LE 3C DEL TUMORE AL SENO: CONSAPEVOLEZZA, CONOSCENZA, CULTURA

Consapevolezza di tutti gli interlocutori, Conoscenza della possibilità di accedere a terapie innovative e Cultura del trattamento e della multidisciplinarietà: sono le 3C che fanno oggi SI.STE.MA, ovvero lottano inSIeme per la soSTEnibilità della gestione dei tumori metastatici della MAmmella. Sono gli obiettivi del progetto sviluppato da Havas PR, insieme al Politecnico di Milano (School of Management), con il supporto incondizionato di Pfizer, per favorire un approccio innovativo e su più fronti alla neoplasia femminile più diffusa. Che rimane ancora la principale causa di mortalità oncologica nella donna, ma anche quella che ha raggiunto un sensibile aumento della sopravvivenza, grazie alla diagnosi precoce e al miglioramento dei trattamenti. Il progetto è sembrato una necessità, non solo perché le terapie innovative con farmaci biologici o terapie a bersaglio molecolare, attualmente in fase di studio e test, tenderanno sempre più a “cronicizzare” il decorso della malattia, aumentando quindi la speranza di vita, ma anche perché i fabbisogni verso le donne affette da tumore al seno stanno cambiando. «Occorre oggi pensare alle donne sane – dichiara Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna – a quelle con la diagnosi di tumore al seno e a quelle con tumore metastatico che sono circa 25mila». Per le donne sane, occorre puntare a un’attenta azione di prevenzione. Per le donne con tumore occorre rivolgersi a unità senologiche sempre più specialistiche, come le Breast Unit, con équipe multidisciplinari, che stanno cominciando a sorgere un po’ su tutto il territorio. Un impegno, quello delle Breast Unit, che va di pari passo con lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche e farmaci innovativi. Come quelli a bersaglio molecolare. «Per quanto riguarda il tumore mammario Her2+ – precisa Gianpiero Fasola, presidente Cipomo (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri)- due sono le novità destinate a modificare le prospettive di trattamento: il trastuzumab emtasine e il perstuzumab, molecole efficaci ma ad alto costo». Aggiunge Carmine Pinto, presidente AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica): «I nuovi anticorpi monoclonali miglioreranno le prospettive di sopravvivenza delle pazienti e questo richiederà sia una caratterizzazione sempre più precisa dei tumori, ma anche il poter disporre di adeguate strutture per garantire a tutte le pazienti, in ogni parte del paese, un accesso libero alle migliori cure possibili». Un’importante evoluzione anche sul fronte delle terapia, perché secondo Luca Gianni, oncologo medico del San Raffaele di Milano, la svolta sarà rappresentata dall’utilizzo di più farmaci combinati a bersaglio molecolare uniti a anticorpi monoclonali. Con una ripercussione sulla sopravvivenza, già sensibilmente aumentata a cinque anni delle pazienti. «La sfida per il futuro – conclude Sabino De Placido, ordinario di oncologia medica della Federico II di Napoli – sarà quella di arrivare a colpire al cuore il ciclo cellulare, il meccanismo che regola la duplicazione delle cellule». E, per questo obiettivo grandi aspettative sono rivolte a specifici farmaci, come il palbociclib, per il quale la FDA (Food & Drud Administration Americana) ha concesso a febbraio l’approvazione accelerata. A riprova che questo trattamento potrebbe essere davvero efficace e fare la differenza nel raggiungimento dei risultati attesi.

Francesca Morelli