolescenza è il periodo più a rischio per l’iniziazione al fumo – dichiara la dottoressa Franca Fossati-Bellani, presidente della Sezione Provinciale di Milano della LILT – perché in questa fascia di età si è maggiormente suscettibilI agli stimoli ambientali, relazionali e comportamentali della società e la sigaretta, fra i giovani, rappresenta un importante elemento di comunicazione e di socializzazione. Agendo su questo aspetto e sulla malleabilità dell’età, riteniamo che sugli adolescenti si possano attuare, con maggiore efficacia, migliori programmi di prevenzione e di astensione (o disassuefazione) dal fumo». Perché questo è un altro grande problema: sempre secondo l’indagine Doxa, la proporzione di popolazione fumatrice (almeno nella città di Milano) è stabile (20%), ma ciò che è cambiato sono il numero di sigarette fumate, salite in un solo anno da poco più di 10 a 12 di media suddivise fra quelle tradizionali o fatte a mano (mentre decresce l’utilizzo delle e-cig, andamento già anticipato lo scorso anno), e la volontà generale di smettere di fumare, calata drasticamente dal 33% del 2013 al 23% di quest’anno. Si tratta di un dato generalizzato, ma che ha portato comunque a riflettere sulle conseguenze di questa abitudine, in particolare sulle generazioni più giovani: «Per limitare anche il problema del fumo passivo, da due anni – afferma Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute di Milano – è stato introdotto il divieto di fumo nelle aree gioco di tutti i parchi cittadini mentre tutte le scuole cittadine, come previsto dal decreto del Ministero della Salute dello scorso luglio, saranno invitate a rispettare la proibizione di accendere una sigaretta anche negli ingressi, nei cortili e nei luoghi all’aperto facenti parte della struttura scolastica stessa». Un’azione “pubblica” che ha incentivato a riflettere sulle caratteristiche del giovane fumatore, sulle cause che lo hanno indotto ad avvicinarsi alle sigarette e a mappare i comportamenti a rischio diffusi fra i giovani legati a ogni forma di dipendenza: tabacco, uso di sostanze, di tecnologie e condotte alimentari. Il tutto effettuato con uno studio-ricerca – “In equilibrio sopra l’euforia. A scuola di IN-DIPENDENZA” – realizzato in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma e il contributo della Fondazione Monza e Brianza, che ha coinvolto circa 400 ragazzi di tre Istituti Superiori della suddetta provincia lombarda. «I principali fattori di rischio per gli adolescenti – spiega Roberto Baiocco, ricercatore presso la facoltà di Medicina e Psicologia dell’ateneo romano – possono derivare da caratteristiche individuali (variabili cognitive e di personalità), relazionali (appartenenza a gruppi di pari), familiari (funzionamento familiare, stili parentali) e/o sociali (livello socio-culturale, contesto culturale)».

Come provare dunque a vincere ogni forma di dipendenza? Potenziando nel giovane un più alto livello di autoefficacia e resistenza verso “quel” particolare vizio. «Progetti di sensibilizzazione e interventi di prevenzione – continua il ricercatore – dovrebbero promuovere nei giovani una maggiore consapevolezza dei rischi legati all’uso di sostanze e all’abuso delle nuove tecnologie».

Ma la dipendenza, quella da fumo in particolare, non è però solo adolescenziale; “si accende” sempre di più anche fra le donne. «Il numero di fumatrici – aggiunge Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano – è aumentato del 2% rispetto allo scorso anno, ma al contempo le donne cercano di adottare sempre di più uno stile di vita salutare. Il 94% dichiara di praticare almeno mezz’ora di attività fisica al giorno, il 96% segue un’alimentazione sana ed equilibrata e il 78% delle fumatrici si sottopone a controlli di prevenzione almeno una volta all’anno». Una condotta dissonante: «Da una parte – continua Garattini – emerge quindi una grande attenzione al benessere fisico, dall’altra la sigaretta rappresenta ancora un vizio irrinunciabile con le conseguenze che sono ormai note quali il continuo aumento di morti, anche nella stessa città di Milano, per tumori al polmone e per tutte le patologie fumo-correlate».

Sono 80 mila, solo in Italia, ogni anno le morti per le patologie fumo-correlate e 30 mila per il tumore al polmone; quasi 6 milioni nel mondo, di cui oltre 600 per quello passivo. «In relazione a queste vaste proporzioni – dichiara ancora l’assessore Majorino – non ci stancheremo mai di dire che fumare fa male alla salute e che il fumo passivo è dannoso per tutti, in particolare per i bambini spesso esposti loro malgrado perché gli adulti intorno a loro non riescono a rinunciare alla sigaretta». Allora «l’impegno deve essere quello di intraprendere un lavoro sempre più capillarizzato, mirato di informazione e persuasione  – conclude la Presidente della Sezione della LILT – anche con l’estensione di divieti nei confronti del fumo». E un primo segnale positivo, in questa direzione, c’è: l’aumento dei favorevoli ai divieti sia riguardo all’uso di e-cig in luoghi pubblici chiusi è passato dal 40% del 2013 al 55% del 2014, sia sulla vendita ai minori con un incremento dal 50% al 65%. Sarà un passo verso l’IN-dipendenza, come auspica lo slogan della LILT di quest’anno.

Centri Antifumo: LILT Milano offre nei suoi 6 Centri Antifumo percorsi per smettere di fumare e test di funzionalità respiratoria con medici pneumologi. La metodologia utilizzata è di tipo psico-comportamentale: non prevede l’impiego di elementi esterni o di medicinali, ma è basata su incontri individuali o di gruppo condotti da esperti.

Per ulteriori informazioni sulle iniziative tel. 02 49521 – www.legatumori.mi.it

di Francesca Morelli

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