E’ PARTITO IL PROGETTO “CARDIOPAIN” PER COMBATTERE IL DOLORE

Una donna su 3 soffre di dolore cronico ma, nonostante le molteplici opzioni terapeutiche, sei donne su 10 non sono soddisfatte delle cure. Sono i dati emersi da un’indagine curata da O.N.Da, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, con il sostegno del Centro Studi Mundipharma, su un campione di mille donne italiane dai 35 ai 98 anni, allo scopo di comprendere la loro percezione del dolore, come questo venga gestito e quanto influisca sulla loro qualità di vita.

Dai dati si evidenzia chiaramente come la sofferenza fisica sia una problematica quanto mai attuale: il 35% delle intervistate soffre di dolore cronico, di intensità medio-alta, compromettendo umore, sonno e intimità di coppia. Il 60% delle donne si rivolge al medico (di famiglia 51% o specialista 49%) e quattro su 5 assumono farmaci, soprattutto antinfiammatori non steroidei (FANS, 64%). Purtroppo, però, il 59% delle intervistate che soffrono non si ritengono del tutto soddisfatte delle terapie; si evidenzia, inoltre, un concreto timore per i possibili effetti collaterali provocati dagli antidolorifici, in particolare sull’apparato gastrointestinale e sul benessere generale, poiché causano spossatezza, sonnolenza, debolezza.
Per questo motivo, O.N.Da ha deciso di coinvolgere le strutture con i Bollini Rosa nel Progetto Cardiopain, con l’obiettivo di migliorare la gestione del dolore attraverso una corretta formazione degli operatori sanitari e una loro maggiore consapevolezza circa l’importanza di prescrivere terapie appropriate, nel rispetto delle indicazioni e note AIFA.

«In Italia la cultura del dolore non è ancora adeguatamente diffusa, tanto che, a distanza di 4 anni e mezzo dall’approvazione della legge 38 e dagli sforzi compiuti per la sua applicazione, prevale l’opinione che il dolore sia in qualche modo un compagno inevitabile della malattia», afferma Francesca Merzagora, presidente di O.N.Da. «Mal di testa, dolori muscolo-articolari e reumatici sono quelli più frequentemente lamentati da oltre la metà delle 1.000 donne intervistate. Dai dati della nostra indagine emerge non solo quanto l’impatto del dolore sulla qualità di vita femminile sia molto forte, ma anche come siano evidenti le preoccupazioni sugli effetti collaterali e quanto sia scarsa la conoscenza sulle alternative farmacologiche. Tenendo presenti questi risultati e consapevoli che le patologie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte non oncologica nelle donne – continua Merzagora – O.N.Da ha coinvolto gli ospedali con i Bollini Rosa, gli assessori alla Salute regionali e il gruppo di parlamentari con cui collabora per promuovere un’iniziativa che ha preso le mosse nel salernitano. Nel settembre 2013 l’Ospedale di Roccadaspide ha avviato, coinvolgendo le Unità Operative di Cardiologia, Chirurgia, Lungodegenza Riabilitativa, Medicina e Ortopedia, il progetto pilota Cardiopain, che prevede l’inserimento nella lettera di dimissione ospedaliera di un esplicito ammonimento in merito all’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei e di inibitori selettivi della COX-2 in pazienti cardiopatici. L’iniziativa, che si propone di attuare concretamente gli orientamenti prescrittivi sui FANS e sugli inibitori selettivi della COX-2 contenuti nella Nota AIFA n. 66, ha raccolto l’adesione di 64 ospedali in tutta Italia, andati ad aggiungersi ai 6 ospedali già sensibili al tema. Le strutture che hanno aderito entreranno a far parte del Network Cardiopain e agli operatori di queste strutture sarà offerta la possibilità di fruire di corsi di formazione online e residenziali».

«In Italia, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono ampiamente utilizzati in caso di dolori osteoarticolari», spiega il dottor Zoran Olivari, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso. «Si stima che oltre il 50% di cittadini fra i 60 e gli 80 anni li usi, con frequenza variabile, spesso impropriamente e su autoprescrizione. Un utilizzo così esteso dipende anche dalla scarsa conoscenza dei potenziali effetti dannosi di queste sostanze: oltre ai danni a livello gastrointestinale, relativamente frequenti, possono contribuire ad aumentare la pressione arteriosa e incrementare il rischio di eventi trombotici in vari distretti circolatori. In persone già cardiopatiche, è stato calcolato un rischio incrementale di infarto miocardico del 37%, di ictus pari al 21% e di scompenso del 18%, correlato all’impiego di FANS. Per ogni 60 pazienti cardiopatici che assumono anche questi farmaci, si avrà un evento grave (decesso, infarto o ictus), che altrimenti non sarebbe accaduto. Per tale motivo, quando un paziente lascia il nostro reparto di Cardiologia a Treviso, nella lettera di dimissione viene riportata l’attenzione sul problema, citando la relativa nota AIFA che sconsiglia l’utilizzo di FANS nella maggior parte dei cardiopatici».

«Il tema sollevato da O.N.Da e dall’iniziativa Cardiopain è quanto mai attuale», sottolinea il professor Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento per l’Assistenza Sanitaria di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. «Dal mio osservatorio di geriatra, si evidenzia come gli anziani sono i primi a sopportare stoicamente il dolore, considerato “normale” alla loro età. E sono anche i più restii all’assunzione di farmaci efficaci e potenti come gli oppiacei, farmaci peraltro di prima scelta in molte tipologie di dolore».

(Paola Trombetta)