INFEZIONI RESPIRATORIE NEI BAMBINI: COME CURARLE?

Sbalzi di temperatura e freddo quasi invernale: sono le premesse per il diffondersi di infezioni respiratorie che colpiscono soprattutto i bambini. Ne soffre il 20% (da 0 a 12 anni), mentre il 12% è asmatico e, durante l’inverno, deve far fronte all’aggravarsi dei sintomi. «Dalla fine del primo anno di vita fino all’inizio dell’età scolare il bambino va incontro ad almeno 5-6 episodi di infezione respiratoria l’anno, con punte che possono arrivare anche a 8-9 in alcuni soggetti», puntualizza la professoressa Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria della Fondazione Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) che ha organizzato il Convegno di Antibioticoterapia in età pediatrica,in coincidenza con la Giornata mondiale degli antibiotici (18 novembre).

«Nei primi anni di vita il bambino ha un sistema immunitario non perfettamente in grado di far fronte all’azione dei diversi agenti infettivi: arriverà alla completa maturazione nell’arco dei primi 3-4 anni di vita. D’altro canto, però, anche quando il sistema immunitario è divenuto perfettamente funzionante, non presenterà alcuna memoria immunologica finché non avrà avuto il contatto con specifici agenti patogeni. In questi primi anni, uno strumento efficace per prevenire la diffusione delle infezioni respiratorie è l’utilizzo degli immunostimolanti che devono essere assunti nel periodo di massimo rischio di insorgenza delle infezioni, quindi immediatamente prima e durante il periodo invernale», raccomanda la professoressa. «Si tratta di “lisati batterici”, che contengono microscopiche particelle di batteri e virus: agiscono potenziando il sistema immunitario e prevenendo l’ingresso di batteri e virus nelle cellule dell’organismo».

Secondo uno studio condotto di recente negli USA, è stata valutata l’efficacia di uno specifico immunostimolante, OM-85 BV (Broncho-Vaxom), nella prevenzione delle infezioni respiratorie ricorrenti (IRR) in età pediatrica. In un campione di piccoli pazienti, trattati per un periodo di 6 mesi con OM-85 BV o con placebo, si è osservato che tra quelli trattati, il 32% ha avuto più di tre infezioni contro il 58% tra i bambini trattati con placebo.

«Altri strumenti di prevenzione sono i vaccini, come quello contro l’influenza che riduce l’incidenza delle IRR e dell’otite media acuta (OMA) ed è consigliato ai piccoli che soffrono di infezioni respiratore ricorrenti, agli asmatici e ai bimbi con cardiopatie e nefropatie», precisa la professoressa Esposito. «Il vaccino antipneumococco è efficace in alcune forme respiratorie come le polmoniti, principali cause di ricovero in età pediatrica. Da quest’anno il vaccino Prevenar13 ha una nuova indicazione anche ai bambini sopra i 6 anni. Altrettanto importante è il richiamo, in età adolescenziale, dei vaccini antipertosse e antimorbillo, malattie che potrebbero provocare anche polmoniti».

E quando la prevenzione non funziona e si scatena la malattia? «In questi casi si deve ricorrere ai rimedi che possono essere farmaci sintomatici o, nei casi persistenti, gli antibiotici, da somministrare solo dopo accurata visita medica ed eventuali test (tampone faringeo) per identificare l’origine batterica dell’infezione. I sintomi, infatti, sono spesso simili a quelli delle infezioni virali (virus influenzale, sinciziale, rinovirus) contro le quali gli antibiotici sono inutili». Attenzione però a usare l’antibiotico specifico e non il primo che troviamo in casa. «Prescrizione e durata dell’antibioticoterapia devono essere controllate dal pediatra», raccomanda la professoressa. «Un errore grossolano e ricorrente, di molte mamme, è somministrare gli antibiotici fino al permanere dei sintomi e poi interrompere l’assunzione. Così facendo, si corre il rischio di mantenere in vita i batteri e favorire la comparsa di resistenze agli antibiotici stessi. Da sfatare anche l’utilizzo di antibiotici nelle infezioni intestinali, con il rischio di peggiorare la situazione e distruggere la flora batterica. In questi casi meglio ricorrere a fermenti lattici e proibitici».

Studi recenti hanno dimostrato la correlazione tra carenza di vitamina D nei bambini e rischio infettivo. In particolare si è visto che bambini con Otite Media Acuta (OMA) ricorrente sono carenti di vitamina D e il ripristino di valori normali riduce l’incidenza di nuovi episodi di otite. «E’ questo un nuovo capitolo delle prevenzione delle infezioni respiratorie, che offre interessanti spunti – conclude la professoressa Esposito – ma che deve ancora trovare conferma prima che la profilassi con vitamina D possa entrare a pieno titolo tra le forme di prevenzione accettate dalla comunità scientifica».

 

di Paola Trombetta

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