STILE DI VITA E DIETA SANA ABBASSANO IL RISCHIO DI RECIDIVE DI TUMORE AL SENO

Uno stile di vita sano, con una dieta che privilegia cereali integrali, legumi, verdure di stagione, frutta fresca e semi oleaginosi, con pochi cereali raffinati, zuccheri, carni rosse e conservate, associata a una regolare attività fisica giornaliera di almeno trenta minuti di camminata a passo veloce, possono fare la differenza sul rischio di  sviluppare un nuovo tumore o metastasi a distanza dopo un tumore al seno. Tanto più se vi è una propensione alla sindrome metabolica (SM). «Ovvero un insieme di fattori di rischio – spiega la dottoressa Anna Villarini, biologa e nutrizionista dell’Istituto Nazionale dei Tumori – che aumentano le probabilità di patologie cardiovascolari, tumorali, diabete e altre malattie cornico-degenerative.  La Sindrome Metabolica si verifica quando sono presenti almeno 3 dei 5 fattori di rischio ad essa associati, cioè obesità addominale, pressione arteriosa elevata, bassi livelli di colesterolo “buono” HDL, elevati livelli di glicemia e trigliceridi». Tuttavia la conduzione di una vita sana può cambiare la storia del tumore del seno, come dimostrerebbe lo studio Diana 5, finanziato dal Ministero della Salute e dall’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro (AIRC) e coordinato dall’Istituto Nazionale dei Tumori – Campus Cascina Rosa. Partito nel 2008 e giunto quasi a conclusione, lo studio ha coinvolto oltre 2300 donne operate al seno provenienti da undici centri sparsi sul territorio nazionale, di cui più di 1600 con un alto rischio endocrino-metabolico di sviluppare recidive e con un 20% di donne affette da SM al momento del reclutamento. Divise in due gruppi, uno di intervento e l’altro di controllo, le donne sono state informate sull’importanza preventiva e curativa di modificare alimentazione e praticare attività fisica regolare, ma solo quelle appartenenti al primo gruppo sono state aiutate ad attuare il cambiamento attraverso corsi di cucina, pasti comunitari e una serie di conferenze. «Il nostro studio – conclude la dottoressa – dimostra da un lato che le donne con SM hanno un rischio quasi doppio di avere recidive al seno e metastasi a distanza rispetto a coloro che non presentano la problematica, ma dall’altro che questo rischio può essere influenzato, ovvero meglio controllato e ridotto, con l’aderenza alle raccomandazioni del Fondo mondiale per la ricerca sul cancro traducibili in una dieta principalmente vegetale e in una vita fisicamente attiva».  (Francesca Morelli)

 

Articoli correlati