DIABETE: PIU’ RISCHI AL FEMMINILE

Una donna su 20 in Italia soffre di diabete, per un totale di un milione e mezzo di persone. E queste donne, che vivono più a lungo e si curano meglio rispetto agli uomini, hanno però un rischio cardiovascolare maggiore. Questi dati sono confermati dal primo rapporto sulle differenze uomo-donna con diabete, presentato in questi giorni dal Gruppo Donna dell’Associazione Medici Diabetologi (aemmedi.it), con il contributo di Lilly e LifeScan, che ha analizzato 450.000 cartelle cliniche in 236 Servizi di Diabetologia, oltre un terzo di quelli attivi sul territorio nazionale. Rispetto agli uomini, le donne diabetiche sono più avanti negli anni (il 30% contro il 20% degli uomini ha più di 75 anni), hanno la malattia da più tempo (11 anni rispetto ai 10 anni),un indice di massa corporea superiore e addirittura il 18,8% sono gravemente obese contro il 10% degli uomini; hanno valori di colesterolo e pressione più elevati (112,5 mg/dl contro 106,6 mg/dl nell’uomo e per la pressione, il 58% contro il 56% degli uomini supera i 140/90 mmHg). L’unico dato a favore delle donne si riferisce al fumo: una donna su dieci contro un uomo su cinque.

<Nonostante le donne siano più attente alla malattia e più aderenti alle terapie, hanno un controllo metabolico inferiore> fa notare la dottoressa Valeria Manicardi, direttore della Struttura Medica dell’Ospedale di Montecchio (Reggio Emilia) e consigliere del Gruppo Donna AMD. <Questo potrebbe dipendere da una diversa risposta “di genere” ai farmaci e ai trattamenti, nonchè da possibili interferenze con le terapie assunte dalla donna per altre patologie. Le donne soffrono più degli uomini di malattie auto-immuni, come l’artrite reumatoide, che richiedono l’uso cronico di cortisone, un farmaco che può interferire con quelli per il diabete. Per questo l’orientamento del nostro Gruppo Donna AMD è quello di focalizzare l’attenzione su trattamenti e farmaci mirati alle esigenze delle donne, modulandone i dosaggi e le formulazioni così da ottimizzarne il risultato. Non solo, cerchiamo di portare l’attenzione degli specialisti su un percorso di diagnosi e cura “di genere”, che tenga conto delle tante problematiche di cui soffrono le donne e non sottovaluti le sintomatologie, soprattutto a livello cardiovascolare, che spesso nelle donne vengono sottovalutate rispetto all’uomo. Ricordiamo che il rischio cardiovascolare nelle donne diabetiche è 3,5 volte superiore all’uomo e l’80% dei diabetici si ammala e muore per complicanze cardiovascolari>.

di Paola Trombetta 

 

MISURARE LA GLICEMIA SENZA PUNGERSI

Il sogno di tutti i diabetici potrebbe diventare presto realtà. Per misurare la glicemia senza doversi pungere, è in fase di sperimentazione al Diabetes Research Center dell’Istituto San Raffaele di Milano, il Glycolaser: basta appoggiare il dito su questo mini-apparecchio, poco più grande di un cellulare, e nel giro di pochi secondi appare sul display il valore della glicemia. <Finora è stato sperimentato su 171 adulti, 31 sani, 136 con diabete, 4 con sindrome ipoglicemica>, conferma Emanuele Bosi, coordinatore dello studio. <A tutti è stata misurata la glicemia con questo apparecchio, a digiuno e dopo un pasto: il risultato, confrontato con il test standard del sangue, ha riportato un’accuratezza del 90%. Si attendono ulteriori verifiche per ottenere i valori del 95% richiesti dalle autorità regolatorie per commercializzare lo strumento>. In attesa che il laser sia disponibile, la misurazione della glicemia sta diventando sempre più “tecnologica“, con l’uso di dispositivi elettronici, come One Touch di LifeScan, in grado di “predire” i profili glicemici, segnalando il rischio di ipo o iperglicemia, in base ai parametri ricavati nei cinque giorni precedenti l’ultima misurazione. In questo modo si può ottenere un miglior controllo della glicemia, riducendo le complicanze del diabete.

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