PRESENTATO IL MANIFESTO DELL’ONCOLOGIA DI PRECISIONE

Un nuovo approccio alla cura dei tumori è oggi rappresentato dall’oncologia di precisione. Per questo non parliamo più “del” tumore ma “dei” tumori, poiché la malattia si sviluppa e progredisce diversamente in ogni persona, a partire anche da diverse mutazioni genetiche all’origine. <La medicina di precisione rappresenta un nuovo approccio alla malattia che consente di valutare dati provenienti da analisi molecolari (cellulare, genomica e biochimica), integrati con criteri clinico-patologici consolidati, per orientare le decisioni mediche e fornire così strategie terapeutiche mirate alle caratteristiche di ogni singolo paziente>, afferma il dottor Francesco Perrone, oncologo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli. <Le nuove conoscenze biomediche, come ad esempio le mutazioni nei geni delle cellule tumorali, possono così essere integrate con i più recenti avanzamenti tecnologici, come le analisi di grandi banche dati biologiche e cliniche>. Oggi la rivoluzione è segnata proprio dalle prospettive offerte dalle recenti tecnologie che rendono disponibili mezzi sempre più sofisticati. Questa rivoluzione pone però delle grandi sfide, non solo di tipo strettamente scientifico, che riguardano prima di tutti i pazienti. Per questo è stato redatto un Manifesto dell’oncologia di precisione, sintesi delle valutazioni raggiunte dal Progetto NEXT10, al quale hanno lavorato per due anni un team multidisciplinare di esperti, con il supporto di Novartis e la collaborazione di alcuni rappresentanti delle Società Scientifiche e Federazioni (AIOM, SIFO, SIPMeL, FIASO, SIFaCT e SIF) e delle Associazioni dei pazienti (FAVO e AIMAC). Ecco alcuni punti chiave del Manifesto:

Mantenere centrale il rapporto umano con il paziente, evitando che venga identificato con le sue mutazioni. L’oggettivazione della pratica clinica va gestita sulla base di una umana comprensione della sofferenza, che caratterizza da sempre la buona medicina.

– Non dare false speranze, perché a oggi la tecnologia e il sistema organizzativo della sanità non consentono di alimentare aspettative realistiche per tutti i pazienti. Per la ricerca e l’industria la strada è tracciata, ma per molti anni la medicina di precisione dovrà convivere con quella tradizionale.

Ma qual è il grado di conoscenza del pubblico e dei pazienti? La survey qualitativa “Medicina di precisione, indagine per lo sviluppo di una campagna istituzionale sul pubblico”, condotta da GfK Eurisko, ha recentemente rilevato conoscenze e percezioni dell’opinione pubblica, evidenziando un generale disorientamento.

 <Il concetto ‘medicina di precisione’ viene sì correlato alla ricerca e innovazione ma trova difficilmente una collocazione specifica in uno o più ambiti medici. Di medicina di precisione si sa poco, quasi nulla – precisa Paolo Anselmi, GfK Eurisko-. A partire da queste rilevazioni, si è compreso il grande bisogno informativo sul tema e la conseguente importanza di intraprendere un percorso che favorisca la formazione di una cultura vera e propria attorno alla medicina di precisione>.
<E infatti – puntualizza Marco Marzano, professore Ordinario di Sociologia, Università di Bergamo – una delle sfide individuate da Manifesto ribadisce che è fondamentale garantire il diritto del paziente a comprendere la sua condizione di salute, ad avere accesso alle informazioni che lo riguardano e a poterle utilizzare. Sarà inoltre di primaria importanza lo sforzo per evitare un accesso alle cure diseguale e disomogeneo sul territorio>. Proprio in questo, il ruolo del medico rimane centrale. <Sappiamo che il patrimonio genetico, unico per ogni individuo, interagisce con l’ambiente in maniera altrettanto unica: la somma della genetica, dell’epigenetica e della biografia danno come risultato la singolarità di ogni paziente, che tale rimane anche per quanto riguarda i modi di ammalarsi e la risposta alle terapie. Per questo il medico deve guardare a ogni paziente: usare tutti i dati clinici utili per capire cosa sia meglio per quella singola persona e per informare sulla prognosi>,  spiega Gilberto Corbellini, Docente di Storia della medicina alla Sapienza Università di Roma.
Nei dieci punti cardine del Manifesto NEXT10 si affrontano temi di grande importanza nello sviluppo dell’oncologia che vanno dalla necessità di gestire la pratica clinica in funzione del rapporto umano con il paziente alla creazione e sviluppo di reti di collaborazione e di circolazione dei saperi, che assicurino uniformità su tutto il territorio nazionale. E ancora, la gestione al meglio della tecnologia in continua evoluzione; l’incentivazione di investimenti economici per la ricerca, la realizzazione di un sistema integrato, complessivo e condiviso di registrazione dei dati e delle informazioni. Garantire al paziente l’instaurarsi di un dialogo sincero con gli specialisti è infatti uno dei dieci punti del Manifesto NEXT10: un paziente sempre più al centro del percorso e sempre più parte attiva del processo informativo.  (P.T.)

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