LA DIETA MEDITERRANEA PROTEGGE DAL TUMORE AL PANCREAS

Il maggiore consumo di frutta e verdura fresche, tipico della dieta mediterranea, protegge dal rischio di insorgenza del tumore al pancreas, oggi più diffuso al Nord rispetto al Sud: i nuovi casi al Mezzogiorno rispetto al Settentrione sono il 21% in meno tra gli uomini e il 24% tra le donne. E anche al Centro le neoplasie registrate sono inferiori del 15%. Sono alcuni dati presentati dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in occasione della Seconda Giornata Mondiale sul Tumore al Pancreas (13 novembre). “E’ una patologia particolarmente insidiosa – afferma il professor Giordano Beretta, segretario nazionale AIOM. Sotto accusa sono soprattutto gli stili di vita non adeguati. Il fumo provoca il 30% dei casi nei maschi e il 10% nelle femmine. L’eccesso di peso aumenta il rischio del 12%, mentre i diabetici hanno il doppio delle probabilità di ammalarsi. Per aumentare l’informazione tra i cittadini, da due anni, la nostra Società scientifica sta portando avanti il progetto di sensibilizzazione Pancrea, interamente dedicato all’informazione sul carcinoma pancreatico. Siamo alla seconda edizione e quest’anno terremo incontri pubblici in cinque regioni per ribadire con forza che il cancro si può prevenire e sconfiggere”. La Seconda Giornata Mondiale sul Tumore del Pancreas vuole richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità politiche su una malattia di cui si parla poco e, in particolare, sull’importanza di conoscere i fattori di rischio e identificare i sintomi nella fase iniziale. Il logo della Giornata è un aquilone color ametista che simboleggia la speranza e la voglia di lottare. Per l’occasione oggi dalle 16.00 fino a mezzanotte il Castello Sforzesco di Milano sarà illuminato da questa tonalità. Nelle vie vicine al monumento sarà possibile ricevere materiale informativo sulla patologia. “C’è bisogno di accendere i riflettori su questa forma di tumore – aggiunge Laura Del Campo, Responsabile Affari Generali della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO) -. E i pazienti invece hanno bisogno di cure efficaci che possono arrivare solo incentivando maggiormente la ricerca medico-scientifica”.  (P.T.)