ASMA: UN NUOVO FARMACO CONTROLLA MEGLIO I SINTOMI

Non c’è ventilatore che tenga. Per gli oltre 3 milioni e mezzo di italiani asmatici, di cui il 50% donne con un picco tra le over 50 (mentre nel corso dell’età media l’incidenza si equipara a quella maschile), l’estate può diventare un vero cruccio: afa, caldo eccessivo, elevati tassi di umidità pesano sul respiro, già provato dalla malattia, e lo accorciano ulteriormente. Con l’aggravante, poi, che nei mesi estivi l’aria si carica di un bagaglio ancora superiore di agenti nocivi: maggiore concentrazione di ozono, inquinamento atmosferico ambientale (pollini) o domestico (fumo, acari, peli di animali), tutti fattori scatenanti o riacutizzanti dell’asma, e che ristagnano. E così si fugge verso i luoghi di villeggiatura: libera scelta per gli asmatici. Mare o monti vanno ugualmente bene a patto che, tra le vette o in pianura, si faccia attenzione alla presenza di pollini e graminacee (più in ritardo e ancora circolanti in estate ad alta quota), che possono riacutizzare episodi allergici; un po’ meglio al mare, dove la brezza aiuta a purificare maggiormente l’aria.

Nonostante i sintomi e le difficoltà respiratorie, sono però pochi gli asmatici che riconoscono la propria malattia: secondo una recente indagine condotta su più di mille asmatici, l’87%, specie se giovane, rifiuta l’etichetta di malato, si ritiene in “buona salute” e trascura (o dimentica) le terapie, in particolare quelle di mantenimento, attuando un auto-trattamento al bisogno, dunque senza alcuna consulenza medica. E così facendo i costi diretti dell’asma salgono alle stelle – peggioramento della malattia fino a richiedere ricoveri ospedalieri, visite mediche, esami diagnostici, farmaci e assistenza domiciliare – a cui si aggiungono anche quelli indiretti, giornate lavorative o scolastiche perse, pensionamenti precoci e sussidi per invalidità, qualità della vita scadente con impatto sul tempo libero, anche quello delle vacanze. Un quadro generale che fa elevare l’attenzione sulla malattia poiché la percentuale di casi, secondo gli specialisti, è destinata a salire.

«Si stima che nel 2030 l’asma interesserà all’incirca 340-350 milioni di persone nel mondo – spiega il professor Stefano Centanni, ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Università degli Studi di Milano e direttore dell’UOC di Pneumologia dell’Ospedale San Paolo – a causa non soltanto di una componente ereditaria, riconducibile al coinvolgimento dei geni che regolano la produzione delle IgE (gli anticorpi responsabili dell’allergia) e quelli che controllano la reattività dei bronchi, ma anche di un peggioramento delle condizioni ambientali, dell’esposizione lavorativa a sostanze irritanti o al fumo di sigaretta (sia prenatale, sia nell’infanzia) o ancora dell’assunzione di alcuni additivi alimentari (solfiti) e/o farmaci beta bloccanti, aspirina e altri antinfiammatori».

Indipendentemente dalle manifestazioni e dalla gravità dell’asma, il controllo della malattia è ancora un obiettivo lontano dall’essere raggiunto: solo una minoranza di asmatici si sottopone a visite o indagini diagnostiche specialistiche (spirometria) che aiuterebbero invece a controllare la malattia fin dal suo esordio. A ciò si aggiunge un secondo importante problema: l’aderenza alla terapia. «A un anno dall’inizio del trattamento pochi asmatici lo continuano con regolarità – commenta il professor Alberto Papi, direttore della Clinica Pneumologica presso l’Università degli Studi di Ferrara – ma oggi, per meglio raggiungere l’obiettivo, disponiamo di un nuovissimo farmaco, entrato in commercio da giugno che unisce efficacia, alta tollerabilità e rapidità d’azione nell’arco di 1-3 minuti dalla somministrazione. Questo grazie alla combinazione di uno dei più potenti corticosteroidi (fluticasone) con un broncodilatatore (formoterolo) in un unico aerosol. Il trattamento è indicato per la terapia di mantenimento negli adulti e negli adolescenti di età pari o superiore ai 12 anni». È moderno anche il device: dotato di un pratico conta-dosi abbinato a un codice colore (verde, giallo e rosso) che cambia a seconda del numero di erogazioni rimanenti nel dispositivo, risulta di facile lettura e utilizzo anche per i pazienti anziani. Le 120 dosi contenute nell’erogatore sono poi somministrabili secondo varie modalità. «I 3 diversi dosaggi disponibili di questa associazione – conclude Bruno Franco Novelletto, dell’Area Pneumologica SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e vice-presidente SIMG Veneto – garantiscono al medico una maggiore flessibilità, agevolando l’incremento o la riduzione del farmaco, secondo il grado di severità della patologia e al paziente una efficacia ancora più mirata».

Effetti collaterali dell’estate sull’asma? Le condizioni di particolare umidità: caldo ma anche freddo umido danneggiamo maggiormente respiro e sintomatologia. «Ma non è tanto l’aria condizionata a nuocere – conclude Centanni – quanto l’uso scorretto o poco oculato che se ne fa». E le accortezze? In vista delle vacanze, a tutti gli asmatici gli esperti raccomandano di non dimenticare la terapia e di seguire alcune buone norme per passare un periodo di relax sereno: evitare di uscire di casa nelle ore più calde della giornata, tra le 11 di mattina e le 18 di sera e in casa soggiornare in un locale climatizzato da un deumidificatore; quando si esce, indossare preferibilmente abiti leggeri e occhiali che possono proteggere da eventuali pollini; bere almeno due litri di acqua al giorno anche se non se ne sente il bisogno e mangiare molta frutta e verdura. Soprattutto, rivolgersi subito al medico curante in caso di comparsa di problemi particolari o diversi da quelli già noti.

 

Piccoli asmatici crescono

 

L’asma predilige i pazienti più giovani: 900 mila bambini e ragazzi in tutto il Paese, circa il 10% della popolazione con una incidenza pari al doppi della popolazione adulta e in continua crescita. Ancora più difficile per i giovanissimi, anche per un senso di vergogna, seguire con costanza la terapia correndo un maggior rischio di incorrere in crisi respiratorie e corse al pronto soccorso, che si possono prevenire ed evitare. Per dare una risposta concreta al problema sia ai giovani che ai genitori la città di Brescia ha istituito un’utile modalità di aiuto alla diagnosi e cura. «Presso gli Spedali Civili – spiega il Professor Sergio Pecorelli, rettore dell’Università di Brescia – è operativo il Centro “Io e l’Asma” (www.ioeasma.it) che propone un Percorso Diagnostico Terapeutico Educazionale (PDTE) nel quale insegniamo a riconoscere i sintomi della malattia e il corretto utilizzo dei farmaci tramite schede informative, giochi e supporti multimediali che hanno l’obiettivo, come confermato dai risultati oggi raggiunti, di azzerare le visite dal medico, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri ma anche la riduzione dell’utilizzo di medicinali giornalieri». Il progetto è stato ideato secondo un modello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Questo significa – conclude il Dottor Sebastiano Guarnaccia, responsabile del Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica/Centro ‘Io e l’Asma’ degli Spedali Civili di Brescia – prendere in carico bambini e ragazzi e inserirli nei percorsi diagnostico-terapeutici già consolidati, ma con l’innovazione di espanderli, personalizzarli e integrarli con percorsi di promozione della salute».

di Francesca Morelli

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